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Lombardia, Majorino (Pd): "Romani? Si appiattisce sulla maggioranza"
Federico Romani e Pierfrancesco Majorino

Lombardia, Majorino (Pd): "Romani? Si appiattisce sulla maggioranza"

"Si appiattisce sulla maggioranza". Contattato da Affaritaliani.it Milano per un colloquio sulla gestione dell'aula del consiglio regionale da parte del presidente Federico Romani (FdI), il capogruppo Pd al Pirellone Pierfrancesco Majorino non usa giri di parole mentre si accinge a cominciare la sua visita al Salone del Mobile e rimanda la spiegazione del perché della sua affermazione al termine della stessa.

L'altro giorno Romani, in concomitanza con la manifestazione di protesta dei disabili ha spostato la convocazione del consiglio regionale al pomeriggio. Gli inciampi nella sua gestione della presidenza del consiglio regionale sono imputabili più a incapacità o a malafede?

Sono convinto che in quel caso non sia stata nemmeno farina del suo sacco ma della maggioranza di centrodestra.

Romani è adeguato al ruolo che ricopre?

Non vorrei farne una questione personale, la mia lettura è che quando c'è un conflitto lui si appiattisce sulla maggioranza.

Alcuni rumors dicono che anche nel centrodestra serpeggerebbe malcontento...

C'è sempre un continuo vociare tra loro di un conflitto reciproco, del resto ogni volta che siamo andati al voto segreto la maggioranza è andata sotto. Non c'è compattezza e c'è molta rivalità interna.

Più volte in aula è scoppiata la bagarre dopo alcune decisioni di Romani, come nel caso dell'ordine del giorno del Pd per il sostegno ai comuni colpiti dal maltempo...

In quella occasione contestammo la conduzione dell’aula del presidente Romani, lo invitammo quindi a leggere attentamente gli articoli del regolamento. La gestione dell'Aula non fu né lineare, né coerente e tantomeno rispettosa. La presidenza impedì l'intervento della consigliera Rozza che si era prenotata per intervenire sull'ordine dei lavori durante la giornata.

E' accaduto qualcosa di simile anche per quanto riguarda il referendum sulla sanità.

Lì ci siamo trovati di fronte a un colpo di mano della destra volto a impedire ai cittadini lombardi di pronunciarsi sulle scelte che governano la sanità regionale. Un atto di violenta e arrogante debolezza che non credo abbia precedenti in nessun consiglio regionale d'Italia.


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