Milano
Legionella, interrogazione della Lega alla ministra Grillo
La Lorenzoni chiede al governo di supportare la Regione con ulteriori risorse. Gallera: "Non abbiamo trovato una causa unica".
Legionella, interrogazione della Lega alla ministra Grillo
Più aiuti alla Regione Lombardia, per riuscire a scoprire le cause dei casi di polmonite che preoccupano il Bresciano. È la richiesta di Eva Lorenzoni, parlamentare della Lega alla Camera dei deputati, che ha presentato oggi un'interrogazione al ministro della Salute Giulia Grillo. Il testo, firmato da altri parlamenti del Carroccio (Simona Bordonali, Giuseppe Donina e Andrea Dara), ha come secondo firmatario Paolo Formentini.
"Data l'eccezionalità dell'evento e i numeri delle persone colpite, ormai superiori a 500 - spiega Lorenzoni in una nota - ci siamo sentiti in dovere di presentare un'interrogazione parlamentare dove chiederemo al ministro della Salute aggiornamenti circa la situazione, valutando anche la possibilità di coadiuvare e supportare Regione Lombardia con ulteriori risorse, uomini e mezzi per gli interventi e le verifiche del caso. In questo senso l'assessorato regionale al Welfare si è mosso celermente, mobilitando immediatamente l'Ats il cui lavoro di indagine prosegue senza sosta per rintracciare le cause precise di questa epidemia anomala. Detto ciò, come ammesso dallo stesso personale medico, ci si trova di fronte a un evento complesso, senza precedenti in Italia, che come tale va trattato".
Gallera: "Non abbiamo trovato una causa unica"
Intanto la legionella rimane un caso aperto ancora tutto da risolvere. L'Ats di Milano ha chiuso le indagini sui casi di che si sono verificati a Bresso nel mese di luglio provocando la morte di 5 persone e il contagio di altre 47. I dati sono stati presentati in conferenza stampa dall'assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, dal direttore generale dell'Ats di Milano, Marco Bosio, e dal sindaco di Bresso, Simone Cairo. "A Bresso - ha detto Gallera - è stato fatto un grande lavoro grazie ad una stretta collaborazione tra Regione Lombardia, il Comune e l'Ats di Milano. Sono state mobilitate oltre 70 persone, una task forse che ha indagato 101 siti per un totale di 598 campioni sottoposti ad analisi". Tuttavia "purtroppo non si è arrivati a stabilire quale sia l'unica fonte di contagio dei 52 casi di Legionella".
“L'inchiesta portata avanti da Ats Milano ci ha permesso di escludere il coinvolgimento sia dell'acquedotto sia delle reti idriche interne alle abitazioni – ha proseguito Gallera - L'evento è stato probabilmente causato dalla dispersione aerea del batterio favorita da fenomeni atmosferici straordinari, come per esempio una bomba d'acqua. Non si può escludere che qualche caso sporadico possa essere stato causato dall'acqua contaminata della fontana Mappamondo, ma non è ipotizzabile che questa possa essere l'unica causa dei 52 casi esaminati". Dunque secondo la Regione è ipotizzabile la presenza di altre fonti non identificate. "Per questo - ha spiegato Gallera - Ats proseguirà il monitoraggio e i campionamenti d'intesa con l'Istituto Superiore di Sanità al fine di prevenire altri casi del genere. Entro fine anno approveremmo in giunta un provvedimento che prevederà il censimento di tutte le torri di raffreddamento in Lombardia, norme puntuali per la loro periodica sanificazione e controlli e sanzioni da parte di Ats in caso di mancata ottemperanza". La Regione, ha concluso l'assessore, "è in campo per evitare che casi come quello di Bresso o Brescia possano ripetersi, attraverso controlli e provvedimenti che impongano sanificazioni continue sul territorio. I casi di Legionella sono stati 625 nel 2018, 633 nel 2017, 474 nel 2016, 491 nel 2015. Mentre i decessi sono stati 52 nel 2018, 60 nel 2017, 44 nel 2016, 50 nel 2015".