Martina critica il Referendum. Replica Fava: "Carisma Topo Gigio"
Il vicesegretario dem contro il Governatore lombardo: il referendum? "Vinceranno i sì. Ma non servirà a niente"
Referendum, Martina attacca Maroni: "E' soltanto uno spot elettorale"
Il vicesegretario dem contro il Governatore lombardo: il referendum? "Vinceranno i sì. Ma non servirà a niente. Meno scontato, invece, è il costo: 50 milioni che potevano essere spesi per i pendolari o per il sostegno al lavoro
IL POST DI MARTINA - "Penso che la propaganda di Maroni sul referendum in Lombardia sia una grossa bufala ai danni dei cittadini". E' quanto ha scritto il vicesegretario del Pd e ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina in un post su Facebook.
"La verita' - prosegue il ministro - è che il referendum e' talmente scontato che non esiste una scelta tra il si' e il no. Perche' nessuna persona sensata puo' immaginare un altro risultato che il si'. Cio' che non e' affatto scontato invece e' il costo di questa operazione: ben 50 milioni di euro che potevano essere spesi per i pendolari o per il sostegno al lavoro nei territori. Non cosi'".
Secondo Martina, "vinceranno i si', anzi, hanno gia' vinto. Il giorno dopo, infatti, non cambiera' nulla e si ricomincera' dal via. La Lombardia dovra' chiedere l'apertura di un confronto con lo Stato per discutere eventuali materie da gestire, e in caso di accordo, la legge dovra' essere successivamente votata dal Parlamento". Martina ha ricordato infine che "il 22 ottobre prossimo in Lombardia si aprira' la campagna elettorale e questa semplice verita' andrebbe detta agli elettori. Nulla di piu' e nulla di meno di questo".
LA REPLICA DI GIANNI FAVA - "Ogni tanto il ministro Martina si ricorda di essere lombardo, peccato lo faccia sempre contro gli interessi della Lombardia". Replica così l'assessore regionale Gianni Fava, responsabile per Palazzo Lombardia del coordinamento dell'azione per il referendum per l'autonomia della Lombardia, alle dichiarazioni di ieri del ministro dell'Agricoltura di Calcinate, in provincia di Bergamo, Maurizio Martina, a proposito della consultazione in programma il 22 ottobre prossimo, che sono, secondo Fava, "la dimostrazione plastica dell'inutilità del confronto con il Governo su questioni che riguardano gli interessi del nostro territorio".
"In quella che dovrebbe essere la sua delega, cioè l'agricoltura - prosegue Fava, che, nell'ambito della Giunta regionale lombarda, ha in capo la medesima competenza -, per anni abbiamo tentato inutilmente di ottenere da un ministro lombardo quel minimo sindacale di attenzione nei confronti dei problemi che hanno attanagliato la categoria, sistematicamente senza risultati concreti, anzi, quasi sistematicamente con effetti contrari: grande attenzione agli equilibri politici del suo partito nelle regioni del sud e totale disinteresse per quelle del Nord".
"Al distratto Martina, che ha il carisma e il peso politico di Topo Gigio - incalza Fava - e che ambisce a finire su qualche giornale del Sud, guarda caso gli unici a dimostrare un minimo di attenzione per un comunicato stanco e ripetitivo, probabilmente dettato dal divano di casa in una calda domenica d'agosto, consiglio di parlare con qualche sindaco del suo partito, che al contrario, continua a dirsi impegnato nel sostegno a un'azione sacrosanta". "Delle due l'una - sostiene l'assessore regionale -: o tutti i sindaci del suo partito stanno fingendo e in realtà bluffano, parlando di impegno a sostegno del sì e di sacrosante ragioni che stanno alla base del referendum per l'autonomia della Lombardia, oppure semplicemente l'ineffabile ministro lombardo con questi non parla, o non li conosce". "Sfido a questo punto i sindaci e gli amministratori di centrosinistra di questa regione a dirci, una volta per tutte, quale sia il loro reale orientamento sulle tematiche inerenti l'autonomia e le risorse per il proprio territorio - è il monito di Fava -. Di certo non accetteremo lezioni o fiacchi predicozzi sul cosiddetto risparmio e sull'impiego delle risorse, da parte di un ministro che, da anni, anche se pur solo formalmente, dirige un Ministero che, in quanto a sprechi, potrebbe ambire a qualche record iridato". "Non esistono sprechi per l'esercizio della democrazia - conclude l'assessore regionale -: chi crede in qualcosa di diverso farebbe bene a non militare in un partito che si dice democratico".