Milano
Marco Lanzetta, dal primo trapianto di mano alla chirurgia del futuro. Intervista
Il professor Marco Lanzetta è un pioniere della chirurgia della mano e ha scritto la storia della medicina con il primo trapianto al mondo nel 1998: "Entusiasta dei nuovi sviluppi della disciplina e delle sue evoluzioni future"

Marco Lanzetta
Marco Lanzetta, dal primo trapianto di mano alla chirurgia del futuro. Intervista
Il Prof. Marco Lanzetta è un pioniere della chirurgia della mano e ha segnato la storia della medicina con il primo trapianto di mano al mondo nel 1998 a Lione e il primo in Italia nel 2000. La sua carriera ha rivoluzionato il trattamento delle amputazioni e delle patologie articolari, promuovendo nuove frontiere nella chirurgia rigenerativa e nelle protesi avanzate. Oggi, come fondatore dell'Istituto Italiano di Chirurgia della Mano e del Centro Nazionale Artrosi, continua a sviluppare tecnologie minimamente invasive e terapie innovative, tra cui una dieta anti-artrosi basata su un approccio personalizzato e sull'uso di cellule staminali. Nell'intervista esclusiva per Affaritaliani.it, Lanzetta racconta i progressi della chirurgia della mano, le sfide della medicina rigenerativa e il futuro della prevenzione dell'artrosi.
Lei ha effettuato il primo trapianto di mano al mondo nel 1998 a Lione e poi in Italia a Monza nel 2000. Come hanno influenzato questi interventi pionieristici l'evoluzione della chirurgia della mano e quali progressi sono stati compiuti da allora?
Grazie per la domanda. Il mio primo trapianto di mano al mondo nel 1998 a Lione e successivamente il primo in Italia nel 2000 hanno avuto un impatto molto significativo sull'evoluzione della chirurgia della mano e sul concetto di donazione di organi, non solo per salvare una vita ma per migliorarne sensibilmente la qualità. Questi interventi pionieristici hanno dimostrato allora che era possibile non solo restituire l'aspetto fisico di una mano, ma anche la sua funzionalità, in un modo completamente nuovo, attraverso un trapianto da donatore in morte cerebrale irreversibile. Da allora, abbiamo assistito a notevoli progressi. L'adozione di tecniche chirurgiche più raffinate e un approccio multidisciplinare, che include un lavoro molto importante per dosare al meglio i farmaci anti rigetto, insieme a riabilitazione specialistica e ad un supporto psicologico, sono diventati fattori standard nel trattamento dei pazienti amputati. In particolare i miglioramenti nel campo dei farmaci immunosoppressori hanno ridotto il rischio di rigetto, permettendo di ottenere risultati più duraturi, senza però compromessi a livello di un aumento di effetti collaterali. Bisogna però anche dire che oggi, grazie a tecnologie moderne ed innovative nel campo delle protesi avanzate (cosiddette bioniche) ed in quello della sensibilità artificiale, abbiamo ulteriormente ampliato le possibilità di integrazione funzionale. Il mio lavoro ha semplicemente aperto la strada a questi sviluppi, e sono entusiasta di vedere come la chirurgia della mano continuerà a evolversi nel futuro
In qualità di fondatore e coordinatore scientifico internazionale dell'Istituto Italiano di Chirurgia della Mano e del Centro Nazionale Artrosi, quali iniziative ha promosso per migliorare la qualità della vita degli anziani affetti da patologie articolari?
