Mafia e stand Expo: undici arresti per fatture false e riciclaggio
Infiltrazioni mafiose nei lavori in alcuni stand di Expo: undici arresti. Commissariata Nolostand, Boccassini: "Un messaggio ai grossi gruppi"
Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e i pm dell’antimafia milanese Sara Ombra e Paolo Storari hanno inviato gli uomini della guardia di finanza ad arrestare, su ordine del gip Cristina Mannocci, undici persone (sette in carcere e quattro ai domiciliari). Tra queste, anche Giuseppe Nastasi e Liborio Pace, amministratori del consorzio di cooperative Dominus scarl, che in tre anni ha fatturato 18 milioni di euro per lavori fatti con Nolostand spa, la società controllata da Fiera Milano spa per la quale ha realizzato diversi allestimenti in Expo, come a Palazzo Congressi, in Auditorium, nei padiglioni di Francia, Kuwait, Guinea, nello stand di birra Poretti. Gravi le accuse: associazione per delinquere finalizzata a fatture false e altri reati tributari, appropriazione indebita e riciclaggio con l’aggravante di aver agito per favorire la famiglia mafiosa siciliana di Pietraperzia, nell'ennese.
Agli arresti anche l'avvocato Danilo Tipo, ex presidente della camera penale di Caltanissetta. Non ci sono indagati in Fiera Milano e in Nolostand spa. I finanzieri stanno eseguendo anche un sequestro preventivo di diversi milioni di euro.
I CONTANTI DA MILANO ALLA SICILIA IN CANOTTO - Le indagini sono scattate nel 2014, figura chiave è risultata essere Giuseppe Nastasi, imprenditore "che si occupa di allestimenti fieristici e che, insieme ad altri soggetti che fungono da prestanome, commette una serie di reati tributari per importi assai rilevanti”. L'ordinanza aggiunge "Nastasi è apparso subito in rapporti molto stretti con Liborio Pace (con cui è socio), già imputato per appartenenza alla famiglia mafiosa di Pietraperzia e che dalle indagini appare come elemento di collegamento con detta famiglia partecipando all’attività di riciclaggio del denaro provento dei reati tributari”. I soldi degli appalti ottenuti a Milano tornavano in Sicilia trasporati in borse di plastica e valigie che viaggiavano anche su un canotto. In un altro episodio, di cui è accusato il solo Pace, il trasporto è avvenuto a bordo di un camion, con 413mila euro nascosti dentro un valigia nella custodia di cartone di una piscina gonfiabile.
"SUPERFICIALITA' E CONVENIENZE" DEGLI IMPRENDITORI - L'ordinanza del gip Mannocci annota un dato eloquente: i reati sarebbero stati commessi "anche grazie a una serie di gravi superficialità (ma certamente anche grazie a convenienze) da parte di soggetti appartenenti al mondo dell’imprenditoria e delle libere professioni". In altri termini, è emerso dalle indagini un meccanismo in cui "amministratori di aziende di non piccole dimensioni, consulenti, notai e commercialisti (...) non hanno voluto vedere quello che accadeva intorno a loro (per alcuni si profila peraltro un atteggiamento che va oltre la connivenza, già di per sé gravissima, visto il ruolo professionale di costoro)”.
COMMISSARIAMENTO PER NOLOSTAND -La sezione misure di prevenzione del tribunale ci Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria per la societa' Nolostand Spa, controllata da Fiera di Milano Spa. Secondo i magistrati milanesi, alcuni soggetti indagati per reati di stampo mafioso e riciclaggio in questa indagine, "hanno avuto ed hanno contatti con dirigenti e organi apicali ai vertici di Nolostand Spa".
BOCCASSINI: "COMMISSARIAMENTO E' MESSAGGIO AI GROSSI GRUPPI" - "Non sono individuate responsabilita' penali in capo a Ente Fiera o a Expo". La ha detto il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini oggi nella conferenza stampa sull'operazione che ha portato a 11 arresti nell'ambito di un'indagine su presunte infiltrazioni mafiose nella societa' Fiera Milano spa attraverso la controllata al cento per cento Nolostand. Il commissariamento di Nolostand spa, disposto nell'ambito dell'inchiesta, "E' un messaggio lanciato ai grossi gruppi per comportamenti colposi. Noi diciamo 'guardate che col vostro comportamento state consentendo le infiltrazioni mafiose'". Lo ha detto il procuratore aggiunto Ilda Boccassini nella conferenza stampa che ha illustrato l'operazione.
I PM: "CODICI ETICI? SOLO FUNZIONE COSMETICA" - I codici etici delle societa' hanno, in casi come quelli al centro dell'inchiesta milanese che ha portato a 11 arresti per collusioni tra mafia e imprese, "solo una funzione cosmetica". Lo ha spiegato in conferenza stampa il pm Paolo Storari, uno dei magistrati titolari dell'indagine, a proposito del commissariamento di Noslostand spa, controllata di Fiera Milano spa. "L'amministrazione giudiziaria - ha affermato - e' un intervento ispirato al principio della proporzionalita' che serve a ripulire la societa'. E' la decima volta che la Procura di Milano interviene sulle societa' utilizzando questa misura. E' inutile intervenire con un bazooka quando e' sufficiente andare con un coltellino, che senso avrebbe intervenire con un sequestro, che sarebbe esorbitante, o con la legge 231 del 2001, sulla reponsabilita' amministrativa degli enti, che e' una misura pensata per societa' che occasionalmente delinquono e che richiede un previo contraddittorio per il quale non avremmo avuto tempo. Questo invece - ha concluso il pm - e' un intervento chirurgico e la nostra esperienza, in questi casi, e' piu' che positiva. Si e' riscontrato che i modelli organizzativi che queste societa' adottano hanno solo una funzione cosmetica, i codici etici sono carta messa li' che nessuno rispetta".
