Milano

Le Sardine arrivano a Milano. Il movimento tra idee, desideri e polemiche

Debora Bionda

"Ci vogliono spaventati e un po' ignoranti", ecco perché le Sardine scendono in piazza, anche a Milano. L'intervista di Affaritaliani.it a Simona Regondi

Le Sardine arrivano a Milano. Il movimento tra idee, desideri e polemiche

Non si parla d’altro. Nel giro di poche settimane le Sardine sono diventate una voce di protesta talmente forte e diffusa da non poter essere ignorata. Sembrava l’iniziativa di 4 amici bolognesi destinata a esaurirsi in un attimo e invece dopo Bologna le piazze continuano a riempirsi di migliaia di persone che non si riconoscono in un certo modo di fare politica. Il prossimo atteso appuntamento è per il primo dicembre a Milano. Anche il capoluogo lombardo risponderà con una moltitudine di Sardine strette strette e compatte a testimoniare che sono in molti a non credere in quella che è stata definita la retorica populista?

Non si può sapere cosa sarà di questo movimento nel futuro. Quello che però si può dire ora è che questi ragazzi poco più che trentenni hanno creato qualcosa di incredibile fino a poco tempo fa. Forse serviva proprio la loro spinta ed energia per portare in piazza un certo malcontento che esisteva da tempo, ma che rimaneva in sordina. Le polemiche si sono sprecate. Li si accusa in particolare di essere pilotati dal PD o di essere ‘contro’ senza avere delle proposte ‘pro’. E se i detrattori non mancano, come rispondono le Sardine?

C’è grande attesa per l’intervento che Simona Regondi, portavoce della manifestazione Sardine a passo Duomo, farà a Italia Direzione Nord il 3 dicembre alle 17.30 in Fondazione Stelline, dove prenderà parte a un dibattito con Silvia Roggiani Segretaria Pd Milano Metropolitana, Ada Lucia De Cesaris di Italia Viva e Anita Pirovano Capogruppo Milano Progressista. Alla vigilia della mobilitazione milanese e dalla sua partecipazione a IDN, Affaritaliani.it Milano l’ha intervistata.

Le Sardine sembrano inarrestabili e domenica primo dicembre sono pronte a invadere il centro di Milano, dalle prime impressioni avute, come è stato recepito e accolto nel capoluogo lombardo questo movimento?

Non sono sicura che mi piaccia il termine invadere, ma certamente siamo pronte e pronti a vivere la città molto intensamente. Milano non è nuova alle manifestazioni per i diritti, la nostra proposta è stata accolta in modo tiepido e poi pian piano ha convinto e coinvolto. All'inizio non era molto chiaro in cosa si differenziasse dalle tante altre grandi e importanti manifestazioni che abbiamo avuto qui e perché programmarla vista l'assenza di interventi pubblici della Lega. Poi la narrazione delle altre città è cambiata, è uscita dall'Emilia e non è più stata solo una sfida elettorale, contemporaneamente abbiamo specificato, più e più volte, che non manifestiamo contro una persona ma contro una (in)cultura che elegge l'aggressività a strumento della relazione e l'odio a giustificazione delle proprie fragilità, insicurezze e insuccessi.

Gli ideatori delle Sardine sottolineano spesso che sono scesi in piazza perché contrari alla "narrazione" salviniana, cosa dà fastidio esattamente e come dovrebbe essere la narrazione politica secondo le Sardine? Che ruolo hanno e possono avere i social?

Certamente siamo contrari all'uso di un linguaggio volgare e agli spot pubblicitari, ma soprattutto ad una narrazione basata sull'odio, sulla paura, sulle mezze verità, sulle distorsioni dei dati di realtà. Come dovrebbe essere? Corretta, vera, critica ma non violenta. I social non richiedono un contatto diretto e sono in grado di amplificare la comunicazione rendendola plurale e incontrollabile, ma soprattutto trasformano in senso comune e nuovi modelli parole e comportamenti. I social sono degli strumenti, dipende quindi da come vengono utilizzati, nel momento che, tramite social, si legittima la violenza questa diviene normale, condivisa e culturalmente accettata, ma la responsabilità non è del social.

