Milano
Leoncavallo, Truppo (Fdi): “Sala e Pisapia non hanno mai dato priorità allo sgombero”
Per il capogruppo di Fratelli d’Italia a Milano, Riccardo Truppo, “il sindaco Sala e il suo predecessore non hanno mai posto il tema come prioritario al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica”. L’intervista
Leoncavallo, Truppo (Fdi): “Sala e Pisapia non hanno mai dato priorità allo sgombero”
“Quante volte Sala ha posto come prioritaria la questione dello sgombero del Leoncavallo al tavolo con la Questura?”. Riccardo Truppo per tramite di Affaritaliani.it pone una domanda diretta al sindaco Sala e al suo predecessore Pisapia, a suo dire responsabili per la condanna a 3 milioni di risarcimento al Ministero dell’Interno per il mancato sgombero del centro sociale Leoncavallo. L’intervista.
Consigliere Truppo, come commenta i recenti sviluppi sul Leoncavallo?
Bisognerebbe fare un focus sulle responsabilità politiche del sindaco Sala e anche della giunta precedente. Pongo una domanda diretta: quante volte Sala ha posto come priorità la questione al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica?
La responsabilità del mancato sgombero del centro sociale sarebbe del Comune e non del Ministero degli Interni?
Non contesto la decisione della Corte di Milano che ha condanno il Ministero dell’Interno al risarcimento. La competenza è statale, quindi il Ministero è stato chiamato a risarcire. Quello che mi chiedo è se i sindaci che hanno governato la città negli ultimi 15 anni abbiano posto come prioritaria la questione al tavolo che ogni due settimane si tiene tra Comune, questore e prefettura e che ha potere decisionale in materia di sgomberi. Laddove questo non fosse accaduto, si dimostrerebbe una responsabilità forte della politica milanese.
Per quale motivo le giunte Sala e Pisapia non avrebbero dato priorità allo sgombero?
Basta vedere il silenzio assordante di questi giorni di Sala. Mentre da tempo, per fortuna, assistiamo a una forte attenzione mediatica al tema delle occupazioni, il sindaco si trincera nell’evasività di chi le considera delle semplici “ragazzate”. Adesso che è arrivata una condanna a 3 milioni a carico dello Stato, il sindaco se la sente di fare una dichiarazione o pensa ancora di evitarla?
Che soluzione proponete per lo spazio?
Deve tornare in mano ai privati, come prevede la legge. In città non può esserci spazio per nicchie dove l’ordinamento giuridico viene sospeso. In quel luogo, illegalmente occupato, passa un messaggio tristissimo per i nostri giovani: che esistono luoghi come i centri sociali in cui il diritto è sospeso. Un messaggio anti-sociale e diseducativo, a cui la politica deve dare una risposta quanto prima.
Come valuta l’operato del Comune su un altro importante spazio cittadino, quello di San Siro?
Purtroppo, il vero nemico della giunta sala è stata la sua stessa maggioranza, che ha dato un messaggio di incertezza. Sala non ha trovato un accordo nemmeno coi propri consiglieri sul dossier stadio. Queste lungaggini di un cavallo politico imbizzarrito hanno fatto disamorare le due squadre. Nell’ultimo Consiglio Comunale noi forze di opposizioni abbiamo fatto delle proposte comuni e non confliggenti, che però sono state respinte in maniera sbrigativa. In un dibattito di 4 ore, ci hanno relegato agli ultimi dieci minuti, per poi bocciarci seccamente: la dimostrazione plastica di un dossier gestito come una trattativa tra privati.
La soluzione della cessione vi piace?
Sì, sperando però che a differenza del Leoncavallo, almeno a San Siro venga rispettata la legge. Per questo Fdi proponeva di rispettare il vincolo sullo stadio, senza abbattere il Meazza. Ci prestiamo alla soluzione della vendita, ma chiedendo il rispetto degli accordi: le due squadre devono rimanere a Milano e gli oneri della cessione devono essere destinati al quartiere di San Siro.