Milano
Legge Stabilità, Milano, Torino, Genova e Bologna: ecco il fronte del no
Legge di stabilità, l'assessore milanese Roberto Tasca assieme ai colleghi di Torino, Genova e Bologna contro i "tagli ai danni dei Comuni"
Legge Stabilità, Milano, Torino, Genova e Bologna: ecco il fronte del no
Inedita alleanza tra i Comuni di Milano, Torino, Genova e Bologna sul tema del Bilancio degli enti locali. I rispettivi assessori
La preoccupazione degli assessori delle quattro grandi città verte, in primo luogo, sull’abolizione del fondo consolidato di 300 milioni di euro che rimborsa i Comuni del minor gettito derivante da agevolazioni per IMU e TASI decise in passato dallo Stato. Ma c’è anche un’altra preoccupazione condivisa e riguarda l’incremento di ben 10 punti della percentuale di accantonamento al fondo crediti dubbia esigibilità che sarebbe piuttosto opportuno trasformare in un reale fondo di svalutazione crediti con conseguente riduzione di questa riserva.
“Inoltre – aggiungono gli assessori – non vengono ripristinati i trasferimenti che erano stati temporaneamente sospesi con il D.L. n. 66/2014 in violazione della giurisprudenza della Corte Costituzionale sui tagli lineari mentre continua a permanere un meccanismo assurdo di perequazione orizzontale che sottrae ai Comuni una cospicua quota del gettito della propria IMU contro il principio dell’autonomia finanziaria e del federalismo”. Restano poi da risolvere, secondo gli assessori al Bilancio, alcune annose vertenze, tra cui il pieno riconoscimento dei crediti dei Comuni che hanno sostenuto ingenti spese per assicurare il funzionamento dei Tribunali.
“Purtroppo – si legge nella nota – dobbiamo prendere atto che lo Stato continua irragionevolmente ad erodere risorse vitali per i nostri Comuni che sono chiamati a servire i cittadini in situazioni sempre più onerose e complesse. Su questo argomento dispiace non vedere alcuna attenzione alle esigenze degli enti locali. Auspichiamo vivamente che al Senato possano essere introdotte sostanziali modifiche perché la spesa dei nostri enti non è più comprimibile e queste manovre minano la stabilità dei bilanci, ostacolano una sana programmazione delle risorse su base pluriennale e mettono a repentaglio gli equilibri finanziari di molti Comuni che si trovano già in grande difficoltà. Sosteniamo con fermezza l’azione dell’ANCI, che ha già ampiamente rappresentato queste nostre istanze e ci appelliamo al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e a tutte le forze politiche perché siano responsabili del dovuto ascolto dei territori”.