Milano

Manifestazione centrodestra a Milano, tensione Polizia-centri sociali. VIDEO

Il centrodestra, radunato in piazza Duomo, contesta il governo e chiede di "ripartire insieme"

Tensione a Milano tra centri sociali e polizia alla manifestazione del centrodestra



Si è svolta in piazza Duomo la manifestazione organizzata dal centro destra per protestare contro le politiche del Governo. Una dozzina di giovani manifestanti dei centri sociali voleva entrare nella piazza del Duomo per affiggere dei cartelli. La polizia, in tenuta anti sommossa, ha schierato un cordone di sicurezza per evitare possibili scontri tra centri sociali e manifestanti di destra. 

Il centrodestra, radunato in piazza Duomo, contesta il governo e chiede di "ripartire insieme", come recita il titolo della manifestazione promossa da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia. Sono circa mille le persone radunate in piazza Duomo con il dovuto distanziamento, una piazza a numero chiuso per le misure anti Covid che urla "dimissioni, dimissioni" rivolta al governo. Al centro di piazza Duomo ci sono grandi strisce tricolore e tutti i manifestanti hanno bandierine, coccarde, bandiere con il tricolore. I manifestanti mostrano cartelli con le richieste per la ripartenza: "il tempo e' scaduto e' l'ora dei fatti", "pace fiscale stop alle cartelle", "aiuti veri per commercianti, artigiani e partite Iva", per citarne solo alcuni. In piazza Duomo e' stato dedicato un minuto di silenzio alle vittime lombarde del Covid.

Alla manifestazione hanno partecipato  i tre segretari Lombardi dei partiti: Daniela Santanche' per Fratelli D'Italia, Paolo Grimoldi per la Lega e Massimiliano Salini, coordinatore regionale di Forza Italia in Lombardia. 


Per Daniela Santanche', parlamentare di Fratelli d'Italia, "questa e' stata una regione particolarmente colpita, dove ci sono stati sciacallaggi e attacchi ingiustificati. Ma siamo qua oggi per festeggiare la nostra Festa della Repubblica. E il modo migliore per farlo e' dalla Lombardia, da dove vogliamo ripartire con orgoglio e liberta' e soprattutto diciamo 'basta', perche' vogliamo rappresentare quei milioni di italiani che oggi non hanno potuto manifestare per il distanziamento". "Siamo qua per loro, per gli artigiani, per i commercianti, per le partite Iva, perche' il governo fa tantissime parole - attacca - ma poi nessuno ancora vede nulla. La Lombardia e' la locomotiva della nostra nazione e da qua vogliamo mandare un messaggio positivo di ripartenza perche' l'Italia non puo' vivere di cassa integrazione, di sussidi, ma deve vivere di lavoro".

Il coordinatore regionale della Lega, Paolo Grimoldi, individua le priorita': " Siamo qui a chiedere due cose: piu' attenzione e piu' risorse. Piu' attenzione per la Fase 2, con meno burocrazia, con la ripartenza delle opere pubbliche e delle infrastrutture. Non si perda piu' tempo con le pastoie burocratiche. E poi chiediamo risorse perche' non e' possibile che non siano ancora arrivati i soldi della Cig e 600 euro per le partite Iva sono una presa in giro. Dobbiamo ripartire con forza e quindi serve un intervento piu' incisivo da parte del governo, che finora non e' stato tale". Per il deputato leghista, la Lombardia "e' stata lasciata sola nell'epicentro del terremoto. Ce la siamo cavata, stiamo uscendo con l'aiuto di tutti i lombardi. Incrociamo le dita, ma non e' possibile non aver avuto un supporto dallo Stato in un momento catastrofico come questo".

Anche il coordinatore regionale di Forza Italia, Massimiliano Salini, insiste sul tema del lavoro: "Noi abbiamo un'idea di unita' della nazione che e' fondata sulle azioni concrete. C'e' chi ha deciso di sposare un concetto di unita' molto verboso e giocato sulle teorie dell'unita'. Per noi l'unita' e' il lavoro dei lombardi. E' il silenzio di chi si sacrifica per tutto il paese. Per noi l'unita' e' la gratitudine verso la patria, mentre invece siamo circondati da una politica che ha fatto dell'ingratitudine verso la Lombardia la propria cifra. Quindi noi qui oggi diciamo che i lombardi andranno avanti a fare il loro dovere. Quindi non facciamo domande al governo, ma le facciamo agli italiani e chiediamo loro di pretendere il prima possibile di poter eleggere un nuovo Parlamento e quindi anche un governo all'altezza delle loro aspettative".

"Siamo qui anche per rivendicare l'orgoglio di una Regione che e' stata oggetto di attacchi inaccettabili e assolutamente inverecondi e immotivati". Cosi' l'assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera 'interpreta' la piazza del centrodestra a Milano. "Questo e' un popolo che con orgoglio difende il proprio sistema sanitario, economico - aggiunge - e che con orgoglio difende le cose che ha fatto e quello che vuole fare, cioe' ripartire e tornare ad essere la locomotiva del Paese. Per noi il 2 giugno e' una giornata simbolica, il Presidente Mattarella ha richiamato all'unita' e noi oggi siamo qua per ringraziare i tantissimi italiani, soprattutto infermieri e medici che nel momento del bisogno sono venuti a lavorare da tutte le Regioni e anche da tutto il mondo. Segno di una grande solidarieta' e vicinanza".

Quanto alla mancata istituzione della zona rossa nel Bergamasco, Gallera ha ribadito che "abbiamo sempre fatto del nostro meglio e il massimo in un momento drammatico in cui le scelte andavano fatte in pochi minuti, con l'unico obbiettivo sempre di salvare la vita alle persone. Questo e' stato l'unico motivo che ha mosso i dirigenti degli ospedali, dell'unita' di crisi e noi che abbiamo fatto delle scelte politiche". A proposito delle affermazioni 'a suo favore' del magistrato di Bergamo Maria Cristina Rota secondo la quale spettava al governo istituirla, Gallera non si sbilancia: "La magistratura fa il suo lavoro, noi l'abbiamo sempre rispettato andando a collaborare a Bergamo e non commentiamo le cose che dice. Abbiamo sempre fatto del nostro meglio e il massimo in un momento drammatico in cui le scelte andavano fatte in pochi minuti, con l'unico obbiettivo sempre di salvare la vita alle persone. Siamo sereni e nel tempo anche gli scienziati stanno iniziando a dare la giusta dimensione, oggi c'e' il presidente della Societa' di epidemiologia che da' un quadro di quello che e' successo qua. Mi sembra che si sta iniziando, quando non si vuole polemizzare ma si valutano i dati, a evidenziare la unicita' drammatica di quello che e' successo in Lombardia e lo sforzo che abbiamo messo in campo".








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