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Milano, l'allarme degli avvocati: "Servono più braccialetti elettronici"

Milano, l'allarme delle Camere Penali: servono più braccialetti elettronici

Servono con "urgenza" più "braccialetti elettronici" per favorire la concessione di arresti e detenzione domiciliare al posto della custodia cautelare in carcere. E' l'allarme lanciato dalle Camere Penali del Distretto della Corte d'Appello di Milano che denunciano la scarsa applicazione dell'art. 275 bis del codice di procedura penale, quello che dovrebbe consentire un più vasto ricorso dei domiciliari grazie all'uso di strumenti di controlli a distanza conosciuti come "braccialetti elettronici". La società che a maggio scorso di era aggiudicata la gara per la fornitura dei braccialetti elettronci ad agosto aveva annunciato che il servizio sarebbe partito a partire dal mese di ottobre.

"Ma ancora oggi il problema non appare risolto", lamentano le Camere Penali del distretto milanese che puntano il dito sui troppi casi di "mancata concessione della misura degli arresti domiciliari" dovuti proprio all'"indisponibilità dei sistemi elettronici di controllo. Nel frattempo la situazione delle nostre carceri continua a peggiorare. A fine ottobre si è sfiorata la quota di 60 mila detenuti con un tasso di sovraffollamento che si attesta intorno al 20%. Percentuale che addirittura si avvicina al 40% nelle carceri del distretto della Corte di Appello di Milano". A rendere ancora più urgente un'immediata fornitura di braccialetti elettronici sono le norme contenute nel decreto sicurezza che hanno "ampliato la possibilità di applicare il braccialetto elettronico al destinatario di misure cautelari non detentive". Ecco perché le Camere Penali del Distretto della Corte D'Appello di Milano auspicano "che il servizio possa trovare rapida attuazione a tutela della dignità umana di chi si trova a dover subire una reclusione in carcere che invece potrebbe essere evitata". Fcz 20181130T103648Z

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