Milano
Martelli torna a Milano con Nannicini. Scalpelli: "Sala? Voterà Renzi"
Sergio Scalpelli traccia in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano una lucida analisi del Pd milanese e nazionale
di Fabio Massa
Tommaso Nannicini, Claudio Martelli, Massimo Ferlini, oggi alle 18 alla Fondazione Stelline parlano di "un nuovo progetto riformista". Coordina Sergio Scalpelli, che ad Affaritaliani.it Milano traccia una lucida analisi del Pd milanese e nazionale: "Renzi ha bisogno di una Storia, che non può essere che quella liberal democratica. Sala? Alla fine credo che si schiererà con Renzi. Orlando è un ottimo dirigente politico, difficilmente citabile però da uno che avrebbe potuto tranquillamente votare Spadolini?" L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT
Sergio Scalpelli, si sono conclusi i congressi nei circoli. Qual è lo stato del Pd oggi, visto dal suo osservatorio?
La mia è una sensazione, visto che sono entrato da poco nel Pd. Secondo me il partito ha cambiato pelle nell'ultimo triennio. Non si è banalmente renzianizzato. Dobbiamo dire che la cultura politica prevalente, nel caso milanese per la prima volta dopo molto tempo, è di tipo riformista.
C'è chi tradurrà: il partito è diventato di destra.
C'è chi la tradurrà così, è evidente. Questa è un'area che anche ai tempi del Pci, del Psi, dei Ds e Margherita ha una dialettica politica interna che a Milano è sempre stata spostata a sinistra. Fino al penultimo congresso, quando vinse Cuperlo. Ora non più.
I sostenitori di Orlando dicono che a fine aprile potrebbe cambiare tutto.
Io penso di no, e penso che Renzi vincerà anche le primarie larghe. Però c'è una scuola di pensiero che dice che nel corso dei mesi scorsi si sono invertite le polarità. Ovvero che Renzi è nato come candidato degli elettori del centrosinistra, e anche come rappresentante di una parte del voto moderato orientatosi in certi casi anche verso Forza Italia. E che oggi Renzi mantiene una leadership visibile e dà sicurezza anche alla struttura e alla base militante.
E dunque?
Dunque secondo questa scuola di pensiero alle primarie di fine aprile parteciperanno meno persone di tre anni fa. E secondo questa tesi i rapporti di forza saranno quindi diversi da quello che si è visto in questa prima fase. Ma questa tesi secondo me non è giusta. Io credo che le primarie confermeranno i risultati che abbiamo sotto agli occhi.
Renzi è alto nel voto dei circoli...
Renzi è alto. Credo che un po' di calo sarà fisiologico ma ritengo possa stimarsi sempre tra i 60 e i 65 punti percentuale.
In tutto questo si sta affermando una figura come Tommaso Nannicini. Economista, sottosegretario con Renzi, oggi centrale nel nuovo renzismo. Voi lo avete invitato all'iniziativa odierna al circolo Meriti e Bisogni.
Ci vediamo alle 18 alle Stelline insieme a Massimo Ferlini, Daniela Mainini e Claudio Martelli. Nannicini, che a noi fondatori del circolo Meriti e Bisogni piace molto, ha due caratteristiche. Prima di tutto è sensibile al tema programmatico: ha chiaro il fatto che il ruolo della personalità nella Storia è importante ma non è sufficiente. Renzi è di grande talento e di personalità, adesso siamo entrati nella fase in cui devono accadere due cose, che poi sono alla base della nostra iniziativa.
Quali?
La prima è che dobbiamo cominciare a definire un profilo programmatico comprensibile. La seconda è che bisogna trovare radici. Bisogna sapere capire dove ci si trova. Farsi le giuste domande. Che cosa è una sinistra liberale oggi? Che cos'è un profilo liberal democratico oggi? In Europa il centrosinistra ha vinto due volte seriamente: con Blair e con Schroder. Hanno fatto riforme dell'istruzione e del mercato del lavoro orientate alla qualità e alla competenza e al merito.
Quello che una volta faceva la destra.
Quello che una volta facevano i liberali conservatori. Io penso che la sinistra non si possa riorganizzare con leader alla Sanders o alla Tsipras. Io penso che quella sinistra non possa andare da nessuna parte.
Nel panel dell'iniziativa, insieme a lei, c'è anche Claudio Martelli.
Martelli è l'autore di un intervento che ha 35 anni, scolpito nella memoria di chi conosce la Storia politica di questo Paese, e venne pronunciato alla conferenza programmatica del Partito Socialista nel 1982. Il titolo era "Per un'alleanza tra il merito e il bisogno". Allora colpì al cuore una lettura classista della società, e fu capace di individuare nuove forme di presenza sociale. I ceti emergenti, le nuove professioni, la creazione di ricchezza attraverso la comunicazione. Quel cambiamento di pelle che allora era in embrione e che oggi è invece compiuto.
Perché stiamo tornando a 35 anni fa?
Perché Renzi dovrebbe cogliere che bisogna trovare delle radici. E le radici al fondo stanno in quella stagione che venne definita del socialismo mediterraneo, quella di Mitterand, Gonzales e Craxi, che seppero invertire i rapporti di forza in tutta Europa tra comunisti e socialisti a favore di una visione liberal democratica. Era l'alleanza merito-bisogni. Un modo preciso di declinare sussidiarietà e mano pubblica.
Torniamo a Milano. Il sindaco di Milano non si è ancora schierato...
Sembrava essere pronta una iniziativa da svolgersi l'8 aprile in un teatro milanese al quale avrebbero partecipato Renzi, Gentiloni e Sala che per quello che avevo capito doveva essere una forma di endorsement. Non so dire perché sia saltata. Detto questo io credo che Sala alla fine dovrà schierarsi, lui ha un impianto liberal-democratico che il centrosinistra ha scelto per competere sotto la Madonnina, pur comprendendo gran parte delle forze di sinistra. Chiunque altro avrebbe perso contro Parisi. Per questo alla fine dirà che è per Renzi. Non me lo vedo a sostenere Orlando. Sala in un mondo normale voterebbe lo Spadolini del momento. Mettiamola così: Un borghese illuminato che sceglie il centrosinistra sta con Renzi.
Ultima domanda: come vede l'esperienza di Parisi.
Il problema di Stefano è che ha fatto un'operazione davvero energica sugli elettori delusi di Forza Italia e non solo loro. Non conosco bene le formazioni del campo moderato. Io lo vedrai bene insieme ad Area Popolare per costruire il polo merkeliano, popolar conservatore europeista, nel centrodestra italiano, possibilmente anche con Forza Italia. Alla fine però in quell'area politica le carte le dà Berlusconi. Quindi moltissimo dipenderà da lui.
@FabioAMassa