Milano

Maria Francesca Silva: uscire dalla recessione? Scommettere su infrastrutture

Il dibattito “infrastrutture sì - infrastrutture no” sta toccando, sempre di più, non solo gli interessi nazionali ma anche locali

di Lorenza Beniamini 

Grandi opere, riqualificazioni urbane e costruzioni, generano un impatto molto grande su città e regioni, con ricadute sulle generazioni successive. Milano è stata protagonista di grandi riqualificazioni, dalla Bovisa, all’Area Expo, tutte “grandi opere” che, all’epoca dei primi studi non vennero sempre accolte con favore. A questi e altri progetti collaborò, tra gli altri, anche Maria Francesca Silva, tra gli ingegneri più esperti in Italia in grandi opere, riqualificazioni e infrastrutture. La intervistiamo per capire i nuovi rapporti tra grandi opere, politica e cittadinanza.


Ingegnere Silva, lei ha lavorato alla riqualificazione di oltre 3 milioni di mq. Cosa si intende con questo termine? 

Riqualificare significa dare una seconda chance ad un’area, lavorando ad una nuova identità, direzione e visione che permettano di avere delle ricadute economiche concrete per un territorio  . Si tratta di progetti che richiedono una visione di medio-lungo periodo, trasformazioni che vengono concluse in quindici- vent’anni dal primo step. 

Come dovrebbe essere la città del futuro?
Connessa e sostenibile, attenta all’ambiente e in grado di cogliere le migliori opportunità che l’innovazione offre oggi a beneficio delle persone. E che non abbia paura di prendere decisioni coraggiose sulle infrastrutture. 

Infrastrutture è la parola chiave di questi ultimi mesi, chi ne sostiene l’urgenza, chi le osteggia. Lei che opinione ha?
Io credo che in Italia ci sia una forte necessità di informare i cittadini. Non possiamo pensare che le persone accettino un grande cambiamento se non lo conoscono. E’ importante far conoscere i benefici delle grandi opere infrastrutturali, ma soprattutto, i processi che hanno preceduto le decisioni.

Come è possibile sostenere questa conoscenza? 

 La conoscenza e quindi la formazione e la cultura sono degli elementi da coltivare in un sistema democratico. Io sostengo la necessità di un “dibattito preventivo” come accade in Francia, dove esistono delle sessioni pubbliche nelle quali vengono affrontati questi temi. Grazie a questo approccio i cittadini possono comprendere come mai si è scelto di realizzare un’opera, quali vantaggi porterà ai territori, che impatto avrà sull’ambiente ecc… Dopodiche bisogna rispettare la scelta, i tempi e i costi, e non subordinarla ad interessi politici, che sono spesso temporanei.

Quali sono i benefici di opere come il Terzo Valico?
Si tratta di benefici non solo economici, ma anche e soprattutto ambientali. La realizzazione del Terzo Valico permetterà, per esempio, di rimuovere oltre centinaia di camion ogni giorno dalle nostre strade per metterli su ferrovia. Non puoi pensare che questo non sia un sistema migliore, e un mondo migliore che lasci ai tuoi nipoti.

Chi si dichiara contrario a queste opere parla spesso, però, di costi non giustificabili. 

Questo è l’errore: si parla oggi di TAV, di Terzo Valico e infrastrutture in termini di costi, quando dovremmo definirli investimenti. Se non si parte da questa differenza si mette in contrapposizione il costo della TAV con il costo per fare strade e stazioni per i pendolari. 

Le grandi infrastrutture di collegamento con l’Europa sono investimenti fondamentali per far uscire il Paese dalla recessione. Investimenti di questo tipo, e soprattutto garanzie sui loro tempi di attuazione e costi, potranno rimettere l'italia sul podio dei primi paesi in europa, 

Siamo tra i più bravi al mondo nelle capacità di ingegneria, di realizzazione, abbiamo un grande vantaggio dovuto all’ accessibilità dei porti e dei territorio.

Non tutti i cittadini, però, percepiscono i benefici di queste grandi opere, a livello locale ci sarà un impatto?

Riqualificare ed investire nelle grandi infrastrutture genera un circolo virtuoso: solo con questi investimenti si possono attrarre investimenti privati e internazionali, che portano necessariamente benefici locali.Un grande investimento privato permette di mantenere e sostenere le nostre reti locali di strade, di collegamenti per mezzi pubblici e di riqualificazione sui sistemi idrogeologici. Di questo, possiamo beneficiare davvero tutti. Per non parlare, ovviamente, dei benefici alle industrie, alle aziende, e all’impatto sui posti di lavoro. 

A nulla serve togliere soldi alla TAV e investirli in bus o treni per pendolari, se questi pendolari non hanno lavoro, non ci sono industrie, aziende, centri di ricerca.








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