Milano

Maxistipendi e immobilismo. Afol Milano, dopo le inchieste il caos?

di Francesco Floris

Non c’è pace per Afol Metropolitana: il repulisti per riportare in auge l'agenzia lavoro di Milano va a rilento, ma incidono i maxi stipendi dei nuovi dirigenti

Maxistipendi e immobilismo. Afol Milano, dopo le inchieste il caos?

Non c’è pace per Afol Metropolitana. Doveva essere un repulisti. Per riportare in auge l’Agenzia per la formazione e l’orientamento al lavoro di Milano – che gestisce centri per l’impiego, politiche attive e centri di formazione professionale per recuperare all’obbligo scolastico i ragazzi che hanno abbandonato gli studi – dopo l’inchiesta della Dda di Milano su appalti, infiltrazioni e mazzette che hanno coinvolto anche l’ex direttore generale, Giuseppe Zingale. Qualcosa non ha funzionato. Cosa è stato fatto in un anno e mezzo? A rispondere su Arcipelago Milano è Pietro Ichino, consigliere di amministrazione di Afol. Primo: licenziamento in tronco di Zingale (“operazione non facilissima in un ente” scrive Ichino); secondo: elaborazione di un progetto di ristrutturazione dell’Agenzia; terzo: bando per l’assunzione di un nuovo Direttore Generale e tre nuovi dirigenti. Pochino? “Forse, dal di fuori, un anno per questi quattro passaggi può apparire un tempo troppo lungo – risponde a distanza il professore fustigatore della pubblica amministrazione e dei dipendenti pubblici – ma posso testimoniare in piena coscienza che non lo è: per riuscire a compiere questi passaggi abbiamo lavorato molto intensamente”.

Il maxi stipendio dei dirigenti

Nulla è stato fatto invece per la stabilizzazione dei docenti precari, alcuni da quasi 20 anni, che lavorano nei Centri di Formazione Professionale e recuperano ogni anno alla scuola i ragazzi in età d’obbligo scolastico. Anzi, proprio nelle settimane in cui gli inquirenti mettevano nel mirino i dirigenti di Afol, i docenti venivano esternalizzati a un’agenzia interinale per non doverli assumere come effetto del “Decreto Dignità”. Scelta presa con la sostanziale acquiescenza della Cgil Funzione Pubblica di Milano.

Ma parliamo dei dirigenti chiamati a risollevare le sorti dell’Agenzia. Per il post Zingale la scelta del cda di Afol è ricaduta su Tommaso Di Rino. Abruzzese, senza alcuna esperienza sul territorio di Milano e (pare) nemmeno la residenza in città. Chiamato come nuovo Dg per la modica cifra di 186mila euro. A cui aggiungere altri 100mila euro a testa per gli altri tre dirigenti assunti, per un totale di poco inferiore al mezzo milione di euro. Scelte che, anche a fronte dell’emergenza Covid e delle pesanti conseguenze su istruzione e mondo del lavoro, sono finite nel mirino dell’opposizione a Palazzo Marino. Il consigliere comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico ha chiesto il 18 gennaio una serie di chiarimenti al sindaco Beppe Sala e alla giunta che ora hanno 30 giorni per rispondere. A cominciare dal mancato coinvolgimento dei 70 comuni dell’hinterland di Milano che compongono il consorzio costituente di Afol, e dalla richiesta di sapere quali corsi sono stati attivati nel corso del 2020 e per il 2021 per tenere conto delle mutate condizioni lavorative ed economiche.








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