Milano
Lombardia: per legge in agriturismi solo pesce e vino regionali
La proposta è stata approvata nella seduta di oggi del Consiglio regionale della Lombardia
Lombardia: per legge in agriturismi solo pesce e vino regionali
Vino e pesce solo di provenienza regionale, un massimo di 160 pasti al giorno e non piu' di 100 posti per l'alloggio, una particolare attenzione alla valorizzazione della cucina tradizionale e ai prodotti del territorio, una norma ad hoc per l'enoturismo. Sono alcune delle novita' introdotte dalla modifica della legge regionale 31 (testo unico in materia di Agricoltura, Foreste, Pesca e Sviluppo rurale) approvata nella seduta di oggi del Consiglio regionale della Lombardia. I voti a favore sono stati 43 voti, uno contrario e 26 astenuti. La norma interviene su due diverse materie inserendo nuove disposizioni sul florovivaismo e aggiornando, con modifiche, la disciplina dell'agriturismo. La somma dei prodotti propri e quelli del territorio non deve essere inferiore all'80% del totale dei prodotti utilizzati durante l'anno. Nel restante 20% non possono essere compresi prodotti ittici di provenienza marina e vini provenienti da altre regioni (fatta eccezione per vini provenienti da aziende agricole non lombarde, contigue alla provincia dove ha sede l'azienda agrituristica).
Il provvedimento e' stato sostenuto da tutta la maggioranza di centrodestra. Il relatore della legge, il consigliere segretario dell'Ufficio di presidenza Giovanni Malanchini (Lega), lo ha definito "innovativo", sottolineandone le positive ricadute "sugli oltre 1650 agriturismi lombardi, innalzando il livello qualitativo dei servizi per i consumatori e facendo di queste realta' una vera e propria 'vetrina' per i prodotti agroalimentari del nostro territorio regionale". Semaforo verde da Forza Italia, che per voce del presidente della commissione Agricoltura Ruggero Invernizzi, ha evidenziato come si sia data "una grande mano agli operatori del settore, ma anche ai consumatori". Le opposizioni hanno riconosciuto i "passi in avanti" fatti nel corso dell'esame in Commissione rispetto al testo base deliberato dalla Giunta, in particolare sul ridimensionamento del numero massimo di pasti che possono essere serviti nei agriturismi, ma hanno rilevato alcune criticita' che hanno impedito un voto favorevole. In particolare, come hanno rilevato i consiglieri Niccolo' Carretta (Lombardi Civici Europeisti) e Matteo Piloni (Pd), "il non aver voluto ridurre, da 100 a 60, il numero massimo di posti letto e l'aver voluto introdurre vincoli eccessivi a proposito dell'origine lombarda dei prodotti che si possono somministrare nelle strutture". Osservazioni condivise dal consigliere Andrea Fiasconaro (M5s), che ha anche espresso la contrarieta' del suo gruppo "alla possibilita' di vendita di animali da compagnia e da cortile nelle aziende florovivaistiche" e ha lamentato un'attenzione troppo debole nei confronti "del principio della riduzione del consumo di suolo".