Milano
"Marò, qui non assumiamo indiani". Il Ministero indaga su un'azienda di Lecco
"Questa azienda non assumerà personale di nazionalità indiana finché i nostri soldati non verranno liberati": così recita il cartello affisso da settimane all'ingresso dell'azienda di Cristian Sanvittori in via Papa Giovanni XXIII, a Lecco. L'imprenditore lombardo sta portando avanti la sua personale crociata contro il governo indiano per ottenere la liberazione dei due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.
"La mia è una provazione, ma davvero non assumiamo indiani sino a che i marò non torneranno a casa", ha spiegato Sanvittori, amministratore unico di Obiettivo lavoro, una società che si occupa di gestione magazzini e di pulizie, con metà dei dipendenti di origine extracomunitaria. "Non dico che dobbiamo entrare in guerra con l'India - ha spiegato l'imprenditore al quotidiano Il Giorno -, ma nemmeno dobbiamo farci mettere i piedi in testa".
La decisione controversa dell'imprenditore non è decisamente piaciuta al sindaco di Lecco Virginio Brivio. "La legge del taglione - spiega infatti il primo cittadino - non va proprio bene, soprattutto nella mia città niente discriminazioni. Alcuni fondamentali del nostro vivere civile vanno tenuti in considerazione, soprattutto in momenti delicati come questi nel quale si dovrebbe evitare ulteriori motivi di attriti. Si rischia inoltre di fare i forti con i deboli, che non hanno alcuna colpa su quanto sta avvenendo".
E della vicenda si sta interessando anche il Ministero del Lavoro di Giuliano Poletti, a seguito di una segnalazione ancora senza paternità: da Roma è giunta infatti una telefonata all'ufficio provinciale dell'Ispettorato del lavoro affinchè vengano svolti i dovuti approfondimenti.