Milano

Letizia Moratti: "Ho la ricetta per far tornare a crescere la Lombardia"

di Fabio Massa

La candidata: "Essenzialmente la gente chiede attenzione ai territori. I piccoli comuni si sentono abbandonati e lontani"

Letizia Moratti: "Ho la ricetta per far tornare a crescere la Lombardia". L'intervista

Il suo pullman gira la Lombardia. Che cosa le sta lasciando questa campagna elettorale a livello umano?
E' un giro che mi permette di avere una visione più diretta delle nostre eccellenze, delle criticità. E' un giro che permette di creare relazioni, che sono sempre più necessarie. Viviamo in una società che forse anche per via del lockdown e del Covid si è isolata, si è rinchiusa.

La gente che cosa le chiede, da Sondrio a Pavia, nelle valli? Che cosa l'ha colpita?
Essenzialmente la gente chiede attenzione ai territori. I piccoli comuni si sentono abbandonati e lontani, si sentono periferia. Vogliono attenzione ai temi che riguardano la sicurezza, anche nei piccoli comuni. Attenzione ai temi che riguardano i piccoli negozi di commercio. Attenzione per quanto riguarda la sanità territoriale e per la presenza dei medici di famiglia. Molti richiedono più efficienza nel settore dei trasporti pubblici. E poi c'è tanta voglia di far vedere quelle che sono le storie, le tradizioni delle province.

Di territorio in territorio, chissà quanti prodotti enogastronomici riceve...
Beh certo. Devo dire che oltre a riceverli in dono molti li compro anche perché penso che sia giusto così. In Valcamonica il bitto, in Valtellina la bresaola, a Cremona il torrone o la mostarda... Credo che questa volontà di far assaggiare, di mettere in mostra i propri prodotti sia una richiesta di vedere valorizzato il proprio lavoro, le proprie storie, le proprie radici. E poi ci sono botteghe artigiane bellissime, straordinarie. Ce ne è una a Morbegno che è uscita sul Financial Times come una delle 50 eccellenze nel mondo.

Che cosa vendeva?
Enogastronomia, si chiama Ciapponi. Vale la pena visitarla.

Lei dice di aver ricevuto moltissime proposte anche di incarichi governativi, molto prestigiosi. Qual è la motivazione che l'ha spinta a una candidatura che è sicuramente la strada più difficile da percorrere rispetto a incarichi ministeriali?
Nella mia vita mi hanno sempre richiesto di occuparmi di cose che avevano grandi criticità. In Rai sono stata chiamata quando perdeva e non aveva investimenti, perdeva anche audience rispetto a Mediaset. Al ministero dell'Istruzione mi hanno chiamato per fare una riforma che era da 80 anni che si attendeva. Come sindaco arrivavo dopo Gabriele Albertini, ottimo primo cittadino. Ma era la fine di un ciclo, c'era bisogno di rilanciare. In Regione Lombardia sono stata chiamata in un momento di grande criticità. Io ho sempre cercato sempre incarichi dove capivo di poter dare un contributo, di poter davvero incidere. Rispetto a tutti gli altri incarichi che mi sono stati prospettati quello di Regione Lombardia è quello che ho sentito più necessario.

Perché?
Perché la Regione è sicuramente la locomotiva del Paese. Ma non lo è più a livello europeo. La Lombardia non cresce da 10 anni. Io so come rilanciarla, ho la ricetta. So che è una sfida difficile, ma per me e per la mia esperienza, per quello che penso debba essere il senso della vita, l'importante è dare un contributo laddove si pensa davvero di poter davvero fare la differenza.

Lei ha parlato di mettere a gara Trenord. Non teme che un privato farebbe solo i suoi interessi?
Ma assolutamente no. Dipende da come si fanno le gare, e che cosa si mette a gara, quali tratte. Prima di tutto bisognerebbe fare delle mappature. E' qualcosa che la Regione non ha mai fatto: guardare i flussi, le tratte... Io quando sono arrivata al Welfare mi sono trovata di fronte a un sistema che non aveva fatto nessuna mappatura. Ecco, per i trasporti è lo stesso.

Del passante ferroviario di Fontana che cosa pensa?
Un'opera ciclopica, e anche inutile. Parliamo di cose serie, sennò è come parlare del Ponte sullo Stretto...

Vorrei farle una domanda personale: i suoi figli che cosa le hanno detto quando ha deciso di candidarsi?
Quando ho accettato il ruolo di vicepresidente e assessore al Welfare tutti i miei amici mi sconsigliavano. Mi dicevano: "Stai prendendo la patata più bollente che c'è in questo periodo". Sa gli unici che mi dicevano "fallo" chi erano?

I suoi figli.
Esatto. I miei figli. E adesso l'hanno ripetuto: "Fallo, mamma".

Le manca San Patrignano?
Mi manca tantissimo. L'ultima volta che sono andata è Natale. Non mancherei un Natale a San Patrignano per nulla al mondo. Ho perso solo i due del Covid, ma non rinuncerei mai. Ho la fortuna che mio figlio Gabriele ha scelto di vivere a San Patrignano. Questo mi dà serenità. Poi li sento molto frequentemente, ovviamente.

Torniamo alle elezioni. Lei li guarda mai i sondaggi?
No, mai.

Ogni giorno ne esce uno diverso. Quindi non si è data un obiettivo numerico...
Solo un obiettivo: arrivare prima. O prima, o non mi interessa.

La campagna si sta un po' indurendo, tra "vergognati" e toni che si alzano...
Per quello che mi riguarda si sta indurendo quando ascolto delle falsità da parte di uno o dell'altro candidato. E rispondo.

La rammarica quello che ha risposto Sala, dicendo che voterà Majorino?
Io constatato un'attenzione e una stima e un'amicizia da parte di tanti elettori Pd che hanno dichiarato di votarmi. Vedo che Sala si è spostato su Majorino e sulla Schlein e sull'alleanza con il Movimento 5 Stelle. Io sono sorpresa, e sono sorpresi anche gli elettori. E' un'alleanza che qua in Lombardia è difficile da capire, con un congresso nel quale c'è la possibilità che una sinistra non riformista prevalga e superi la sinistra riformista. C'è una riflessione da parte di buona parte degli elettori Pd a cui questo non piace.

Gioco della torre. Ho chiesto a Majorino che avrebbe buttato giù tra lei e Fontana e ha scelto Fontana. E Fontana ha scelto Majorino. Lei sulla torre ci è rimasta...
E' un gioco che non mi piace. Vede, nessuno mi ha buttato giù perché si pensano uno avversario dell'altro.

Marchiamo le distanze politiche: Conte o Salvini?
Salvini mi pare che abbia dei problemi interni. Lasciamolo a gestirli. Conte mi sembra che stia facendo un'Opa sul Pd. Lasciamolo riflettere con il Pd su chi dovrà rappresentare un mondo che sarà - io mi auguro - da un Pd riformista.

Il Movimento 5 Stelle è assai distante da lei, insomma.
Il M5S è distante dal dna dei lombardi. La decrescita felice non fa parte del dna dei lombardi.

Per concludere: la prima cosa che fa quando si siede sulla poltrona da presidente di Regione.
Per prima cosa ringrazio gli elettori. Poi faccio la squadra di governo e inizio a lavorare per fare tre cose. La prima è iniziare ad applicare la ricetta per rilanciare la crescita nella nostra Regione. La seconda è quella di agire sulle liste d'attesa. E la terza è quella di bussare al ministero della Salute per chiedere l'approvazione del decreto sui medici di medicina generale, che amplia le loro ore e che permette di essere più presenti per i cittadini.

fabio.massa@affaritaliani.it








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