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Milano
Legge elettorale e referendum, in Regione consiglio-maratona: è bagarre
Regione Lombardia

Legge elettorale, in Regione consiglio-maratona sul referendum

A favore della richiesta di referendum abrogativo della quota proporzionale della legge elettorale hanno votato a favore tutti i componenti dei gruppi di maggioranza presenti, eccetto il presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi (FI) che, secondo prassi, non ha partecipato al voto. Nelle file della maggioranza assenti al momento della votazione soltanto i consiglieri Alan Rizzi (Forza Italia) e Manfredi Palmeri (Energie per la Lombardia).

L'unico rappresentante di minoranza presente in aula, il capogruppo di +Europa Michele Usuelli, non ha partecipato al voto. Gli altri consiglieri di opposizione del Partito democratico, Movimento 5 stelle e Lombardi civici europeisti avevano abbandonato l'aula in mattinata "per protesta contro lo svilimento dell'istituzione regionale, costretta ad approvare in fretta e furia la richiesta di referendum sulla legge elettorale nazionale, dopo il diktat lanciato da Matteo Salvini".

In precedenza erano state respinte dalla maggioranza le due questioni pregiudiziali basate sull'incostituzionalita' del quesito e una questione sospensiva, tutte presentate da Pd e 5 stelle. Perche' la richiesta del referendum abrogativo possa essere presa in esame dalla Corte Costituzionale, chiamata a valutarne la legittimita', entro il 30 settembre almeno 5 regioni dovranno depositare il quesito in Cassazione. Il capogruppo della Lega, Roberto Anelli, ha sottolineato: "La nostra e' una richiesta democratica nel pieno rispetto delle istituzioni e della Costituzione: vogliamo che sia il popolo ad esprimersi nel dibattito su proporzionale o maggioritario". Dunque "sorprende che proprio il Movimento 5 Stelle che fino ad oggi aveva sostenuto di essere favorevole alle consultazioni referendarie, abbia deciso di abbandonare l'aula insieme ai loro compagni del Pd".

Dure le critiche arrivate dalle opposizioni. Per il capogruppo del M5s, Marco Fumagalli, "quanto accaduto in Consiglio regionale e' gravissimo. Hanno bruciato i tempi e in spregio ai regolamenti approvato un quesito referendario che consentira' a Salvini, che e' a corto di argomenti, di fare propaganda vuota a spese dei lombardi". Sulla stessa linea il commento del capogruppo del Pd, Fabio Pizzul: "Hanno voluto trasformare il Consiglio regionale in una succursale della sede della Lega, negando ogni dibattito e approfondimento su un tema che riguarda la democrazia. Hanno agito sotto diktat di Salvini e questo e' francamente intollerabile, se vogliono svilire l'istituzione lo faranno da soli, senza di noi". Infine per Michele Usuelli (+Europa) "la richiesta di referendum e' pura propaganda: il quesito e' inammissibile e verra' respinto dalla Corte Costituzionale. Il vero scopo della Lega e' poter gridare al colpo di Stato quando cio' avverra'".

La seduta si era aperta con un richiamo da parte del presidente Alessandro Fermi al consigliere del Pd Pietro Bussolati, entrato in Aula con una felpa verde con la scritta 'Padania is Not Italy'.

La maggioranza respinge le pregiudiziali di costituzionalità e la sospensiva

 Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto le due pregiudiziali di costituzionalita' e la richiesta di sospensiva, presentate dalle opposizioni, sulla richiesta di referendum abrogativo della quota proporzionale della legge elettorale. Le due pregiudiziali sono state bocciate, a voto segreto, rispettivamente con 46 e 47 no. Durante la discussione i vari partiti di centrodestra avevano annunciato tutti il loro "no". Nel voto palese sulla richiesta di sospensiva il centrodestra, inclusa Forza Italia, ha votato assieme portando a casa 47 "no"; mentre le opposizioni (M5s, Pd, +Europa e Lombardi civici europeisti) hanno fatto registrare 28 si'.

Le opposizioni hanno abbandonato l'aula

Le opposizioni in Consiglio regionale abbandonano l'aula per protesta mentre si sta discutendo della richiesta di referendum abrogativo della quota proporzionale della legge elettorale. Alla ripresa dei lavori, dopo la bocciatura delle pregiudiziali costituzionali e della richiesta di sospensiva, Pd, M5s, +Europa e Lombardi civici europeisti hanno lasciato l'aula del Consiglio regionale, esponendo in polemica dei cartelli con scritto "Il Consiglio regionale non e' via Bellerio". La decisione e' stata annunciata in due interventi dai capigruppo Marco Fumagalli (M5s) e Fabio Pizzul (Pd). Il primo, dopo aver parlato di "attentato alla democrazia" ha detto: "Non parteciperemo piu' ai lavori di quest'aula". Da parte sua Pizzul ha sottolineato: "E' inutile che noi continuiamo a stare qui dentro, non cambia nulla, le cose sono state decise altrove. Siamo d'accordo come minoranze di abbandonare i lavori dell'aula".

Forza Italia chiede l'elezione diretta del Presidente della Repubblica

Nel giorno della discussione della proposta di referendum sulle legge elettorale nel Consiglio regionale lombardo, Forza Italia presenta un ordine del giorno che chiede l'elezione diretta del presidente della Repubblica. Il capogruppo di FI in Consiglio regionale, Gianluca Comazzi, ha spiegato: "La proposta di referendum in discussone oggi ha riportato al centro del dibattito pubblico un tema di importanza decisiva come quello della rappresentanza politica e della governabilita' di questo Paese. Se si vuole riformare in senso migliorativo l'attuale legge elettorale, occorre avviare un percorso che porti all'elezione diretta del Presidente della Repubblica". Infatti, aggiunge, "per evitare la paralisi e semplificare l'assetto istituzionale, riteniamo indispensabile affidare al presidente della Repubblica maggiori poteri di direzione politica: a legittimare il suo ruolo deve essere un forte mandato popolare. Dal momento che in questi giorni e' in corso una seria discussione per rivedere il sistema di rappresentanza dell'Italia, crediamo che questa sia l'occasione migliore per arrivare al presidenzialismo".

Per Comazzi "perdere anche questo treno significherebbe condannare il Paese a decenni di immobilismo e lentezza dell'apparato politico - burocratico". Un altro ordine del giorno e' stato presentato dal capogruppo di Fratelli d'Italia, Franco Lucente, e chiede di presentare al Parlamento nazionale una proposta di legge che "preveda almeno una quota di eletti col sistema maggioritario e un premio di maggioranza" e, infine, 'l'elezione diretta del presidente della Repubblica".

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