The Milan Show-Biz

Milano Fashion Week, nel weekend Scervino e Plein al top

Un fine settimana ricco di creatività tra arte, artigianalità e visione contemporanea. Protagonisti assoluti della chiusura della MFW, Ermanno Scervino e Philipp Plein, che hanno incantato con collezioni potenti e distintive

di Krystel Lowell

Milano Fashion Week, nel weekend Scervino e Plein al top

Milano ha vissuto un weekend di pura emozione, con la Fashion Week che ha chiuso il sipario tra spettacoli, sfilate e performance memorabili. Il calendario delle presentazioni Autunno/Inverno 2025/26 ha visto protagonisti grandi nomi e nuovi talenti, offrendo un palcoscenico internazionale alla moda italiana e alle sue interpretazioni più audaci.

Ermanno Scervino: una celebrazione della femminilità consapevole

Ermanno Scervino ha presentato una collezione che incarna la forza e la leggerezza della donna contemporanea. La moda diventa strumento di autodeterminazione, un linguaggio che dialoga tra tessuti e silhouette. Grossi maglioni fatti a mano si trasformano in shearling, mentre cappotti in montone abbracciano sottovesti ricamate e illuminate da cristalli. Il rigore sartoriale maschile si fonde con dettagli iper-femminili: spigati e pied-de-poule scolpiscono blazer a clessidra e cappotti strutturati, mentre le cinture ispirate alla corsetteria enfatizzano la silhouette. Il savoir-faire artigianale della Maison si esprime attraverso ricami in fettuccia di pelle che attraversano shearling e nappa, decorando giacche e borse con un gusto sperimentale. Un equilibrio perfetto tra romanticismo e determinazione.

Philipp Plein: lusso, energia e spettacolo

Se la sofisticazione di Scervino ha affascinato per la sua eleganza sartoriale, Philipp Plein ha chiuso la MFW con una sfilata travolgente e spettacolare. Il designer tedesco ha confermato il suo DNA fatto di lusso estremo e atmosfere rock, portando in passerella abiti tempestati di cristalli, giacche in pelle borchiata e silhouette aggressive ma sofisticate. L'evento, tra giochi di luce e scenografie imponenti, ha reso omaggio all'audacia e all'energia della sua moda, con richiami al mondo dell'hip-hop e del glamour notturno. Un tributo alla personalità forte e indipendente che caratterizza la donna e l'uomo Plein.

Un weekend tra sperimentazione e tradizione

Oltre ai grandi nomi, la Milano Fashion Week ha visto sfilare designer che hanno reinterpretato la moda con profondità concettuale. Casa Preti ha trasformato la sua presentazione in un rito sacro contro la guerra, con performer e simboli evocativi. Nel cuore dell'evento, un performer indossava un cappotto bianco attraversato da cartucciere, in cui due vestali inserivano rami di gipsofila, il fiore simbolo della Maison. Un gesto potente di rifiuto della guerra e celebrazione della fragilità della vita.

Ferragamo ha citato l'espressionismo tedesco e il Tanztheater, portando in passerella una narrazione emozionale ispirata ai movimenti teatrali di Pina Bausch.

Tra trench fluidi in satin e piume leggere, la collezione di Maximilian Davis ha esplorato il concetto di libertà e amore attraverso la danza. I capi sartoriali e gli accessori sono stati realizzati con una cura meticolosa, con dettagli surreali che rielaborano elementi d'archivio della Maison.

Stuart Weitzman ha invece allestito un giardino delle meraviglie al Museo del '900, celebrando una femminilità complessa e moderna. Tra silhouette audaci e raffinate, la collezione ha proposto una nuova interpretazione della scarpa di lusso, con tonalità intense e modelli iconici come la 5050 Collection e la collaborazione con Swarovski per una capsule da red carpet.

Luisa Spagnoli ha raccontato l'autodeterminazione della donna attraverso silhouette sartoriali e tessuti pregiati, giocando tra classicismo e modernità. I toni del tabacco e del bianco hanno dominato la passerella, mentre gonne lunghe e ruches dosate con maestria hanno sottolineato il perfetto equilibrio tra bon ton e seduzione. Un'attenzione particolare è stata riservata ai capispalla, con tweed leggerissimi, stampe cocco e double di cashmere, per un'eleganza senza tempo.

J. Salinas ha portato il pubblico in un viaggio in Perù, tra tessuti che evocano l'opulenza della cultura Mochica, maglioni in alpaca e stratificazioni di crochet. Un tributo alle radici sudamericane del designer che ha conquistato Milano con la sua narrazione visiva e materica.

Infine, Francesca Liberatore ha chiuso Milano Moda Donna con una sfilata dal carattere senza tempo, mixando influenze etno-chic e riflessioni sulla moda come espressione di libertà. La scelta di presentare la collezione in una scuola primaria ha enfatizzato il desiderio della stilista di restituire valore alla conoscenza e all'immaginazione come strumenti essenziali per la moda del futuro.