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Lombardia, caos contagi, +Europa: chi sa invii dati anonimi a Covidleaks.it
(fonte Lapresse)

Lombardia, caos contagi, +Europa: chi sa invii dati anonimi a Covidleaks.it

“Il 4 giugno 2020 ho presentato in aula la interrogazione: ‘Trasparenza dei dati necessari a calcolare i parametri lombardi di sorveglianza epidemiologica, relativi alla sintomatologia da Covid 19, senza trattamenti di aggregazione o riduzione grafica’. Da allora ho cercato di convincere i miei alleati ed i miei avversari che rendere pubblici questi numeri avrebbe aiutato le persone in difficoltà economiche e diminuito le restrizioni di Libertà personale che abbiamo vissuto in questi mesi. Ho chiesto e richiesto, effettuato un accesso agli atti a Regione, mi sono inginocchiato davanti a chi ha il potere di darli. Nulla è servito. Oggi  proseguo la mia battaglia non violenta esortando chiunque abbia i numeri di darli, nel pieno rispetto della legge e con certezza di anonimato a Covidleaks.it”. 

Questo l’appello del consigliere regionale Michele Usuelli di +Europa/Radicali e iscritto all’Associazione Luca Coscioni, realtà attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla salute e alla scienza -. Usuelli nelle scorse ore ha ricevuto diverse manifestazioni di solidarietà, da fazioni politiche trasversali, per essersi inginocchiato di fronte alla giunta, nell’ennesimo tentativo di chiedere i tanto dibattuti DATI APERTI E DISAGGREGATI, elemento fondamentale per avere una fotografia della pandemia e aiutare a impedire il ripetersi di errori come quello che ha determinato l’errata attribuzione della zona rossa in Lombardia.

CovidLeaks.it è la piattaforma di whistleblowing promossa dall'Associazione Luca Coscioni che invita chiunque ne sia in possesso (personale sanitario, delle istituzioni…) alla condivisione ANONIMA dei dati disaggregati e aperti sulla pandemia tenuti finora nascosti.  Questi vengono poi pubblicati online, a disposizione della comunità scientifica, data journalists, ricercatori e chiunque voglia utilizzarli per analisi indipendenti, ad esempio per cercare correlazioni incrociando alcune caratteristiche (come età, sesso, residenza, comorbilità) delle persone con altri fattori demografici e ambientali. Compito al momento impossibile

Inoltre, l’Associazione Luca Coscioni è impegnata su tutti i livelli sin dall'inizio della pandemia. Al tema dei dati aperti disaggregati si aggiunge quello relativo alla confusione sul REALE STATO DEI CONTAGI

“Attraverso interrogazioni parlamentari, proposte concrete sviluppate insieme a scienziati e ex presidenti ISTAT, sin da marzo proponiamo il ricorso a test tampone a campione sulla popolazione così da conoscere il dato del numero complessivo di contagi (con una percentuale di errore che non supera il 5% (qui la proposta https://www.associazionelucacoscioni.it/notizie/comunicati/dati-e-lockdown-totale-cappato-piu-che-la-magistratura-occorre-lindagine-a-campione-che-chiediamo-da-8-mesi) - aggiunge Marco Cappato, attivista politico che sul tema del Diritto alla Salute e alla Scienza agisce insieme all’Associazione Luca Coscioni, di cui è Tesoriere-. In più sono ormai 10 mesi che insieme a Michele Usuelli e alla comunità scientifica poniamo la questione sui dati aperti e disaggregati. E’ evidente che per avere dati disaggregati e in formato aperto su scala nazionale e consentire agli scienziati di effettuare sistematicamente ricerche indipendenti servirebbero i dati aggiornati in tempo reale e certificati dalle Agenzie di Tutela della Salute, dalle Regioni, dall'Istituto Superiore di Sanità e dal Governo. Nel frattempo abbiamo creato la piattaforma CovidLeaks”. 

L’Associazione Luca Coscioni precisa che i file pubblicati sono copie dei file segnalati anonimamente a Covidleaks (i riferimenti che avrebbero potuto far risalire a identità personali sono stati eliminati). Trattandosi di file anonimi, non è possibile garantire l'integrità dei dati. Per questo occorre che siano le istituzioni liberare tutti i dati.

PER EVENTUALI APPROFONDIMENTI SU COVIDLEAKS - A questo LINK dati disaggregati in formato aperto su morti in Lombardia e contagi in Toscana.

I mittenti “whistleblower” affermano che si tratta di alcuni dati sulla diffusione del virus in Lombardia e in alcune zone della Toscana, allegando alcune comunicazioni interne alle autorità sanitarie finalizzate a comprovarne l'origine.

In particolare, le tabelle sulla Lombardia si riferiscono ai dati di giugno sulle prime 16.318 morti nella regione e riportano al massimo grado di dettaglio possibile - cioè a livello individuale - informazioni sulle persone decedute: per ciascuna è specificato sesso, età, comune di residenza, comorbilità per tipologie di malattia e presenza o meno di altre patologie oncologiche. 

Le tabelle sulla Toscana, invece, riportano per ciascuna delle 1007 persone sottoposte a tampone in una Usl: sesso, età, residenza, unità sanitaria di provenienza e di analisi, eventuale convivenza o familiarità, date precise di presa in accettazione e di validazione

Tutti questi dati - insieme ad altri già noti - sono stati segnalati in formato aperto, e dunque potenzialmente utilizzabili dalla comunità scientifica.

 

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