Milano, a place to be (maybe)

Da Milano la rivoluzione elettrica. EPS, la startup e la città place to be

Ecco Carlalberto Guglielminotti, 33enne Ceo di una start up quotata e in crescita...

Carlalberto Guglielminotti ha 33 anni. Quando entra nella sede operativa, uno spazio chiaro, che non lascia spazio ai fronzoli, impugna un casco. Di mestiere fa il CEO della EPS, conosciuta come Electro Power Systems Group. Due figli piccoli, un MBA e un passato come operating partner in 360 Capital Partners, ha co-fondato Blackshape ma soprattutto la start up Restopolis, che oggi è TheFork.it, il servizio di prenotazione dei ristoranti di TripAdvisor. 

"Sapete perché siamo qui?"

No, perché?
Per somma di errori.

In che senso, scusi?
Facciamo un passo indietro. Io ho sempre seguito il ramo della tecnologia e del digitale per uno dei più grossi fondi in Italia e in Francia, 360 Capital Partners. Ci occupavamo di persona delle aziende, sedevamo nei consigli di amministrazione. Eravamo coinvolti. Molto coinvolti.

E quindi?
E quindi occupandomi delle varie società in portafoglio, uno giorno mi inizio ad occupare di EPS, che esisteva già, ma che aveva bisogno di qualcosa di nuovo. Fate conto che EPS esisteva praticamente solo come centro di ricerca e sviluppo. Era un laboratorio. C'erano uno scantinato a Torino e poco più di un garage ad Aosta.

Torniamo alla somma di errori.
Sì, ecco, la somma di errori. Nel secondo semestre 2013 entriamo e diciamo: o chiudiamo tutto oppure trasformiamo tutto in una azienda vera. C'erano errori e problemi, li abbiamo fatti diventare una forza. Sapete perché? Perché abbiamo ragionato da imprenditori, trasformando i problemi ed i limiti in opportunità, valorizzando la tecnologia, il team, e tutto il resto. E mi sono reso conto che dietro c'era tanta ricchezza tecnologica, unica al mondo, ed ingegneri eccellenti.

E' ancora una startup, EPS. Funziona economicamente?
Si economicamente funzioniamo, eccome. Ma è importante capire cosa facciamo. Il business dell'energia del futuro non è lo stoccaggio di per sé, e quindi le batterie, ma il controllo della distribuzione dell’energia stoccata e la modulazione delle fonti rinnovabili. Provate a pensare a questa cosa: guardate la rete italiana. Ovviamente ci sono molte fonti rinnovabili, giusto?

Giusto.
Ecco, quando passa una nuvola il pannello solare produce da 100kW a zero in un secondo e viceversa quando torna il sole. Ma noi l'energia elettrica la usiamo in modo costante. Mica aspettiamo che la nuvola sia passata per accendere la luce. Il nostro lavoro è sfruttare l’accumulo con una tecnologia protetta da 125 brevetti, per trasformare le diverse fonti di energia intermittenti, come eolico e solare, in sorgenti di energia stabili.

E funziona.
Funziona sì. Le nostre installazioni sono presenti in oltre 21 Paesi nel Mondo. Vendiamo a Terna, Toshiba, General Electriced Enel per citarne alcuni. Ed abbiamo realizzato più micro reti composte da fonti rinnovabili e stoccaggio di chiunque altro.

Ma non hanno i loro team?
Si, lavoriamo costantemente con i team delle grandi utility e li supportiamo nella transizione energetica come partner e fornitori grazie ai nostri sistemi che dialogano con la rete e la stabilizzano. Per alcune di queste grandi società presenti anche nei Paesi emergenti, come l’Africa e il Cile, invece abbiamo realizzato micro reti in grado di dare energia ad oltre 160.000 persone e ridurre il consumo di CO2. Lo stoccaggio di energia è considerato il più grande mega trend dei prossimi 10 anni. Ed abbiamo realizzato tutto ciò una tecnologia più efficiente e meno costosa, coperta da 125 brevetti. 

Mettiamo qualche numero nel ventilatore.
I primi otto anni abbiamo fatto tanta ricerca e sviluppo, sistemi installati sin da subito, ma di piccola scala, per validare la tecnologia. A maggio 2014 abbiamo presentato il piano industriale. Il primo anno abbiamo realizzato 800mila euro di fatturato, il secondo 1,2 milioni, quest'anno siamo a oltre 10 milioni tra ordini e fatturato e abbiamo più di 100 milioni di euro di pipeline di progetti. E siamo pure quotati a Parigi sul mercato regolamentato da oltre un anno, e capitalizziamo quasi 50 milioni di euro.

Parliamo di Milano. Lei è un 33enne Ceo di una start up quotata e in crescita. Milano è the place to be?
Milano ha due grandissimi vantaggi. Il primo è quello di essere oggi la reale capitale dell'innovazione della tecnologia, delle start up e del fare impresa che non si basa più su dinamiche clientelari. In Italia c'è poca attitudine imprenditoriale da un lato e pochi fondi di venture capital dall’altro, ma la situazione sta evolvendo, e questo trend è partito proprio da Milano. Il secondo motivo per cui siamo a Milano e non altrove, e che in pochi riconoscono, è che Milano è l’eccellenza mondiale nell’ingegneria elettrica e questo grazie alla presenza del Politecnico, che ha il più grosso centro di ricerca e Dipartimento d’Energia d'Europa. I cinesi chiedono consulenze ai milanesi su questa materia. Le più grandi aziende di settore che servono le utiltiy e gli operatori di rete di tutto il mondo hanno sedi a Milano. Gli ingegneri elettrici formati al Politecnico di Milano, benché ce ne siano pochi, sono eccellenza assoluta. Milano è the place to be, per noi, assolutamente.