Ho sempre ritenuto fondamentale affrontare le sfide che le patologie articolari pongono, specialmente per gli anziani, in un modo propositivo e per l’avanzamento delle conoscenze. Una delle iniziative chiave che ho promosso è stata la creazione di programmi di sensibilizzazione sul problema artrosi/anziano e sulla prevenzione della patologia artrosica, i quali mirano ad educare non solo i pazienti, ma anche le loro famiglie sui segni precoci delle patologie articolari e sull'importanza di una diagnosi tempestiva. Questo è fondamentale per limitare l'avanzamento della malattia e migliorare la qualità della vita. Inoltre, abbiamo sviluppato protocolli di trattamento personalizzati, che tengono conto delle specifiche esigenze dei pazienti. Questi protocolli combinano approcci chirurgici avanzati con terapie conservative e programmi di riabilitazione mirati, per garantire risultati ottimali. Un atteggiamento appropriato significa che il paziente viene seguito a 360 gradi, dal punto di vista meccanico, ma anche posturale, nutrizionale, psicologico, ormonale, e soprattutto metabolico. Abbiamo promosso la comunicazione al grande pubblico su argomenti come su interventi mininvasivi e innovativi per la cura dell’artrosi e dell’artrite reumatoide, con l'obiettivo di ridurre il dolore e migliorare la mobilità, consentendo a chi soffre di queste malattie di mantenere un livello di attività fisica e di autonomia più elevato. Sono orgoglioso dei progressi che stiamo facendo e del miglioramento tangibile nella qualità della vita per chi è affetto da patologie articolari. I risultati positivi sui miei pazienti sono la cosa più bella che posso sperare dal punto di vista professionale.
Nel suo libro "Dieta anti artrosi. Il metodo innovativo per la salute delle tue articolazioni", lei propone un approccio nutrizionale per combattere l'artrosi. Quali sono gli alimenti chiave che consiglia e come contribuiscono alla salute articolare nelle persone anziane?
Nel mio libro, propongo un approccio nutrizionale che può fare una grande differenza nella vita delle persone affette da artrosi o artrite. Per me ogni paziente è unico e la chiave di lettura che fa la differenza sta proprio in questa “medicina di precisione”. Ogni paziente riceve una dieta anti-artrosi “sartoriale”, studiata appositamente per lui/lei dopo un attento studio metabolico su urina, saliva, sangue, corredato anche da un test importantissimo, cioè del microbiota intestinale. Alcuni alimenti chiave che consiglio sempre sono quelli ricchi di antiossidanti, come frutti di bosco, verdure a foglia verde, cavolo nero. Questi alimenti aiutano a combattere l'infiammazione e a proteggere le articolazioni dall'ossidazione, riducendo così il dolore e migliorando la funzionalità articolare. Inoltre, enfatizzo l'importanza degli acidi grassi Omega-3, presenti nel pesce azzurro, nelle noci e nei semi di lino. Questi acidi grassi hanno dimostrato di ridurre l'infiammazione e migliorare la lubrificazione delle articolazioni. Un'altra categoria importante è quella delle proteine di origine vegetale, come quelle contenute nei legumi, ma anche in alimenti innovativi come il seitan ed il tempeh. Questi alimenti sono essenziali per il mantenimento della massa muscolare, che supporta le articolazioni e aiuta a prevenire l'artrosi assorbendo parte del carico corporeo. Infine, consiglio di limitare l'assunzione di cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi saturi, poiché contribuiscono a mantenere uno stato infiammatorio cronico, il cosiddetto “inflammaging”. Adottando una dieta equilibrata e personalizzata è possibile migliorare significativamente la salute articolare e la qualità della vita. Sono convinto che un approccio nutrizionale adeguato, insieme a strategie terapeutiche altrettanto efficaci, come l’utilizzo di cellule mesenchimali, uno speciale tipo di staminali, possa fare la differenza per le persone che combattono contro l'artrosi. Utilizzo le staminali derivate dal grasso addominale da circa 9 anni, ed i risultati sono a dir poco straordinari in termini di arresto della malattia.
La prevenzione è fondamentale per mantenere la salute articolare. Quali strategie preventive specifiche suggerisce per gli individui nella terza e quarta età per ridurre il rischio di sviluppare artrosi o artrite?
