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Milano
Linate: il progetto di rinnovamento parte col redesign della facciata

Ammonta a 60,3 milioni di euro il progetto di rinnovamento dell’aeroporto di Linate, che vedrà SEA impegnata fino al 2022. La prima parte del piano “Nuova Linate” vale 8,3 milioni e il suo intervento principale consiste nel redesign della facciata, che sarà completato entro l’aprile del 2018, a fronte di un costo di 3,4 milioni.

A realizzare il progetto è stato l’architetto Pierluigi Cerri, il quale lo contestualizza nel più complesso piano di interventi sullo scalo milanese: “Il redesign della facciata verso terra di Milano Linate appartiene al progetto di immagine coordinata che qui vorremmo riproporre come identità forte e razionale in una continua negoziazione di contenuti in cerca di forma”, ha detto durante la presentazione del progetto.

In questa fase iniziale di lavori è inoltre previsto il completo rinnovamento della zona arrivi e dell’area ritiro bagagli, attraverso nuovi controsoffitti e pareti realizzati in gres. Si tratta di un cambiamento destinato a migliorare la percezione dell’altezza e dell’ampiezza dell’aerostazione.

In cantiere anche la nuova Vip Lounge Leonardo, che ricollocata in una nuova area dell’aerostazione sarà più ampia e incarnerà al meglio il fascino e il comfort dello stile italiano: nelle intenzioni di SEA, è il primo passo per una nuova user experience dell’aeroporto, con l’obiettivo di presentare nel 2022 una Linate completamente nuova.

“Erano 25 anni che non si investiva su Linate – ha osservato Pietro Modiano, Presidente di SEA - Dopo il restyling che nel 2015 ha reso Milano Malpensa’Best European Airport’ e dopo Expo, che ha permesso a Milano di iniziare un nuovo capitolo della sua storia, era giusto dotare la città di un city-airport all’altezza dei migliori in Europa, accompagnando la città con semplicità e precisione, concetti ai quali l’architetto Cerri si è ispirato nel suo progetto per il redesign della facciata”.

“Se dopo tanto tempo si è ricominciato a investire – ha commentato Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica del Comune di Milano – è perché finalmente si è fatta chiarezza sulle prospettive di un aeroporto da sempre molto caro ai milanesi e che a breve grazie alla linea 4 della metropolitana sarà collegato al centro della città da un viaggio di pochi minuti”.

Come tipico dell’operosità milanese, Linate rimarrà sempre in funzione durante tutto il tempo necessario per l’esecuzione dei lavori. Verranno realizzati dei microcantieri con attività organizzate su base diurna e notturna, così da impattare il meno possibile sull’attività aeroportuale. All'esterno si chiuderà il viadotto partenze solamente di notte, quindi anche in questo caso senza disagi per i passeggeri.

Una volta terminato l’intervento, l’aspetto di Linate sarà molto diverso. “Oggi l’edificio aeroportuale si presenta come una struttura dagli elementi costruttivi esausti e dalla composizione architettonica confusa, un edificio cui è difficile definire la destinazione d’uso per l’eccessiva sovrapposizione di funzioni e anche per il disordine dei numerosi veicoli che l’attraversano o parcheggiano, e per una sgradevole penombra cui sono immersi i due piani dell’edificio, per via del complicato disegno delle pensiline che una lettura della sezione dello stato di fatto consente di notare”, osserva l’architetto Cerri.

Il restyling si baserà su due linee-guida fondamentali: precisione e semplicità. “Ogni operazione di progetto oggi è sempre più azione di trasformazione parziale, riuso, restauro, rammendo, in cerca di identità. Un lavoro sulle piccole differenze significative”, commenta il progettista.

La nuova sezione di progetto ricolloca una pensilina costituita da una struttura metallica vetrata a protezione del piano partenze concepita in modo da filtrare i raggi infrarossi e l’effetto serra per consentire una completa luminosità diurna dell’area protetta. La leggerezza e l’attenuato ingombro visivo nella nuova pensilina consentono di mettere in luce l’intero disegno della nuova facciata concepita per sottrazione di elementi invasivi.

La facciata è resa uniforme e riordinata nei suoi elementi costruttivi con un sistema di rivestimento che prevede l’applicazione a secco, sulla superficie esterna dell’edificio, di pannelli di Corian, materiale acrilico termoformabile con carica minerale le cui proprietà sono l’eccellente resistenza alle aggressioni climatiche, ottima reazione al fuoco, facile manutenzione, resistenza agli atti di vandalismo. Le pannellature non aderiscono alla parete, ma risultano distanziate per formare una intercapedine così da ottenere la circolazione naturale dell’aria per effetto del moto convettivo dalla sommità alla base della facciata. La flessibilità di installazione dei pannelli consente di inglobare nuovi serramenti a nastro nel piano degli uffici che così risultano più integrati e attenuati nel disegno complessivo della facciata. Emergono in primo piano i grandi portali di entrata e uscita concepiti come supporti segnaletici la cui identificazione immediata dovrebbe attenuare il diffuso disorientamento spazio-temporale.

Una terza linea-guida che contraddistingue l’intervento è l’assoluta predominanza del bianco, che Cerri collega anche a una definizione dell'architetto Richard Meier: “Il bianco assoluto evidenzia le differenze fra gli elementi costruttivi, tra aperture e chiusure, tra involucro e struttura”.

La presentazione

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