Milano
M5S, Violi: ringraziamo Di Maio, ma ora diamoci struttura e identità
Dario Violi, ex candidato M5S alle Regionali in Lombardia, parla con Affaritaliani.it Milano del dopo Di Maio
di Maria Teresa Santaguida
“Ringraziamo Luigi Di Maio, che ha portato il movimento al 30% anche quando gli altri facevano i soloni. Ora però, dopo questa svolta, diamoci un’identità e soprattutto una struttura. Poi portiamo i temi del territorio al centro del dibattito nazionale”. E’ questo in soldoni il pensiero di Dario Violi, ex candidato alle Regionali in Lombardia per il Movimento 5 Stelle e fra i nomi di peso al Nord fra i grillini. Da Roma, dove è andato ad assistere di persona all’annuncio delle dimissioni e a discutere del dopo, parla con Affaritaliani.it Milano dell’oggi ma anche del domani.
Non è una novità quella delle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico, visto che la notizia “negli ambienti girava già da una quindicina di giorni”. Ora però c’è una cosa da pretendere da attivisti e dirigenti: chiarezza. “Non possiamo comportarci come se fossimo il ‘reggicalze del Pd’” e il messaggio è a chi caldeggia una svolta riformista per il Movimento: “Dobbiamo avere una nostra identità chiara, che sposta la politica italiana, anche con il 10% o non arriveremo neanche a quello”.
Nel complesso la valutazione di Violi sulla mossa Di Maio è positiva, anche perché proprio il bergamasco era stato fra quelli che sostenevano l’impossibilità del doppio ruolo nel movimento e nel Governo: “Le dimissioni da capo politico prima delle elezioni in Emilia sono condivisibili e non corrispondono ad un abbandonare la nave o sollevarsi da responsabilità: in fondo la corsa alle regionali Di Maio non l’avrebbe mai iniziata”.
Ora si apre la “grande transizione” dalla forma di movimento alla forma di partito: “Dobbiamo essere bravi a gestire questa fase fino agli Stati generali di marzo, perché un errore potrebbe provocarne di più gravi in futuro”. Gestire significa “rilanciare con temi chiari e nuovi, a partire da quelli dei territori”. Fra questi l’autonomia, di cui Violi è sempre stato un sostenitore per la Lombardia, anche quando faceva storcere il naso a Roma: “Con la nuova struttura territoriale, con l’idea di segreterie ragionali e di una nuova probabile struttura collegiale anche a livello nazionale bisogna ripartire dai temi. Anche in Lombardia a breve ci sarà un’assemblea per discuterli e per votarli”.
Insomma una struttura da partito tradizionale, non tanto diversa da quella del Pd “o di tutti gli altri”, che forse è l’unico modo perché una formazione politica regga nel tempo: “Non metteremo da parte la democrazia diretta online, che sarà mantenuta ad esempio per le candidature e gli appuntamenti più importanti”. Il dibattito delle idee e delle decisioni, invece - con buona pace di Rousseau - si dovrà ancora fare “de visu”. Anche nel Movimento.