La prevenzione è senza dubbio fondamentale per mantenere la salute articolare, soprattutto per gli individui nella terza e quarta età. Esistono diverse strategie preventive che consiglio per ridurre il rischio di sviluppare artrosi o artrite. In primo luogo, è essenziale incoraggiare un'attività fisica regolare. Esercizi a basso impatto, come camminare, nuotare o praticare yoga, possono aiutare a mantenere la mobilità articolare, migliorare la forza muscolare e ridurre il dolore. È importante adattare l'intensità dell'attività alle capacità individuali, evitando sforzi eccessivi. In secondo luogo, prestare attenzione alla dieta è cruciale. Promuovere un'alimentazione equilibrata e ricca di nutrienti, come frutta, verdura, cereali integrali e fonti di omega-3, può contribuire a mantenere un peso sano e a ridurre l'infiammazione nel corpo. L'eccesso di peso può aumentare il carico sulle articolazioni contribuendo al rischio di sviluppare artrosi. E’ fondamentale ascoltare il proprio corpo ed evitare attività che possano causare traumi articolari. La corretta postura e la meccanica corporea durante le attività quotidiane possono prevenire lesioni. Infine, considerare regolari controlli medici e valutazioni ortopediche può aiutare a individuare eventuali segni precoci di problemi articolari. La diagnosi precoce è essenziale per adottare misure preventive tempestive. Investire nella prevenzione è un modo efficace per mantenere la salute articolare e migliorare la qualità della vita nel lungo termine.
Molti pazienti anziani sono riluttanti a sottoporsi ad interventi chirurgici a causa dei tempi di recupero e delle possibili complicanze. Come è cambiata la chirurgia ortopedica negli ultimi anni per rendere le operazioni più sicure ed efficaci per le persone in età avanzata?
È comprensibile che molti pazienti anziani siano riluttanti a sottoporsi ad interventi chirurgici, considerando le preoccupazioni legate ai tempi di recupero e alle possibili complicanze. Tuttavia, negli ultimi anni, la chirurgia dell’artrosi ha compiuto notevoli progressi volti a rendere le operazioni più sicure ed efficaci per le persone in età avanzata. In primo luogo, l'adozione delle tecniche minimamente invasive ha rivoluzionato il campo. Questi approcci riducono le dimensioni delle incisioni, il che implica minori traumi ai tessuti circostanti e una significativa diminuzione del dolore post-operatorio. I pazienti possono così recuperare più rapidamente e tornare alle loro attività quotidiane in tempi brevi. In secondo luogo, esistono ora protocolli di recupero accelerato (Enhanced Recovery After Surgery, ERAS) che ottimizzano l'intero processo di assistenza pre e post-operatoria. Questi protocolli si concentrano sulla gestione del dolore, mobilizzazione precoce e minimizzazione dell'uso di farmaci analgesici, contribuendo a migliorare l'esperienza del paziente. I progressi nelle tecnologie di imaging e nelle tecniche chirurgiche consentono quindi interventi più precisi e pianificati, riducendo il rischio di complicanze. Chirurghi esperti possono utilizzare tecnologie come la navigazione computerizzata e la chirurgia robotica per migliorare l'accuratezza delle procedure. È essenziale anche un’approfondita valutazione pre-operatoria, in cui si analizzano le condizioni generali di salute del paziente, per garantire che siano in grado di tollerare l'intervento. Questo permette di personalizzare l'approccio chirurgico in base alle esigenze specifiche di ciascun paziente. Infine, la comunicazione aperta tra i pazienti e il team medico è fondamentale. Informarli sui benefici dell'intervento e sui miglioramenti delle tecniche può alleviare le loro preoccupazioni e aiutare a prendere decisioni più informate. In sintesi, la chirurgia ortopedica ha fatto enormi passi in avanti per garantire che anche le persone in età avanzata possano beneficiare di operazioni più sicure e efficaci, migliorando notevolmente la loro qualità della vita.