Milano

Lega: una ventina di file audio al vaglio pm su caso Savoini

Negli audio ci potrebbero essere importanti informazioni sul presunto finanziamento russo alla campagna elettorale leghista. Sentita anche una giornalista russa

Lega: una ventina di file audio al vaglio pm su caso Savoini

Una ventina di nuovi file audio sono al vaglio del pool milanese che indaga sul caso ‘Russiagate’ italiano, ovvero la presunta trattativa tra Lega ed emissari del governo russo per la compravendita di carburante ad un prezzo scontato al fine di rimpinguare le casse del partito con 65 milioni di dollari. Si tratta di registrazioni di conversazioni avvenute proprio nel periodo intorno al 18 ottobre, data dell’incontro tra Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia Russia ed ex portavoce di Matteo Salvini, l’avvocato Gianluca Meranda e l’ex banchiere Francesco Vannucci, con i tre russi Andrey Yuryevich Kharchenko, Ilya Andreevich Yakunin e un terzo dal nome Yuri, all’hotel Metropol di Mosca.    A registrare le conversazioni fu proprio Meranda con un’app criptata installata sul suo cellulare: la stessa che ora si sta analizzando.

Negli audio - che la Guardia di Finanza di Milano sta ascoltando - potrebbero esserci informazioni interessanti sulla compravendita del combustibile, con il conseguente presunto finanziamento russo alla campagna elettorale leghista, ed eventualmente sull’organizzazione del vertice. Negli stessi giorni, peraltro, Matteo Salvini si trovava a Mosca per una missione istituzionale.    Nel frattempo, l’indagine dei pm Sergio Spadaro, Gaetano Ruta, e Donata Costa coordinata dall'aggiunto Fabio De Pasquale, procede anche con raccolta di testimonianze: ieri pomeriggio una donna russa (alta e mora) è stata vista uscire dalla procura. Si è poi saputo che si trattava di una teste sentita dai magistrati.  Al vaglio degli investigatori anche i due cellulari sequestrati a Gianluca Savoini. Le sue conversazioni sull’app criptata Signal avevano creato non pochi problemi ai tecnici per essere espugnate. L’inchiesta milanese è partita lo scorso luglio dopo le rivelazioni del settimanale L’Espresso, che era entrato in possesso di alcuni audio - poi consegnati ai magistrati - dell’incontro al Metropol ed era stata aperta con il reato di corruzione internazionale a carico di tutti e tre gli emissari leghisti.     I tre russi presenti invece sarebbero persone vicine all’ideologo di estrema destra Aleksandr Dugin e al magnate Vladimir Plugin, sostenitore del presidente russo Vladimir Putin.

Fondi Lega, giornalista russa sentita da pm

E’ una giornalista russa la donna che ieri è stata ascoltata in procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sui presunti fondi russi alla Lega. La donna è stata sentita a lungo dai pm Sergio Spadaro e Donata Costa, che coordinano l'indagine insieme al pm Gaetano Ruta e all’aggiunto Fabio De Pasquale. Le informazioni che la giornalista sarebbe stata in grado di fornire (con l’aiuto di un’interprete) non sono tuttavia collegate alla sua attività professionale. In questo momento gli inquirenti si stanno orientando sulla ricostruzione della rete di contatti di Gianluca Savoini, presidente e fondatore dell’Associazione LombardiaRussia, a Mosca, e sull’attività preparatoria in vista dell’incontro all'hotel 'Metropol', nel quale - insieme all’avvocato Gianluca Meranda e all’ex Banchiere Francesco Vannucci - avrebbe trattato un affare legato alla compravendita di idrocarburi per 65 milioni di euro, finalizzata a finanziare la campagna elettorale della Lega.    Quel 18 ottobre 2018 nell’hotel moscovita erano presenti anche i russi Andrey Yuryevich Kharchenko, Ilya Andreevich Yakunin e un terzo uomo di nome Yuri, vicini all’ideologo di estrema destra Aleksandr Dugin e al magnate Vladimir Plugin, sostenitore del presidente russo Vladimir Putin. Il reato ipotizzato è di corruzione internazionale.

 








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