Majorino: "Che enorme minchiata". La libertà di espressione? Solo per sé
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di Fabio Massa
Ci si perdoni il lessico, ma è quello di un assessore del Comune di Milano e non ci possiamo fare niente. C’era una volta una enorme minchiata. La minchiata, secondo Majorino (l'assessore di cui sopra), la cui cripticità tuttavia su Facebook non ci permette di sviluppare se non congetture, sarebbe il pezzo di ieri su RadioLombardia e su Affaritaliani.it sul fatto che mediaticamente tirano di più i migranti rispetto ai clochard, e quindi la gente reagisce con più entusiasmo alle iniziative per l’immigrato piuttosto che il barbùn (che peraltro non ha nazionalità). Majorino reagisce su Facebook: “Che enorme minchiata”. Prendiamo atto che da un assessore che si picca di essere scrittore ci si aspetterebbe qualcosa di meglio. Ci si aspetterebbe qualcosa di più anche da un esponente che non cessa (giustamente, infaticabile) di predicare il rispetto per la libertà di espressione e dunque di stampa. Questo forse vale se Di Maio attacca Repubblica. Non se in un pezzo si scrive una cosa tanto ovvia da risultare banale: il migrante è diventato una bandiera politica e questo per noi non va bene, perché la miseria non deve avere ne colori ne ritorni politici. Queste sono minchiate, per Majorino. A meno che non volesse dire che era una minchiata il passaggio dove si dice che Majorino ha sempre fatto molto per i clochard. In questo caso siamo comunque in disaccordo con Majorino e lo invitiamo ad avere una maggiore stima del suo lavoro.
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