Milano, Agenzia delle Entrate via del Bollo: la burocrazia che uccide l'Italia - Affaritaliani.it

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Milano, Agenzia delle Entrate via del Bollo: la burocrazia che uccide l'Italia

Il racconto dell'esperienza di un utente presso l'ufficio di via del Bollo: " Andrebbe istituito il reato di furto del tempo e di energie"

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Agenzia delle Entrate - Riscossione, Milano via del Bollo. Il miglior esempio della peggiore Italia. La burocrazia, o meglio l’ignavia parassitaria che uccide l’Italia. Andrebbe istituito il reato di furto del tempo e di energie, oltre di appropriazione indebita del proprio stipendio. Per non parlare di proterva vessazione del cittadino, interruzione di pubblico servizio e abuso del proprio ruolo / ufficio.

 

Milano, una giornata nella prima metà di Ottobre 2020.

 

Mi tocca andare all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate in via del Bollo,nel pieno centro di Milano, vicino alla Pinacoteca Ambrosiana e praticamentenel “forum” della vecchia Mediolanum di Augustea memoria, all’incrocio trail Decumano (appunto, da via del Bollo verso Corso di Porta Romana, indirezione Roma) e il Cardo (via Nerino, fino a via Manzoni).

Già il dover andare all’Agenzia delle Entrate, in particolare in via delBollo, dove tutti si lamentano per il pessimo servizio, non è proprio unapasseggiata, ma la cosa ancor più stressante è l’avere a che fare con alcunepersone che vi lavorano. Per modo di dire.Il lunedi mattina mi affaccio all’ingresso dell’ufficio, praticamente unnegozio multivetrine su strada, come fosse un ufficio postale, con fuori unaguardia, estremamene gentile.Mi chiede se ho preso appuntamento sul sito. Gli dico di no, ma l’ufficio èvuoto (si vede dalle vetrine), nessuno fuori e solo una persona dentro, conquattro operatori al ricevimento dei cittadini.La guardia chiede all’interno se si può entrare senza appuntamento, sebbenel’ufficio fosse vuoto e gli operatori allo sportello senza nessun “cliente”davanti, e nel miglior stile italiano, gli viene risposto che non si può.A quel punto chiedo di poter prenotare li direttamente, ma si deve fareonline. Insieme alla guardia apro il sito e dopo un pò di tempo a navigaretra le varie pagine trovo finalmente la “maschera” inserire i dati perfissare l’apppuntamento.

Devo effettuare una visura per me ed una per un’altra persona che mi hadato la delega.Chiedo se posso fare una prenotazione per effettuare due visure (circa 5 –10 minuti ciascuna) e mi viene detto di dover prendere 2 appuntamenti. Liprendo per il giovedi successivo, inserendo come mi viene indicato i datimiei e della persona che mi aveva delegato, uno alle 9,30 e l’altro alle9,40 circa.Il giovedi mi presento all’ufficio e ritrovo la guardia con la lista deinominativi in mano.Verifica il mio nome e mi fa entrare, unico “cliente” insieme ad un altroli presente.

Vado dall’operatore, che stampa la mia posizione e mi dà alcuneinformazioni.Una volta finito, gli chiedo la seconda visura, per la quale avevo chiestoregolare appuntamento.La risposta desta sconcerto: “la prenotazione per la visura del delegantedoveva essere effettuata a nome del delegato e non del delegante”.Replico: “Mi scusi, ma mi è stato detto di mettere il nome del delegante.In ogni caso sono venuto con i 2 appuntamenti”.Risposta:  “la seconda visura non la posso fare”.Domanda: “Perchè?”Risposta: “perche doveva prenotare con l’altro nome”.

D: “Mi scusi, ma ormai sono qui, cosa cambia? Ecco la delega, non mi sembrasostanziale se la prentazione, da me efffettuata su vostra indicazione, siastata fatta indicando il delegante piuttosto che il delegato”. Vuol cambiarea questo punto il nome della prenotazione?

R: “No, deve tornare!”.

D: “Come devo tornare, ho già perso 2 mezze mattinate per venire qui,perchè devo tornare se ho già l’appuntamento?”

