Milano

Metalmeccanici, Fit e Cisl: in Lombardia 1.500 posti a rischio

Il Rapporto semestrale dell'Osservatorio Regionale della crisi e dell'occupazione realizzato per quanto riguarda il settore metalmeccanico dalla Fim Cisl

Metalmeccanici, Fit e Cisl: in Lombardia 1.500 posti a rischio

(IMPRESE-LAVORO.COM) Milano - La situazione dell'Ilva e i dazi posti dal presidente americano Donald Trump, insieme alla fine della Cassa integrazione di grosse aziende del settore metalmeccanico, mettono a rischio, in Lombardia, 1500 posti di lavoro. Lo rivela il Rapporto semestrale dell'Osservatorio Regionale della crisi e dell'occupazione, analizzata ieri a Milano, per quanto riguarda il settore metalmeccanico, dalla Fim Cisl Lombardia in una conferenza stampa. La ripresa non decolla, e a dimostrarlo sono i numeri diffusi dal sindacato: nel primo semestre 2018 sono state colpite dalla crisi 325 aziende e 8448 lavoratori mentre è stabile il numero delle imprese coinvolte nella cassa integrazione ordinaria: 267 contro le 263 del semestre precedente e 2.000 persone sono in Cigs o mobilità.

"Nonostante la ripresa il mercato non è in grado di riassorbire chi ha perso il lavoro - ha dichiarato Andrea Donegà, segretario generale della Fim Cisl Lombardia - Con l'autunno avremo il problema della fine della cassa integrazione per alcune importanti aziende lombarde". Tra queste vengono segnalate la Candy di Brugherio e l'Electolux di Solaro, nel milanese: "Ci sono tavoli aperti al Ministero per chiedere la proroga della cassa integrazione straordinaria - continua il segretario della Fim - perché parliamo, per questi due grossi casi, di circa 300 posti di lavoro a rischio per entrambe". Il settore metalmeccanico, che rappresenta il 52% dell'export italiano, deve affrontare due grossi punti di domanda: "In primo luogo la vertenza dell'Ilva, che a causa del crollo della produzione dell'acciaio costringe le aziende italiane ad approvvigionarsi all'estero, rischiando di spingere il nostro sistema paese ai margini - ha proseguito Donegà - Secondariamente la questione dei dazi imposti da Trump potrebbe spingere i prodotti cinesi nel mercato europeo e anche italiano, facendo concorrenza alle nostre aziende".







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