IL PROCURATORE: "ORA INDAGINI PROSEGUONO ALL'ESTERO" - Le indagini che hanno portato all'arresto di 11 persone per infiltrazioni mafiose anche in Expo 2015 "proseguiranno perche' ci sono operazioni di riciclaggio da verificare in diversi paesi esteri attraverso rogatorie". Lo ha spiegato il procuratore capo di Milano Francesco Greco nella conferenza stampa in cui e' stata illustrata l'operazione definita da Greco "molto importante perche' dimostra ancora una volta la stretta interconnessione tra organizzazioni criminali e criminalita' economica ". "Queste societa' - ha affermato Greco - si dedicano ad accumulare fondi neri attraverso l'evasione e il riciclaggio anche col trasferimento di parte degli utili in Sicilia. Ritengo l'evasione fiscale uno dei modi piu' semplici e insidiosi di accumulazione del capitale illecito. In questo caso queste societa' si erano inserite nel mondo delle partecipate pubbliche attraverso una controllata di Fiera Milano ed erano riuscite a ottenere appalti in violazione delle regole e dei codici deontologici delle societa' pubbliche".
L'UFFICIO IN FIERA DEL PADRE DELL'ARRESTATO - Calogero Nastasi, padre di Giuseppe, uno degli arrestati nell'ambito dell'indagine condotta dalla Dda di Milano, "aveva legittimamente un ufficio in Fiera Milano". Lo hanno spiegato i pm dell'indagine che ha portato a 11 arresti nel corso della conferenza stampa che ha illustrato l'operazione. Calogero Nastasi era l'amministratore di diritto del consorzio Dominus scarl che ha preso in subappalto lavori dalla Nolostand, controllata del gruppo Fiera Milano. Secondo gli inquirenti tuttavia Dominus era riconducibile di fatto al figlio Giuseppe. I cronisti hanno posto al procuratore Greco la domanda su possibili negligenze di Fiera ed Expo nei controlli. Greco ha risposto: "Lo accertera' il commissario", mentre il pm Paolo Storari ha affermato che "qui non c'e' il tema di Expo che non ha controllato e questa non e' un'inchiesta su Fiera Milano". Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini ha aggiunto: "Nolostand non fa gare pubbliche e se vogliamo qua c'e' un ente pubblico che non fa gare pubbliche, solo affidamenti diretti, ma questo e' un altro tema in capo alla politica". La conferenza stampa e' stata conclusa dal procuratore Greco che ha tagliato corto su altre domande poste dai giornalisti circa presunte repsonsabilita' di Fiera ed Expo: "State facendo politica, andiamo".
MAFIA, BINDI: AVEVAMO LANCIATO L'ALLARME - "L'importanza dell'inchiesta di Milano su Expo mi consente di richiamare l'attenzione su quanto fatto dalla Commissione Antimafia, che a suo tempo aveva lanciato un allarme su alcuni contratti, appalti e concessioni operati da Expo 2015 Spa. In alcuni settori erano stati allentati i controlli, oggi oggetto dell'inchiesta della procura di Milano". Lo ha affermato sull'inchiesta di Milano, la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, durante la conferenza stampa di presentazione della Relazione sulle infiltrazioni mafiose e criminali nel gioco lecito ed illecito. "Gli anticorpi hanno funzionato - ha precisato la presidente -, ma le infiltrazioni criminali ci sono comunque state dove si sono allargate le maglie. La presidente Bindi ha mostrato il testo di un ordine del giorno presentato il 20 maggio 2014, con cui si chiedeva al governo di prevedere, "con ogni opportuna urgenza - si legge nell'ordine del giorno -, le necessarie iniziative affinche' per tutti i contratti e concessioni di Expo 2015 Spa e delle altre stazioni appaltanti e opere considerate funzionali all'evento, che sono stati o saranno stipulati in deroga al codice dei contratti pubblici, sia data comunicazione delle procedure adottate e delle imprese affidatarie dei lavori e dei servizi 'in deroga', all'Autorita' Nazionale Anticorruzione, alla Guardia di Finanza e alla Direzione investigativa antimafia, per i profili di rispettiva competenza, in modo da garantire tempestivamente l'accertamento di eventuali anomalie sotto il profilo contrattuale, della trasparenza, nonche' per prevenire e accertare eventuali fenomeni di infiltrazione mafiosa e la commissione di reati contro la pubblica amministrazione". "Se vogliamo impedire alle mafie di entrare nei vari settori - ha concluso Rosy Bindi - bisogna chiudere tutti i possibili varchi utilizzabili, perche' se non rimangono sigillati prima o poi la criminalita' li usera' per infiltrarsi negli affari". (