Milano

Lombardia Film Commission, i pm valutano il giudizio immediato

Sostegni dovrà rispondere in merito all'attività di una fiduciaria coinvolta nell'acquisto del capannone a Cormano a prezzo 'gonfiato'

Lombardia Film Commission, quinto interrogatorio del "prestanome" Sostegni

E' in corso da circa un'ora a Milano il quinto interrogatorio di Luca Sostegni, considerato il prestanome dell'operazione 'Film Commission' in Lombardia, legata all'inchiesta sui fondi della Lega. Il 62enne era stato fermato lo scorso luglio prima che fuggisse in Brasile: era infatti tornato in Italia dalla sua residenza sudamericana, dopo l'epidemia Covid, per riscattare la sua "quota" nell'ambito dell'acquisto a prezzo gonfiato, e' l'ipotesi dei pm, di un capannone in via Bergamo 7 a Cormano. Secondo il sostituto Stefano Civardi e l'aggiunto, Eugenio Fusco, l'operazione immobiliare che prevedeva l'acquisto dell'immobile da parte della Regione Lombardia per il doppio del suo valore iniziale (800mila euro in tutto) sarebbe servito a far transitare delle somme nelle casse del partito, attraverso una serie di fiduciarie con sedi in Svizzera e a Panama. E' proprio su una delle fiduciarie incaricate di gestire l'operazione, la Fidirev, che dovra' rispondere oggi Sostegni: nell'ufficio milanese della societa' gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano si sono recati in una delle prime attivita' di perquisizione a luglio, portando via una serie di scatoloni con documenti poi analizzati. 

Se Sostegni e' considerato il perno dell'operazione immobiliare, gli inquirenti puntano a fare luce sugli altri tre 'nomi' importanti dell'inchiesta, ritenuti ideatori del sistema: il commercialista Michele Scillieri, titolare dello studio milanese in via delle Stelline dove nel 2017 venne registrato il movimento "Lega per Salvini premier", Alberto Di Rubba, direttore amministrativo del Carroccio al Senato ed ex presidente di Lombardia Film Commission (venne nominato dalla giunta Maroni) e Andrea Manzoni, ex revisore dei conti della Lega alla Camera. Tutti per ora si trovano ai domiciliari per peculato e turbata liberta' nella scelta del contraente, con Scillieri che risponde anche di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

E' stata respinta dal Tribunale del Riesame di Milano la richiesta di revoca dei domiciliari per Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, commercialisti vicini alla Lega. Per i due professionisti era scattata la misura cautelare nell'ambito dell'indagine sull'acquisto di un'immobile a Cormano, che sarebbe stato al doppio del prezzo di mercato, da parte della Lombardia Film Commission, la societa' regionale di promozione cinematografica.  L'operazione, avvenuta tra il 2017 e il 2018, secondo la procura di Milano (pm Stefano Civardi e aggiunto Eugenio Fusco) era servita a far transitare fondi pubblici nelle casse del partito attraverso diverse fiduciarie, con sedi anche in Svizzera e a Panama. Al centro dell'operazione anche il terzo commercialista del Carroccio, Michele Scillieri, e il suo prestanome, Luca Sostegni, dal fermo del quale e' scaturita l'indagine. Le accuse a vario titolo sono di peculato, turbativa d'asta, ed evasione.

Al vaglio dei pm la richiesta di giudizio immediato per i tre commercialisti

I tre commercialisti della Lega finiti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta su Lombardia Film Commission potrebbero finire direttamente a processo. I magistrati stanno infatti valutando se chiedere per loro il giudizio immediato, formula processuale che prevede di bypassare l'udienza preliminare. Il pm Stefano Civardi ed il procuratore aggiunto Eugenio Fusco ritengono di aver raccolto a loro carico prove così evidenti e schiaccianti da rendere superfluo il filtro rappresentato dall'udienza preliminare. Un'eventualità che i magistrati hanno deciso di vagliare con attenzione dopo la pronuncia del Tribunale del Riesame che proprio oggi ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata da Alberto Di Rubba, ex presidente della fondazione regionale per la promozione del patrimonio cinematografico lombardo e attuale direttore amministrativo della Lega al Senato, e Andrea Manzoni, revisore dei conti del Carroccio alla Camera. L'eventuale richiesta di immediato riguarderebbe tutti gli indagati dell'inchiesta milanese colpiti da misure cautelari: non solo Di Rubba e Manzoni, accusati di turbata libertà nella scelta del contraente e peculato, e il commercialista Michele Scillieri (gli è contestata anche la sottrazione fraudolenta nel pagamento delle imposte), ma anche il cognato di ques'ultimo, Fabio Barbarossa, ora ai domiciliari per peculato, e Luca Sostegni, il 62enne in carcere dal luglio scorso per estorsione a danno dei tre commercialisti: avrebbe chiesto denaro in cambio del suo silenzio sulla compravendita a prezzi gonfiati del capannone di Cormano destinato a ospitare la sede di Lombardia Film Commission.








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