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Milano, Arrighi: Caso La Russa emblema della discesa esistenziale dei giovani

a cura della redazione

Le giovani generazioni cercano nello sballo un modo per superare il disagio relazionale. Ma non è una pasticca che aiuta a ritrovare se stessi

Milano, Arrighi: "Caso La Russa emblematico della discesa esistenziale dei giovani"

Leonardo Apache La Russa, figlio terzogenito del Presidente del Senato Ignazio La Russa, rischia una condanna fino a dodici anni di carcere dopo la denuncia per violenza sessuale presentata contro di lui, nei giorni scorsi, da una ragazza ventiduenne, che in base alle analisi effettuate avrebbe assunto benzodiazepine, cocaina e antidepressivi. Una triste e nota vicenda di cronaca che, a prescindere dalle eventuali responsabilità penali che verranno accertate dall'Autorità Giudiziaria, riaccende drammaticamente i riflettori anche sull'uso delle droghe da parte dei giovani e sul loro malessere di vivere. Farmaci e droghe. O meglio, farmaci usati come droghe.

Con le droghe i giovani cercano di superare il disagio relazionale

In questo modo i giovani cercano (e trovano) un modo semplice e poco costoso di sballare. Sonniferi, antidepressivi, stabilizzanti dell'umore, i farmaci oppioidi, tutti utilizzati nella gestione del dolore che non solo lo alleviano, ma rimuovono la componente emotiva e per questo vengono spesso usati come stupefacenti dai ragazzi. Gli effetti "droganti" sono evidentemente ricercati dai ragazzi al fine di superare un disagio relazionale, che nel tentativo di essere nascosto viene spesso mascherato o rimane latente.

L'assenza della società nell'accogliere i giovani nell'età adulta

Ma queste sostanze all'inizio illudono, sembrano far star bene e risolvere ogni problema; dopo, tuttavia, non funzionano più: anzi, ai problemi già esistenti (e non risolti) se ne aggiungono altri, causati direttamente dall'uso delle sostanze. Meno la società si preoccupa di accogliere le nuove generazioni nel loro passaggio verso l’età adulta, aspettandole e preparando loro un posto, più i ragazzi saranno costretti a «cavarsela da sé», ad inventare propri «riti d’iniziazione», che al pari di quegli antichi (ma in tutt’altro contesto) assumono rilevanza e sistematicità fino a caratterizzare la «cultura giovanile». Con l’alterazione dello stato di coscienza attraverso il consumo di alcool e stupefacenti i ragazzi cercano di impadronirsi di un simbolo della libertà adulta, con il loro effetto tentano di liberarsi da ogni controllo.

Non è una pasticca che aiuta a ritrovare se stessi

La mancanza di valori, di punti di riferimento, di trasparenza sociale, frustrazioni, delusioni e illusioni continue, facili promesse mai mantenute sono solo alcuni aspetti che rendono i nostri giovani disorientati e psicologicamente fragili. La famiglia, abbandonata dalle istituzioni nell’affrontare le varie problematiche che si presentano quotidianamente, non possiede più il carisma e la forza di un tempo. I genitori, anch’essi assaliti dall’ansia del quotidiano e del futuro, trasmettono ai ragazzi continue incertezze sul domani. Ai giovani, così disorientati, non rimane che avvicinarsi alla momentanea illusione, dannosissima, dello "sballo". La soluzione, ovviamente, non è semplice. Ma non è certamente una pasticca che aiuta a ritrovare se stessi. Bisogna invece analizzare profondamente i tempi che stiamo vivendo, comprendere da dove sia partita questa discesa esistenziale e aiutare in modo concreto i ragazzi a ritrovare serenità e coraggio.  

di Gianluca Arrighi
Studio Arrighi - Caroselli








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