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Migranti, onlus a Milano nella bufera, 11 arresti per truffa e autoriciclaggio

Migranti, onlus a Milano nella bufera, 11 arresti per truffa e autoriciclaggio

L'accusa è di associazione a delinquere e non solo. 11 arresti (una in carcere, 5 ai domiciliari e 5 obblighi di dimora) nelle onlus milanesi che si occupano di migranti. I finanzieri del Comando provinciale di Lodi, su disposizione della Procura di Milano, stanno eseguendo delle perquisizioni e un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 11 persone accusate di associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio nell'inchiesta 'Fake Onlus' che sta indagando su una presunta gestione economica illecita da parte di alcune onlus che si occupano di accoglienza dei migranti. I presunti profitti illeciti ammonterebbero a circa 7 milioni di euro. Pare siano quattro le onlus coinvolte: si sarebbero avvarse di documenti falsi per partecipare a bandi pubblici indetti dalle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia e aggiudicarsi la gestione di centinaia di migranti. Secondo le prime riscontruzioni, sarebbero stati usati per scopi personali dai rappresentanti legali delle onlus al centro dell'inchiesta dei pm di Milano oltre 4,5 milioni di euro dei circa 7,5 milioni ottenuti illecitamente.

Le onlus al centro dell'operazione sarebbero collegate a pluripregiudicati appartenenti alla 'ndrangheta" e sarebbero state utilizzate per consentire a persone recluse di accedere ai benefici di legge attraverso l'assunzione presso queste cooperative. Le onlus sarebbero state utilizzate per fare ottenere a persone recluse, dietro rilascio di documenti falsi, la concessione della misura alternativa alla detenzione da parte del magistrato di sorveglianza.

Nel corso delle attivita' investigative durate anni si e' registrata la progressiva costituzione di Onlus e cooperative collegate tra di loro da interscambi di cariche amministrative, appositamente costituite al fine di partecipare e aggiudicarsi le gare indette dalle prefetture, offrendo spesso il prezzo piu' conveniente al ribasso e producendo a supporto documentazione non veritiera sui servizi offerti ai migranti. L'alternarsi delle cariche nelle Onlus, si nota, era dovuta alla necessita' di evitare che emergessero i precedenti penali di alcuni indagati.

Una delle onlus coinvolte nell'indagine della Procura di Milano ha partecipato al Festival dei Beni Confiscati alle Mafie del 2018. Una presenza che emerge dal sito di 'Area Solidale', questo il nome del'organizzazione, nella quale si da' atto della presenza con una struttura in via Paisiello, a Milano, all'interno della quale era stata allestita una bicicletteria 'solidale ed ecologica'. 

Tra le contestazioni mosse agli 11 arrestati nell'ambito dell'indagine della Procura di Milano su una presunta truffa nella gestione dei migranti c'e' quella di "avere falsamente indicato di offrire servizi di integrazione a favore degli immigrati indicando quali consulenti presenti nella struttura psicologi, criminologi e avvocati che non risultano avere prestato attivita' lavorativa". Requisiti necessari per aggiudicarsi le convenzioni e ottenere cosi' i rimborsi che sarebbero stati ripartiti dai componenti della presunta associazione a delinquere invece che destinati ai migranti. Inoltre,i rappresentanti della Onlus avrebbero ingannato le Prefetture di Lodi, Pavia e Parma presentando domande di ammissione ai finanziamenti pubblici celando i precedenti penali dei loro amministratori.

Gip: "Onlus costituite per lucrare su emergenza"

Le Onlus al centro dell'indagine milanese "sono state appositamente costituite solo per lucrare sulla situazione di emergenza e per fare cosi' ingresso in maniera illecita nel canale della distribuzione delle risorse pubbliche istituite per l'accoglienza dei migranti". Lo scrive il gip di Milano Carlo Ottone De Marchi nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per un'indagata, i domiciliari per cinque persone e l'obbligo di dimora e di firma per altri cinque ancora. Nel provvedimento, il giudice rileva che "nel periodo 2014-2015, in cui l'afflusso dei migranti sul territorio nazionale e' stato maggiore, l'emergenza e' stata fronteggiata con convenzioni dirette e bandi pubblici di gara dove l'unica certificazione/rendicontazione richiesta per i controlli da parte delle prefetture era un'attestazione relativa alla presenza dei migranti e dei giorni di ospitalita', sufficiente per ottenere i rimborsi previsti dai bandi". Solo in seguito, come rimarcato anche dal pm Gianluca Prisco in conferenza stampa, la procedura di controllo e' diventata piu' rigorosa e, con un decreto del 2017, e' stato introdotto l'obbligo di certificazione della spesa per l'utilizzo dei fondi e una serie di altre misure per evitare truffe. L'indagine della Procura di Milano e' nata da una segnalazione dell'Uif di Banca d'Italia su operazioni sospette relative alla cooperativa 'Area Solidale Onlus'. "L'inchiesta - ha spiegato Prisco - e' stata condotta per lo piu' tramite accertamenti bancari dal 2014 a oggi. Le intercettazioni sono state fatte solo nell'ultimo anno e hanno riscontrato quanto emerso dall'analisi dei conti correnti". Stando a quanto emerso dagli accertamenti, a 'Milano Solidale' sono andati 4 milioni e 832mila euro tra il 2015 e il 2018, mentre 1 milione e 133mila euro e' spettato al consorzio 'Area Solidale Onlus' tra il 2014 e il 2016 e 1 milione e 531mila euro e' finito agli 'Amici di Madre Teresa' tra il 2015 e il 2018.

