Milano
M5S, non c'è niente da rifondare. Dei dirigenti non è rimasto niente
L'ex candidato sindaco Gianluca Corrado neppure si è candidato. Patrizia Bedori ha preso 203 voti con la lista Milano in Comune
M5S, non c'è niente da rifondare. Dei dirigenti non è rimasto niente
di Fabio Massa
Non c'è niente da rifondare perché non esisteva già nulla prima delle elezioni. Il giorno dopo la sconfitta del Movimento 5 Stelle al Comune di Milano, che non entra neppure con un eletto e una percentuale disonorevole sotto il 3 per cento, qualcuno pensa che debba essere fondato il gruppo dirigente. In effetti, il gruppo dirigente non esiste più già da un pezzo. L'ex candidato sindaco Gianluca Corrado neppure si è candidato. Patrizia Bedori ha preso 203 voti con la lista Milano in Comune, che non è entrata in consiglio, e addirittura Simone Sollazzo ha preso 24 voti con i Verdi. Layla Pavone, ottima professionista e manager, atterrerà a Roma con tutta probabilità, ma la sua scelta da parte di Giuseppe Conte ha fatto inferocire la base che avrebbe voluto la prima degli eletti, Elena Sironi. Stefano Buffagni, uomo di Conte a Nord, lo sapeva benissimo ed è stato per questo che ha cercato fino all'ultimo momento utile di non prendere parte alla contesa, di non farsi contare in una città tradizionalmente assai ostile anche nei momenti in cui il resto d'Italia trainava gli uomini di Grillo. Se Buffagni ha provato a fare qualcosa, Vito Crimi è desaparecido, eppure era uno che un tempo decideva candidatura e strategie. Oggi sta comodo a Roma. Certo, adesso Sala è lapidario ("Mi aspettavo andassero meglio"), e adesso si complica anche la partita della Regione Lombardia. Se le logiche nazionali lo imporranno, per i pentastellati ci sarà una chance. Altrimenti la via del Nord, ad oggi, sarà definitivamente chiusa.
fabio.massa@affaritaliani.it