Milano
Migranti come boy scout per integrarsi: ecco il modello Bergamo
L'esperienza del progetto Accademia avviato a Bergamo dalla cooperativa Rua: richiedenti asilo come in caserma per giungere a piena integrazione e all'impiego
Migranti come boy scout per integrarsi: ecco il modello Bergamo
Dopo il modello Riace, il modello Bergamo? La cooperativa Rua ha avviato da qualche tempo il progetto Accademia, percorso di inserimento dei richiedenti asilo che passa attraverso l'insegnamento della lingua e della cultura italiana e la partnership con le aziende locali, grazie alla collaborazione della Giunta guidata da Giorgi Gori e di Confindustria. Il cuore del progetto, avviato a settembre con 30 immigrati ma che a regime ne potrà contare sino a 90, pare essere una organizzazione fondata su una disciplina da boy scout, se non proprio da caserma. Lo ha raccontato Sara Monaci per il Sole 24Ore: gli ospiti hanno adunate, controlli della divisa e canti dell’Inno italiano, colloqui motivazionali con gli educatori, sveglia al mattino presto, consegna dei cellulari prima dell’ingresso in classe, lezioni dalle 8 alle 11. Quindi pranzo autogestito e 3 ore di volontariato al giorno nelle strade della città, dove si fanno pulizie e si segnalano problemi e disagi all’amministrazione. La sera si studia. Ogni settimana c’è un capoclasse a cui viene data la responsabilità dell’andamento della scuola, con 5 colleghi che aiutano nei servizi. A turno preparano e servono i pasti, puliscono refettorio e cucina. Le camere devono essere sempre in ordine, i vestiti lavati e pronti. Ed ancora: obbligo assoluto di parlare sempre in italiano, pena una sanzione come un turno in più di polizia. È permesso uscire solo il sabato e la domenica sera fino alle 22, non oltre. I ragazzi sono sempre in divisa, in modo riconoscibile. Superati i primi sei mesi, inizia la formazione in azienda, con tirocini pagati dalle imprese che se tutto va bene sfociano in contratti. Ideatore della scuola è Christophe Sanchez, già nello staff di comunicazione di Matteo Renzi e ora uomo di fiducia del sindaco Gori. I "famosi" 35 euro previsti dallo Stato per ogni richiedente asilo sono totalmente assorbiti dall'Accademia, che fornisce tutto ai migranti, che non devono spendere per nulla, ma non possono nemmeno lavorare fuori durante quest’anno di formazione.
Ed ora si teme che questo modello possa essere distrutto dall'introduzione del decreto Salvini. Commenta il sindaco Gori: "Ci auguriamo di poter proseguire con la nostra esperienza, che certo con questa legge viene messa a dura prova. Per il momento andiamo avanti perché comunque è meglio avere nel territorio persone formate e integrate, anche se non con i documenti in regola, che immigrati esclusi dalla comunità".