Pm: "Questi casi sono eccezioni, altre onlus fanno un grande lavoro"

Le quattro onlus coinvolte nell'inchiesta 'Fake Onlus', messa a segno dai finanzieri del comando provinciale di Lodi e coordinata dalla procura di Milano, "sono delle eccezioni". Lo ha detto il sostituto procuratore, Gianluca Prisco nel corso di una conferenza stampa sull'inchiesta. "Questo non significa che bisogna sottovalutare l'enorme valore di tutte le altre Onlus che hanno ben gestito l'emergenza", ha spiegato. "Bisogna vedere anche il grande lavoro che fanno le altre onlus - ha sottolineato - che gestiscono veramente l'emergenza migranti". 

Salvini: "Un business che fa gola, ma la pacchia è finita"

"Undici arresti con l'accusa di truffa aggravata, autoriciclaggio e associazione a delinquere. Il business dell'immigrazione ha fatto gola ad alcune onlus di Lodi: stamattina e' scattata l'operazione con l'impiego di piu' di cento finanzieri. Meno sbarchi e meno soldi per i professionisti dell'accoglienza: cosi' risparmiamo, difendiamo l'Italia e investiamo per assumere piu' Forze dell'Ordine. La pacchia e' finita", ha commentato così Matteo Salvini l'operazione delle Fiamme Gialle a Lodi. 

Morelli (Lega): "Commissione consiliare urgente"

La Lega di Milano, tramite il capogruppo Alessandro Morelli, chiede ora una commissione consiliare urgente in Comune per conoscere quali sono le realta' che a Milano si occupano di gestione degli immigrati "arrivati irregolarmente in questi anni in Italia". Morelli, ha anche annunciato "la volonta' di visitare alcune sedi di ospitalita' e gestione di questi immigrati". La richiesta del partito arriva in seguito all'inchiesta 'Fake Onlus', su presunti profitti illeciti da parte di quattro onlus che si occupano di accoglienza ai migranti e che risulterebbero legate ad esponenti della 'Ndrangheta. "Visti gli arresti e le indagini in corso riguardo al grande business dell'immigrazione clandestina e alla volonta' annunciata da alcune associazioni di non volere partecipare ai bandi della Prefettura per l'accoglienza degli immigrati - ha commentato Morelli - la Lega vuole fare chiarezza di fronte al pericolo di sperpero del denaro pubblico per sollazzare il business pruriginoso dell'immigrazione clandestina".

Fontana: "Anche in Lombardia business sui disperati"

"Anche in Lombardia, a causa della gestione attuata dai governi di sinistra, l'immigrazione e' diventata negli scorsi anni un business, nel quale personaggi senza scrupoli lucravano sulla pelle dei disperati". A scriverlo su Facebook e' il presidente della Regione Lombardia, il leghista Attilio Fontana, commentando l'indagine sulle Onlus e le cooperative sociali nell'ambito dell'operazione 'Fake Onlus' della Gdf di Lodi. "Ora - aggiunge il governatore - grazie al lavoro del ministro Matteo Salvini si e' messa la parola fine e l'operazione odierna contro alcune Onlus legate alla 'ndrangheta ne e' la dimostrazione. Aver ridotto gli sbarchi ha portato meno morti in mare, ma anche meno soldi nelle casse delle organizzazioni criminali, che ora non possono piu' approvvigionarsi alla fonte dell'accoglienza: mi auguro che la magistratura vada fino in fondo, comminando adeguate sanzioni a questi criminali".

Majorino: "Bene inchiesta, mai abbassare la guardia su rispetto regole"

“Seguiremo con attenzione gli sviluppi di questa inchiesta che, seppur all’inizio, ha il merito di ricordare che non bisogna mai abbassare la guardia e dare per scontato il rispetto della legalità e delle regole. Anche in ambiti come quello del sociale e dell’accoglienza non devono esserci ombre. Una delle onlus coinvolte aveva concorso per l’assegnazione di un bene confiscato alla mafia ma dopo i nostri controlli è stata esclusa per irregolarità formali e non ha firmato il contratto. Ovviamente siamo a disposizione dei magistrati per fornire qualsiasi tipo di documentazione possa essere utile all’inchiesta”. Con queste parole l’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino commenta l’inchiesta ‘Fake onlus’ che ha portato a diversi arresti tra quattro onlus. A ottobre 2017, il Comune di Milano ha aperto un bando per l’assegnazione di alcuni beni confiscati alla mafia, tra cui l’immobile di via Paisiello. Alla gara ha partecipato il consorzio ‘Area solidale onlus’. Prima di assegnare definitivamente il bene, gli uffici del Comune hanno svolto controlli sui requisiti che però non sono risultati in regola. Pertanto nessun contratto di locazione è mai stato sottoscritto. Il bene di via Paisiello è stato infatti rimesso a bando e successivamente assegnato all’associazione ‘Non riservato’. “Sulla partecipazione di ‘Area solidale onlus’ alla sesta edizione del Festival dei beni confiscati – conclude Majorino –, valuteremo quali azioni intraprendere per tutelare l’immagine del Comune e di tutte le associazioni che nel rispetto delle regole collaborano con questa Amministrazione”.

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