Milano
Lombardia: Uil lancia la campagna contro il precariato
Uil Lombardia lancia la campagna "Precariato? No grazie!", per combattere il lavoro povero, avere stipendi più dignitosi e favorire i giovani
Lombardia: Uil lancia la campagna contro il precariato
Dopo le campagne "Zeromortisullavoro" e "Patto di stabilità no grazie" della UIL Nazionale, volute dal Segretario UIL Pierpaolo Bombardieri, parte dalla Lombardia l'attenzione e sensibilizzazione agli enti pubblici, Comuni, Province e Regione sul lavoro con la campagna "Precariato? No grazie!". I dati diffusi dagli Istituti previdenziali segnano che in Lombardia su le oltre 700 mila assunzioni nel primo semestre 2023, circa il 50 per cento si trova a lottare con un lavoro precario. A questi dati si aggiunge una inflazione che ha eroso i salari e l'aumento dei costi per le famiglie quali asili, bollette e mutui. E se queste condizioni hanno messo in forte difficoltà chi ha un lavoro stabile, per chi ha un lavoro precario la situazione è ancora più difficile.
Vizza: "Sensibilizziamo contro il lavoro povero, combattiamo il precariato"
"Per il 2024 vogliamo lanciare una sensibilizzazione contro il lavoro povero, i salari troppi bassi a favore della contrattazione- evidenzia il segretario generale UIL Lombardia Enrico Vizza - Perchè davvero molto si deve fare per il rinnovo dei contratti e mettere in atto tutte le misure per combattere il precariato come ad esempio il tema della formazione lavoro che produca contratti stabili. E si può partire da subito sottolineando che vengano effettuate delle verifiche nei bandi delle pubbliche amministrazioni, a cui sono assegnate risorse pubbliche dove si accerti che le aziende che operano per queste realtà rispettino i contratti di lavoro".
A Milano stipendi drammatici, i giovani i più penalizzati
I dati degli stipendi sono drammatici. Nel 2022, la provincia di Milano ha registrato oltre 1.8 milioni di lavoratori, di cui il 38% rappresentato da operai e il 3% da apprendisti con un reddito medio annuo inferiore a 18 mila euro lordi. Al contempo, il 18,8 per cento dei lavoratori, ossia circa 341 mila persone, era impiegato a tempo determinato, con una retribuzione media di soli 11 mila euro all'anno. Un ulteriore 25 per cento dei lavoratori, pari a più di 456 mila individui, era assunto con contratti a tempo parziale, percependo un salario medio annuo lordo di circa 13 mila euro e chi ne fa di piu' le spese sono i giovani.
Vizza: "Battaglia per salari dignitosi sarà su due fronti"
Il segretario Vizza, nel richiamare le parole del Presidente delle Repubblica Sergio Mattarella che nel messaggio di fine anno ha ricordato del rapporto con i giovani e dei contratti di lavoro con cui sono costretti ad operare senza una salario adeguato, non ha dubbi sulla campagna di sensibilizzazione. "La nostra battaglia per salari dignitosi e contratti stabili sara' su due fronti. Da un lato verso il Governo che deve dare ascolto alle mobilitazioni del Sindacato, dall'altro ci si rivolgeremo agli enti locali Comuni, Province e Regione che devono prevedere nei bandi di gara che prevedono la presenza di aziende esterne, che al personale occupato che opera in interventi finanziati da risorse pubbliche siano applicati i contratti di lavoro sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative e siano inquadrati con contratti a tempo indeterminato. Del resto il modello spagnolo, criticato da qualcuno, e' un esempio che ci porta a vedere cosa ha portato tagliare i contratti a tempo determinato".