Metalmeccanici: la cassa integrazione cala, ma non si avverte la ripresa
Come testimonia la tendenza evidenziata dai dati nazionali, diminuiscono ancora le ore di cassa integrazione per i dipendenti del settore metalmeccanico sia a gennaio che nel rapporto su dodici mesi.
Nello scorso mese di gennaio sono state 1635476 le ore di cassa per le tute blu in Lombardia, nello stesso mese del 2015 furono 5389081. Si registra dunque una riduzione del 69,65%. Un calo del 76% per quanto attiene alla tipologia degli impiegati e il 66% per gli operai. Cassa integrazione in picchiata in tutti i distretti industriali della Regione.
Riduzione sostanziale sia della cassa integrazione ordinaria (-84%) sia di qualla straordinaria (-64%), livemente inferiore il differenziale di quella in deroga (-6,5%).
Analoga tendenza si individua analizzando il trend annuale. Nell'arco di tempo febbraio 2015-gennaio 2016 sono state autorizzate 69801714ore di cassa integrazione, a fronte delle 104397731, esattamente il 33% in meno.
Sostanziali le differenze per quanto riguarda la tipologia di intervento: Cala decisamente la cassa integrazione ordinaria (-60%), più del doppio rispetto a quella straordinaria (-26%), sparisce quasi del tutto quella in deroga (-88%).
Si tratta di riduzioni, che solo parzialmente si possono spiegare con i 'necessari processi di allineamento delle procedure alle disposizioni normative introdotte dal d.lgs. N. 148/2015', di cui parla l'INPS.
In ambito metalmeccanico è ormai una tendenza strutturale, acclarata in quasi tutte le ultime rilevazioni. L'abbassamento generale della cassa integrazione non ha come immediato effetto la crescita dell'occupazione come denuncia la FIOM da mesi. Diminuendo le tutele, diminuisce anche il ricorso agli ammortizzatori sociali.
“La prima cosa di dire – argomenta Mirco Rota, segretario generale della FIOM Cgil Lombardia – di fronte a questi dati è che meno utilizzo degli ammortizzatori sociali non significa automaticamente ripresa, e dunque più lavoro e più occupati. Ma questo risultato è il combinato disposto di più fattori: cioè un ridimensionamento della possibilità dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali: dalla cassa in deroga ai contratti di solidarioetà, unitamente al fatto che non è più possibile utilizzare la cassa straordinaria in situazioni di chiusure e fallimenti”
“In secondo luogo – aggiunge Rota - molte aziende stanno utilizzando meno ammortizzatori, perché nei periodi precedenti hanno anche licenziato.”
Tutto questo – conclude il segretario dei metalmeccanici del sindacato della Cgil - ci fa dire che bisogna mettere mano agli ammortizzatori sociali per renderli funzionali ai lavoratori e alle imprese coinvolti dalla crisi. Di fatto registriamo che si riducono le ore ma non casi delicati di crisi grave che anche in queste settimane stanno colpendo questo Regione come Lynkra, AlstomGE, Abb ecc”.