Milano
Maxi operazione antidroga: nuove accuse per il capo ultrà milanista Luca Lucci
Le indagini rivelano legami con la 'ndrangheta e traffici milionari di stupefacenti: smantellata una rete criminale che unisce Lombardia, Calabria e Sudamerica
Maxi operazione antidroga: nuove accuse per il capo ultrà milanista Luca Lucci
Luca Lucci, noto capo ultrà milanista già coinvolto nell’inchiesta sulle curve di San Siro, è stato nuovamente raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Le accuse emergono da un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano, che ha portato alla luce un’associazione criminale legata alla cosca della 'ndrangheta dei Barbaro. Il gruppo, secondo gli inquirenti, avrebbe importato e distribuito oltre 2 tonnellate di stupefacenti tra Lombardia e Calabria. Il ruolo di Lucci, già noto per il suo passato controverso, si inserisce in un’organizzazione che avrebbe gestito una rete ben strutturata di traffico di droga, consolidando connessioni tra clan locali e internazionali.
Un’organizzazione internazionale con ramificazioni in Sudamerica e in Europa
L'operazione, che ha coinvolto le province di Pavia, Milano, Reggio Calabria, Lecco e Piacenza, ha portato a 20 arresti, di cui 15 in carcere e 5 ai domiciliari. Gli investigatori del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pavia, insieme al Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno scoperto una rete complessa e trasversale che controllava forniture all’ingrosso di cocaina e altre droghe. Il gruppo operava in stretta collaborazione con i clan Barbaro di Platì e gruppi criminali albanesi e sudamericani, che gestivano le spedizioni di cocaina dal Sudamerica alle principali piazze intercontinentali. La rete avrebbe preso il posto dei Flachi della Comasina, confermando la pericolosità di un’organizzazione capace di muovere ingenti quantità di droga e consolidare rapporti tra criminalità locale e internazionale.
Arrestata anche la presunta contabile della curva del Milan
C'è anche Roberta Grassi, presunta contabile della curva Sud rossonera, tra le persone arrestate oggi. Da quanto si evince dall'ordinanza del gip Luigi Iannelli, nell'inchiesta del pm Gianluca Prisco, a Grassi è stata applicata un'ordinanza di arresti domiciliari per favoreggiamento personale nei confronti di Lucci. Lo riferisce Ansa. Grassi nell'inchiesta sulle curve non era stata arrestata, ma soltanto perquisita. Tra gli arrestati finiti in carcere, invece, figura Luca Calajò. Nipote del presunto ras della droga del quartiere milanese Barona, Nazzareno Calajò, già condannato ad oltre 17 anni a Milano per traffico di droga. Ordinanza di custodia in carcere anche per Rosario Calabria e Antonio Rosario Trimboli, due nomi già emersi per la vicinanza a Lucci anche nell'inchiesta sulle curve. Nelle carte, infatti, veniva segnalato che il capo ultrà Lucci sarebbe "vicino" a Rosario Calabria, a sua volta legato a Domenico Papalia, "figlio di Antonio", detenuto all'ergastolo e "appartenente all'omonima famiglia di 'ndrangheta orbitante nell'area Milanese
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