Milano

Maroni e la collaboratrice: "Si lamentò del contratto Expo di soli sei mesi"

Nuova udienza al processo che vede imputato Roberto Maroni con l'accusa di induzione indebita a favore di una ex collaboratrice

Prosegue il processo che vede imputato Roberto Maroni con l'accusa di induzione indebita e turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente in relazione a presunte pressioni per far ottenere un lavoro e un viaggio a Tokyo a due sue ex collaboratrici, tra le quali Maria Grazia Paturzo. Durante l'udienza di ieri si sono appresi nuovi dettagli della vicenda: il carabiniere del Noe Giuseppe Di Venere, sentito come teste, ha raccontato che, quando nel 2013 la donna ricevette la bozza di contratto da "temporary manager" in Expo "la girò subito a Maroni via email, lamentandosi perché invece dei due anni che lei aveva richiesto aveva ottenuto un contratto per soli sei mesi". Successivamente "ricevette rassicurazioni dalla segreteria e firmò il contratto".

Il contratto di Paturzo in Expo, da 5.400 euro al mese, non è tuttavia più contestato nelle imputazioni, con l'accusa che tiene invece i riflettori accesi sul viaggio a Tokyo, che Maroni volle risultasse spesato da Expo poichè la Regione non poteva coprirne i costi. Sui tetti di spesa per gli incarichi in Regione, il legale del governatore Domenico Aiello ha ribadito: "È emersa la assoluta correttezza dell’operato del presidente Maroni".







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