Milano

Lombardia Informatica, caso politico. M5s: "Poltronificio della Lega"

Il caso giudiziario su Lombardia Informatica diventa anche politico. M5s: "Deve essere smantellata"

Lombardia Informatica, il caso diventa anche politico

"Ancora una volta Lombardia Informatica si dimostra lo 'stipendificio' e il 'poltronificio' dei partiti. La Lega, invece di nominare persone competenti nelle societa' partecipate, piazza gli uomini di partito e questi sono i risultati". A dirlo e' il consigliere lombardo del M5s, Dario Violi, commentando l'indagine per turbativa d'asta e corruzione che ha coinvolto Giorgio Caielli, ex presidente di Lombardia informatica, societa' partecipata della Regione Lombardia, ed ex segretario della Lega a Gallarate (Varese).

M5s: "Lombardia Informatica deve essere smantellata"

"La magistratura - ha aggiunto Violi in una nota - deve andare fino in fondo, Lombardia informatica deve essere smantellata. Vista anche la relazione della Corte dei Conti, che ha dimostrato le inefficienze del sistema LISPA, mi auguro che la giunta proceda con l'incorporazione della societa' in Arca, e non il contrario come pare stia accadendo. Nell'interesse dei lombardi Fontana ci sorprenda una buona volta e chiuda qui con Lombardia Informatica".

Le accuse a Lombardia Informatica

La tesi dell'accusa e' che i responsabili della societa' Service Trade SpA, abbiano fatto delle promesse, a Giorgio Caielli, ex presidente di Lombardia Informatica, per assicurarsi di essere al proprio posto nella gara per l'assegnazione di un appalto per forniture di servizi informatici. Un bando, uscito nell'ottobre dello scorso anno, ma assegnato un mese fa, in cui Lombardia Informatica, di cui Caielli era presidente, fungeva da stazione appaltante e che avrebbe garantito servizi per ospedali pubblici della Regione per un valore di 287 milioni di euro. I primi ad indagare sul caso sono stati i finanzieri di Lodi, coordinati dal pm di Milano Giovanni Polizzi, sospettando delle interferenze della Service Trade, che pero' poi non ha vinto l'appalto. In cambio il leghista Caielli, grazie alle pressioni della societa', avrebbe dovuto rimanere presidente della in-house di Regione Lombardia, cosa che pero' poi non e' avvenuta. 







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