Milano
Migranti, Lega prepara 'lista di proscrizione' dei Comuni che accolgono

Una sorta di 'lista di proscrizione' dei Comuni che accolgono i profughi in Lombardia. La sta preparando la Lega Nord-Lega lombarda, con l'idea di tagliare poi i trasferimenti regionali alle amministrazioni, come gia' anticipato dal governatore Roberto Maroni. "Stiamo facendo uno screening. Manderemo segnalazione al gruppo regionale della Lega di tutti Comuni in Lombardia che hanno accettato di prendere clandestini", ha spiegato il commissario della Lega lombarda, Paolo Grimoldi. "Questa segnalazione verra' utilizzata affinche', se ci sono partite di finanziamento attraverso la Regione su qualsivoglia canale, noi politicamente sceglieremo di chiedere conto a questi Comuni. O vanno avanti senza chiedere finanziamenti alla Regione o evidentemente si mettono a dare priorita' ai disoccupati piuttosto che ai clandestini".
Il governatore lombardo, dal canto suo, ha inviato stamane una lettera ai prefetti in cui si chiede loro di "sospendere" ogni assegnazione ai Comuni lombardi. Capofila della protesta leghista contro l'accoglienza di nuovi profughi sono il sindaco di Padova, Massimo Bitonci, oltre a quelli di Bondeno, nel Ferrarese, e di Chiuduno, in provincia di Bergamo. Dovrebbe aggiungersi anche Varese. "Mi risulta vi siano diversi sindaci del Pd, di Forza Italia e anche di liste civiche", ha sostenuto Grimoldi. Mentre Matteo Salvini, su 'Radio Padania', ha lanciato la campagna 'Stop invasione, non vogliamo clandestini: cittadini ditelo alle prefetture'. Il segretario federale leghista, che su Facebook ha pubblicato i recapiti telefonici di 12 prefetture da Nord a Sud, ha invitato gli ascoltatori a chiamare i centralini delle prefetture per protestare contro un eventuale arrivo di clandestini come prevede il piano predisposto dal Viminale. "I prefetti cercano casa per migliaia di clandestini? - ha scritto - Facciamogli sentire cosa ne pensiamo. Una telefonata allunga la vita". Si tratta di una "manifestazione pacifica e democratica per far sentire a Roma la propria voce", ha spiegato in radio. "Perche' se e' vero che i prefetti eseguono ordini e' anche vero che se arrivano 500 telefonate di protesta non possono far finta di niente". "Il gruppo della Lega Nord non solo sostiene pienamente Maroni in questa battaglia di civilta' contro l'immigrazione irregolare, ma rilancia con una proposta ulteriore: dare contributi regionali solo alle attivita' e agli albergatori che non ospitano clandestini", hanno chiesto, dal canto loro, Massimiliano Romeo e Fabio Rolfi, capogruppo e vice capogruppo leghisti in Consiglio regionale lombardo. "La lettera di Maroni ai prefetti e' un'ottima iniziativa cosi' come la proposta di togliere ogni sostegno regionale ai Comuni che spendono risorse per accogliere i profughi sul proprio territorio. A completamento di questa azione, la Lega Nord presentera' un emendamento 'no-clandestini' per favorire, nei futuri bandi regionali, tutte quelle attivita' che responsabilmente non intendono lucrare sull'immigrazione, scaricando poi sulla comunita' locale i costi di integrazione".
MARONI: "NEL 2011 ERA DIVERSO. LA MIA INCHIESTA? NON C'ENTRA"/ "Se il governo invece di attaccare e polemizzare e dire che e' tutta colpa mia, mi chiamasse e mi dicesse 'visto che tu il problema l'hai risolto vediamoci', io sarei disponibile a collaborare col governo, non sono disponibile agli insulti. Io le soluzioni le ho e la prima cosa e' fare i campi profughi in Libia". A dirlo e' il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. Secondo il governatore "il problema rispetto al 2011", quando era ministro dell'Interno, "e' tutta un'altra cosa". Infatti "nel 2011 furono 40mila oggi sono piu' del triplo. Allora ci fu un'emergenza che io bloccai, perche' a luglio 2011 non ci furono piu' sbarchi, mentre qui continuano ad esserci". "Ma figurarsi, io ho posto un problema serio e voglio risposte serie": cosi' il presidente della Regione Lombardia ha poi risposto al Pd e al Movimento 5 Stelle che lo hanno accusato di alzare i toni sulla questione immigrazione per coprire gli sviluppi delle indagini che lo vedono coinvolto per presunte pressioni a favore dell'assunzione di due sue collaboratrici.