Milano
Milano, alla Braidense la collezione di libri antichi di Umberto Eco
La biblioteca che lo scrittore amava ha acquisito una preziosa collezione che Eco ha ampliato nel corso della sua attività di bibliofilo
Milano, alla Braidense la collezione di libri antichi di Umberto Eco
La Biblioteca Braidense di Milano ha acquisito la Biblioteca di libri antichi di Umberto Eco. A seguito della procedura avviata tra la Biblioteca Braidense e gli eredi di Umberto Eco nel 2018, con la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti si e' concluso infatti in questi giorni l'iter, iniziato nel 2017, di acquisizione della Biblioteca di libri antichi denominata "Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica et pneumatica" formata da Umberto Eco nel corso della sua attivita' di bibliofilo. La collezione antica, che conta circa 1.200 edizioni anteriori al Novecento, un patrimonio che comprende 36 incunaboli e 380 volumi stampati tra il XVI e il XIX secolo sara' custodita dalla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, la Biblioteca Statale che ne garantira' la conservazione, la valorizzazione e la fruizione a studenti e studiosi. Un comitato scientifico formato da cinque membri, di cui due nominati dagli Eredi Eco e due dal Mibact, si occupera' di stabilire le modalita' di conservazione anche al fine di garantirne l'unitarieta' della consultazione digitale.
"Umberto Eco amava Milano, e amava la Biblioteca Braidense, che considerava la "sua" biblioteca. Lui voleva che i suoi libri rari rimanessero a Milano, e venissero in biblioteca - dichiara James Bradburne direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense - a casa sua, i libri rari erano privilegiati, e posizionati separatamente rispetto alla sua biblioteca moderna. La Biblioteca Braidense e' entusiasta del fatto che l'eredita' di Eco sara' collocata accanto alla collezione di libri rari della biblioteca, e grata allo Stato per il loro acquisto. Questo e' un modo per portare il nostro patrimonio del passato nel futuro in nome del piu' grande scrittore italiano contemporaneo". Molte delle opere della collezione di Eco in edizione antica sono richiamate nei suoi saggi e romanzi, a testimonianza della relazione tra l'attivita' di ricerca accademica e creazione culturale e gli interessi collezionistici: per il Nome della rosa e Baudolino le edizioni di Aristotele e San Tommaso, la trattatistica medievale di Alberto Magno, di Isidoro di Siviglia e di Vincenzo di Beauvais, per l'Isola del giorno prima le opere geografiche dell'antichita' classica di Pomponio Mela e di Tolomeo e quelle rinascimentali della geografia precedente le esplorazioni transoceaniche: l'Isolario di Benedetto Bordone, l'Itinerario verso Gerusalemme di Breydenbach e le opere degli inizi della scienza sperimentale e quelle ermetiche e alchemiche: Galilei e Kircher, Fludd e i Serragli di Tommaso Garzoni. Alcune di queste (Breydenbach, Colonna, Fludd) hanno un apprezzabile valore antiquario.
La collezione completerebbe le raccolte della Braidense di storia della scienza e della tecnologia (15.000 volumi del Fondo, Haller), e quella di autori gesuiti del Collegio milanese della Societa' di Gesu': Pignoria, Kircher e Postel. La disponibilita' a Milano di questa collezione consentira' di integrare la documentazione relativa alla attivita' di Eco sia come studioso che come direttore editoriale della Casa Editrice Bompiani, tra il 1959 e 1975, (pareri di lettura e corrispondenza editoriale conservati presso la Fondazione Corriere della Sera), come fondatore e presidente dell'Associazione milanese dei bibliofili Aldus Club, tra il 1991 e il 2012, come direttore, per qualche anno, dell' Almanacco del bibliofilo e promotore, per conto dell'Associazione, di esposizioni e conferenze anche in Braidense, come presidente della Casa Editrice La Nave di Teseo, negli anni piu' recenti. La biblioteca di Eco sara' ricevuta e studiata in Braidense come Biblioteca d'autore, indispensabile per lo studio critico della sua opera, come e' avvenuto per la Biblioteca e gli autografi di Alessandro Manzoni, ricevuta a fine Ottocento, quella del filologo Francesco Novati, 13.000 lettere e altrettanti volumi, ricevuti nel 1916, la biblioteca del filosofo Antonio Banfi, e in tempi piu' recenti l'Archivio e la Biblioteca Lalla Romano, 11.000 volumi e oltre 50.000 tra lettere e altri documenti.