Migranti, Casa della Carità al Comune di Milano: non applicate il dl Sicurezza
La richiesta della Casa della Carità di Milano a Palazzo Marino: "Non applicare il dl Sicurezza sui migranti"
Migranti, Casa Carità di Milano: "Il Comune non applichi il dl sicurezza"
"Sul tema dell'accoglienza dei profughi e della gestione dei richiedenti asilo avremmo auspicato un dibattito serio, aperto e plurale, un dibattito che valorizzasse il Parlamento, con competenze, studi, riflessioni, con uno sguardo sociale e con coraggio culturale, capace di analisi, guardando alla realta' di quanto accade, senza ideologie, generalizzazioni e slogan. Invece, e' stata posta la fiducia, un atto che ha precluso ogni confronto. Mi auguro comunque che anche altre citta', a partire dalla mia Milano, seguano l'esempio di Torino, Bologna, Bergamo e Padova e ne approvino nei Consigli Comunali la sospensione degli effetti".
Lo afferma in una intervista a 'Famiglia cristiana' don Virginio Colmegna, Presidente da 14 anni dalla Casa di Carita' di Milano. Come si risponde a questo decreto? "Valorizzando quelle alternative culturali che producono coesione sociale, anche arrivando ad atti di disobbedienza civica, in nome di quella cultura della solidarieta' che dovrebbe ispirare gli interventi delle istituzioni e che sembra invece smarrirsi a favore di un facile consenso politico che strumentalizza le paure dei cittadini ormai irretiti dalla propaganda".
Il taglio dei fondi e' figlio della propaganda elettorale visto che quei 35 euro sono sempre stati osteggiati da alcune forze politiche, appoggiate da un sentire diffuso: "Vengono qui e gli diamo pure 35 euro" era la vox populi. "Il taglio dei fondi all'accoglienza accompagnato dal commento 'E' finita la mangiatoia' - risponde don Colmegna - e' un insulto di una gravita' immensa che non merita una risposta. Siamo, invece, estremamente preoccupati dall'arretramento della cultura della solidarieta' tra la gente comune, che trancia la passione solidale e installa chiusure e contrapposizioni. Nel merito dico solo che la riduzione dei fondi rischia di esser un regalo a corruzione e malaffare. Inoltre, la contrazione del modello dell'ospitalita' diffusa attraverso il sistema Sprar a favore dei grandi centri e' un'operazione che aumentera' illegalita', insicurezza, paura e conflittualita'. Infine, dobbiamo sottolineare quella norma sulla possibile vendita ai privati dei beni confiscati alle mafie che e' un passo indietro preoccupante su un tema cruciale come quello della legalita'".
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