Milano
Legnano, la prigione e la ragione. Tutti dentro, fino al processo
Il ex sindaco, l'ex vicesindaco e l’ex assessore ai Lavori pubblici di Legnano dovranno attendere il processo ai domiciliari e rifiutano di patteggiare
Legnano, la prigione e la ragione. Tutti dentro, fino al processo
L’articolo apparso questa mattina su Il Giornale a firma del giornalista Luca Fazzo, accende i riflettori su una vicenda giudiziaria che ha dei risvolti che meritano di essere chiariti. “Sono passati 5 mesi e 1 giorno dalla mattina – scrive Fazzo - in cui la Procura di Busto Arsizio fece piazza pulita nel municipio di Legnano, arrestando in un colpo solo il sindaco, il vicesindaco e l’assessore ai Lavori pubblici. L’inchiesta è chiusa e lunedì prossimo inizierà il processo: quali prove ci siano ancora da salvaguardare quindi non si capisce ne è comprensibile come i tre, il leghista Gianbattista Fratus, i forzisti Maurizio Cozzi e Chiara Lazzarini, possano delinquere ancora, essendo ormai tagliati fuori non solo dal Comune, che è retto da un commissario, ma anche da qualunque prospettiva di tornare alla vita politica. Eppure i giudici si rifiutano di liberarli, restano ai domiciliari scontando di fatto una condanna che non è stata loro inflitta per accuse di cui si proclamano innocenti.”
Il giornalista denuncia inoltre “L’ultima a chiedere di tornar libere per stare vicino al padre in fin di vita è stata la Lazzarini: la procura ha dato parere favorevole ma il tribunale (lo stesso che dovrà processarla) ha già stabilito che è pericolosa perché la ‘riattivazione della fitta rete di conoscenze potrebbe incidere sulla serenità dei testimoni’. Quindi niente da fare, la Lazzarini affronterà il processo da detenuta e così dovranno fare Fratus e Cozzi."
Che ci sia qualcosa di poco chiaro lo si intravede anche da un trattamento non consueto nei confronti dei tre, a Formigoni e Penati, come fa ben notare il giornalista de Il Giornale, è stato concesso di affrontare le indagini e processi a piede libero. Tra l’altro, a questo punto, pare poco congrua la differenza tra detenzione che i 3 indagati hanno già scontato e la pena che rischiano di vedersi infliggere. Meno di un anno di carcere. Nelle settimane scorse – secondo quando riportato da Fazzo - la Procura ha contattato i difensori degli imputati proponendo di patteggiare la pena e dunque di evitare il processo, proponendo alla Lazzaini 11 mesi di carcere con la condizionale, 11 mesi a Fratus e 12 mesi a Cozzi. Tutti e tre hanno rifiutato perché si dichiarano innocenti.
Il giornalista punta poi il dito verso la fragilità dell’impianto accusatorio e della possibile difficoltà di arrivare a un giudizio di colpevolezza per i tre imputati.