R: “Perchè cosi non faccio la visura”.

D: “Perchè non deve farla? Peraltro non ci sono altri “clienti”, l’ufficioè vuoto. Oppure mi dia appuntamento adesso, che non ci sono altri clienti esono le 9.45”

R: “No”.

Sembra un film tra Totò  Fantozzi. Una situazione surreale: “Fantocci, siritri, se ne vadi”,I toni crescono: “Mi chiama la responsabile?”Arriva la responsabile. Peggio che andar di notte.Tralascio gli epiteti che tutti mi hanno dato di lei nel corso del tempo.Risposta della responsabile: “Se l’appuntamento è a nome del delegante lavisura non si può fare. Deve essere a nome del delegato”. Come dire che noinon possiamo fare nulla, è colpa del coordinatore. O magari del megaPresidente galattico Barambani Vien dal Mare.

D: “Guardi, questa è la delega, cosa mi rappresenta la formalità inutiledel nome inserito, che comunque è a nome di chi va fatta la visura, secomunque si tratta di un appuntamento preso?’

R: “Non si può, deve riprendere un appuntamento online per un altro giornoe tornare!”.

Io sbogottito all’inverosimile.  Pur di non lavorare, operatore eresponsabile dell’ufficio mi rmandavono via per dover riprendere un altroappuntamento online per tornare giorni dopo nello stesso ufficio, semprevuoto, a subire le loro vessazioni. Vessazioni già connaturate nella relazione cittadino – entrate, e comeaggravante la vergognosa umiliazione che si deve subire da parte di chi vilavora, veri ladri del tempo, delle energie e dei diritti altrui, oltre chedel loro stipendio, orientati non ad adempiere la loro missione e a portarerisultati e incassi, ma a vessare e creare problemi.

E poi alla fine dei conti (in tutti i sensi), il cittadino va li con ilfine di capire la propria posizione e saldare gli eventuali conti “insospeso” (conti peraltro spesso neanche dovuti e che in molti casi generanoprofonde sofferenze sociali), e l’atteggiamento che trova è paradossalmentel’esatto contrario di quello che dovrebbe essere, un’inverosimile inversionee contrapposizione tra il mezzo e il fine, dove il fine diventa il mezzo, ilquale è contro il fine: che dovrebbe essere l’incasso per lo Stato el’espletamento dei propri compiti per i dipendenti pubblici.

Nel rispettodel cittadino. Come ci ha insegnato Colbert.Che poi in questa situazione di Covid viene amplificato il rischioaumentando il numero di appuntamenti, mezzi pubblici da prendere, andate eritorno, etc.Giova altresì ricordare che tali personaggi che percepiscono lo stipendiopubblico, pagato con le tasse versate da noi, non sono minimamente sfioratidalla gravità della situazione economica che ha investito gran parte delleaziende, molte delle quali hanno chiuso mentre molte altre lottano persopravvivere, e in spregio a ciò si giovano sornioni del loro ruolo e dellaloro posizione vessando il povero ed impotente cittadino. Con interruzionedi pubblico servizio e abuso del proprio ruolo / ufficio.Infine, adesso dovrò riprendere un altro appuntamento online e ritornarepresso l’Agenzia delle Entrate, perdendo acnora tanto tempo, utilizzandorisorse (strade, mezzi), aumentando l’affollamento in giro in tempo dicovid, vivendo ulteriori ansie e vessazioni.Quanto accaduto rappresenta il miglior esempio del peggio dell’Italia.Si richiede un intervento affinchè questa prassi cessi.

Si invia la presente a:

- Codacons- Adiconsum- Confconsumatori Lombardia- Altre associazioni di Consumatori

- Dott. Pier Paolo Verna, Direttore Regionale della Lombardia 

- Dott. Mario Bronzato, Direttore Regionale della Lombardia  AgenziaEntrate - Riscossione

- Avv. Ernesto Maria Ruffini, Direttore Agenzia Entrate

- Dr Roberto Gualtieri, Ministro dell’Economia e delle Finanze








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