Milano

Lombardia, Zanni (Lega): "Comitato Nord? Malcontento di non ricandidati"

di Nicolò Rubeis

L'europarlamentare del Carroccio: "Partito unito per Fontana. Moratti? Un pastrocchio. E Majorino sul Qatargate..." L'intervista di Affaritaliani.it Milano

Lombardia, Zanni (Lega): "Comitato Nord? Malcontento di non ricandidati"

"Pierfrancesco Majorino ha attaccato strumentalmente la Lega per due anni cercando soldi russi che non c'erano mentre non si accorgeva della corruzione nel gruppo dei Socialisti e Democratici che gli passava sotto il naso, tra l'altro su un tema delicato come i diritti umani". Marco Zanni, europarlamentare lombardo della Lega, presidente del gruppo europeo Identità e Democrazia, sul Qatargate punta il dito sul "non lavoro" che il candidato del centrosinistra alla presidenza di Regione Lombardia "ha svolto da membro della commissione europea sulle ingerenze straniere". In un'intervista ad Affaritaliani.it Milano, Zanni, dopo la tre giorni promossa con il gruppo ID ad Alzano Lombardo con Matteo Salvini, i ministri e i governatori leghisti, commenta anche il dibattito interno al Carroccio dopo la nascita del Comitato Nord, la corrente vicina a Umberto Bossi: "Il mio auspicio è che la Lega sia unita, così come il centrodestra, per lavorare insieme all’obiettivo comune di vincere e ben governare per altri cinque anni".  

Zanni, Majorino dice che la Lega è l'ultimo partito che può parlare di ingerenze straniere.
Risulta abbastanza ridicolo di fronte a questo scandalo, ancora di più pensando che proprio lui faceva parte di una commissione messa in piedi proprio per controllare queste cose: anzi, era persino il coordinatore del gruppo dei Socialisti e Democratici nella commissione Inge. Il silenzio, se posso suggerire al collega, sarebbe oggi la strategia migliore.

Majorino fa notare che la Lega a Bruxelles si è astenuta lo scorso marzo sul rapporto sulle ingerenze esterne che comprendeva anche il Qatar. Come risponde?
La risoluzione era stata usata politicamente dai gruppi di maggioranza per attaccare quelli di opposizione. Avevamo partecipato attivamente alla commissione, ma non potevamo condividere attacchi strumentali ai partiti di destra e a tutti coloro che in Europa la pensano diversamente dalla sinistra. C'erano dei passaggi che non erano accettabili. La Lega non ha preso soldi dalla Russia e la nostra posizione è sempre stata chiara, ben prima dell'inizio della guerra. I leader che hanno fatto i lobbisti per la Russia fanno parte della famiglia politica europea di Majorino, come l'ex cancelliere tedesco Schröder. Siedono nei banchi vicino al Pd, non vicino alla Lega.

In Lombardia quattro consiglieri regionali fanno ormai parte di un nuovo gruppo. Una Lega divisa?
Al di là della questione delle liste e dei comitati che spetta al segretario federale e nazionale, la mia percezione da militante e da europarlamentare è che il malcontento di alcuni sia partito dal momento in cui hanno capito che non sarebbero stati ricandidati. Chi critica dopo aver avuto un ruolo solo perché non ha più prospettive di seggio lascia il tempo che trova e di questo non c’è bisogno. Sono convinto che il 12 febbraio la Lega andrà unita in supporto a Fontana, le polemiche le lasciamo fuori.

In campo contro Fontana c'è anche la sua ex vice Letizia Moratti.
Nessuno nel centrodestra a sostegno di Fontana deve dare per scontata la vittoria, che va guadagnata sul campo. Ma partiamo già da un'ottima base che sono gli ultimi cinque anni di governo della Regione. Quella di Moratti mi pare un'operazione non tanto di contenuti, quanto di una persona che si annoia a stare a casa e vuole giocare per una posizione politica importante. Questo, peraltro, dopo aver condiviso tutte le decisioni della giunta Fontana che oggi critica.

Moratti ha aperto anche ai consiglieri espulsi dalla Lega. Ruberà voti al centrodestra?
Un eventuale apparentamento con ex Lega dimostrerebbe soltanto incoerenza. Se davvero Moratti ha a cuore l'autonomia dovrebbe sapere che l'autonomia la realizza la Lega, con Fontana protagonista di questo percorso. Strizza l'occhio un po' ai moderati e un po' agli autonomisti. La percezione è di un pastrocchio fatto solo per cercare di tirare dentro il più possibile voci critiche verso Fontana. Mi pare più un progetto che nasce da una delusione per un ruolo politico che non da un genuino amore per i lombardi.

I bossiani dicono che la Lega Salvini ha abbandonato le tematiche del Nord.
Il dibattito ci sta sempre, specie quando le cose non vanno nel senso sperato. Ma le critiche devono essere basate sui fatti e la Lega, per esempio, sull'autonomia è sempre stata in prima linea. Senza Matteo Salvini, il partito e i governatori non ci sarebbe stato il referendum. Ovvio che da soli le cose non le possiamo fare. L'autonomia governando con Pd e M5s era difficile, specie con ministri come Boccia prima e Gelmini poi. Ma la centralità del Nord nell'azione della Lega è dettata da due fatti.

Quali?
La scelta dei ministri della Lega, tutti lombardi, parla chiaro. Sia per le persone indicate sia per i portafogli assegnati. E poi c'è il ministro Calderoli che da due mesi, insieme ai governatori, sta dimostrando con i fatti che con un governo composto da forze che hanno sottoscritto un programma, che comprende l'autonomia, le cose si fanno.

Quindi questa sarà davvero la volta buona?
La legge quadro è pronta ed è stata fatta in una situazione difficile, con il governo che ha dovuto costruire una legge di bilancio non appena insediato. Ma in parallelo siamo andati avanti con l'autonomia che nel 2023 si potrà concretizzare.







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