Milano

Lombardia, Di Marco (M5S): "Salario minimo regionale"

di Nicolò Rubeis

Il capolista a Milano dei Cinque Stelle: "Se dovesse essere cancellato il reddito di cittadinanza, come Regione interverremmo con misure compensative"

Lombardia, Di Marco (M5S): "Salario minimo regionale"

"Il salario minimo in chiave regionale è una necessità. Tutti i servizi appaltati della Regione devono avere delle regole chiare per paghe orarie dignitose". Nicola Di Marco, consigliere regionale e capolista a Milano e provincia del M5s, in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano assicura che in caso di abolizione del reddito di cittadinanza il centrosinistra è pronto a correre ai ripari: "Con Pierfrancesco Majorino abbiamo raggiunto già un accordo su questo. Nel momento in cui dovesse esserci una riduzione o una cancellazione del reddito, come Regione interverremo con misure compensative simili".

Di Marco, partiamo da queste due proposte.
Nei bandi fatti dalle società regionali non dovrà più esserci il criterio di selezione del massimo ribasso, che finisce per incidere anche sulla qualità dei servizi, ma tutele per i lavoratori, dal comparto ferroviario a quello sanitario, fino alla caffetteria del palazzo della Regione. Servono paletti ben chiari, che guardino alla dignità salariale. Sul reddito di cittadinanza, invece, non possiamo pensare che dalla mattina sera alla mattina oltre 90mila nuclei familiari lombardi rimangano senza il minimo sostegno.

La prima cosa da fare per la sanità?
Ho conservato nel mio cellulare una foto che mi ha mandato un cittadino. La visita oculistica che ha richiesto all'ospedale di Abbiategrasso è stata fissata al 2025, una cosa vergognosa. La priorità non può che essere l'abbattimento delle liste d'attesa.

E per i trasporti?
Prima di ogni azione c'è la necessità di recuperare quel clima di dialogo costruttivo con gli stakeholders, dai comitati dei pendolari, che Regione non ha mai ascoltato, ai soggetti che si occupano della rete. E senza scaricare sempre la responsabilità su chiunque, perché negli ultimi anni ci si è concentrati sulle grandi autostrade ma si è messo da parte tutto ciò che riguarda il trasporto pubblico locale.

Andrà rivista la governance di Trenord?
Servirà riflettere sull'attuale governance che ha preso il peggio dalla Regione per quanto riguarda l'atteggiamento nei confronti dei pendolari. E anche sul superamento dell'attuale riparto delle quote dell'azienda: questo 50% e 50% (50% Fnm, 50% Trenitalia,  ndr) non fa bene probabilmente. Ma rispetto a quello che dice Letizia Moratti che non ha mai preso un treno e vorrebbe mettere a gara il servizio, noi siamo per tutelare la presenza del pubblico in un asset fondamentale come il trasporto ferroviario.

Come risponde a chi dice che voi siete quelli del 'no' a tutto?
Sono ricostruzioni maliziose di qualche partito, fatte negli anni anche da alcuni media, che non rappresentano la realtà. Noi diciamo 'sì' al quadruplicamento delle linee ferroviarie, al prolungamento delle metropolitane e alla riqualificazione delle strade provinciali, mentre si è investito su autostrade inutili e dai costi altissimi: è una questione di priorità.

Giuseppe Conte si è speso in prima persona in questi giorni in Lombardia.
In tutto questo periodo è stato vicino al gruppo regionale, fin dalle fasi iniziali, quando abbiamo esposto i nostri punti chiave alla coalizione di centrosinistra. E andando poi a toccare tutte quelle che sono le nostre battaglie storiche, visitando una casa di comunità, facendo un viaggio su un treno regionale e un sopralluogo in quartiere Aler.

La doppia cifra è il vostro obiettivo?
Il nostro obiettivo è far vincere la coalizione e cambiare pagina dopo 28 anni. Poi arrivano le ambizioni della lista e dei singoli. Da quello che vediamo dai sondaggi ci sembra di capire che il M5s stia recuperando spazio all'interno della società. Ma io personalmente sono disposto a scambiare un punto percentuale della mia lista pur di vincere come coalizione.







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