Si sentono polemiche sul fatto che le Sardine contestano senza avere proposte concrete e che è un paradosso scendere in piazza contro l'opposizione, come rispondete a questi attacchi?

Proprio perché si protesta contro un'egemonia culturale la protesta non è un paradosso, le modalità relazionali diffuse, in molti luoghi del paese, richiamano a slogan d'odio e sono carichi di violenza e aggressività, specialmente se indirizzate alle donne, basta pensare agli auguri di stupro contro Carola Rackete, alle parole di un consigliere legista contro Emma Marrone, agli ormai incalcolabili insulti contro Laura Boldrini. O ai tanti casi di razzismo quotidiano o di violenza agita verso le persone più vulnerabili. Episodi tutt'altro che sporadici e che al contrario rappresentano un indicatore preoccupante di quanto la cultura legata all'attuale opposizione sia diffusa ma anche di quanto la maggioranza di governo non sia in grado di contrastarla e limitarla.

Le Sardine nascono come movimento apartitico, ma è indubbio che le idee che le animano sono vicine alla sinistra, c'è la possibilità che si apra una via verso un impegno anche politico delle Sardine? E se sì, ci sono dei partiti con cui avete iniziato a dialogare?

Solidarietà, Accoglienza, Rispetto, Diritti, Inclusione, Non violenza, Antifascismo, antirazzismo, contrasto all'odio verso l'altro, desiderio di una politica rispettosa dei ruoli di rappresentanza e dell'utilizzo di un linguaggio corretto.... lei mi sta dicendo che sono valori esclusivi della sinistra, bene ne prendo atto. Le sardine nascono nelle piazze stipate di gente, siamo per forza di cose apartitiche perchè nelle piazze sono scese persone con militanze, tessere e ruoli diversi, insieme a persone che non hanno mai “fatto politica” (mi piacerebbe aprire un dibattito su questa frase, usare una borraccia invece di 3 bottigliette di plastica al giorno, non è fare politica? Rifiutarsi di acquistare in nero, non è fare politica?), se la sua domanda reale è “avete un partito dietro'” La mia risposta è né davanti né di dietro, abbiamo tante persone con e in mezzo a noi. Quindi apartitiche o multipartitiche? Oggi più o meno tutti i gruppi sono impegnati a vivere il presente e a coordinare la voce delle piazze, è presto, per chi è immerso in questo vortice, capire cosa succederà domani. Di conseguenza non mi risultano “dialoghi” con nessun partito.

A parte i post e i video ironici sui social, Salvini vi ha mai chiesto un confronto?

Come gruppo di Milano non siamo in grado di darle questa informazione.

Quali sono i messaggi che ci tenete a far arrivare con queste mobilitazioni?

Che siamo stanchi di una politica poco attenta a chi vive nel nostro paese e di politici troppo timidi per contrastare un clima culturale che ci vuole spaventati e un po' ignoranti.

Come mai hanno avuto così tanto successo le Sardine?

Stanchezza, desiderio di un futuro più pulito, voglia di guardare l'altro con un sorriso e non con la paura.

Si è aspettato tanto tempo prima di far sentire il proprio disappunto in modo così forte, è forse mancato un collante che aggregasse o serviva semplicemente che qualcuno iniziasse a farlo?

Come sempre un insieme di fattori, è stata un'estate particolarmente faticosa e brutta per il nostro paese, sono volati insulti dalle spiagge, abbiamo visto ministeri vuoti, richieste di pieni poteri… poi qualcuno ha iniziato a dire NO e in molti hanno seguito.

Guardando al futuro, quali sono i prossimi impegni delle Sardine e in particolare delle Sardine di Milano?

Certamente avere un buon risultato di partecipazione alla manifestazione del 1 dicembre in piazza Mercanti, poi ci interrogheremo, insieme a tutti gli altri, sul cosa fare. Milano c'è, o meglio, città metropolitana c'è. Stiamo valutando alcune iniziative che sono emerse durante la riunione del 24 e poi vedremo come e con quali modalità si proseguirà il percorso.

 







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