Milano
Milano ha bisogno di nuove letture per il suo futuro
Illuminismo, tradizione cattolica, laica e poi socialista. La cultura che anima Milano è già per definizione civica e riformista. Il civismo che ha ancora voglia di proporre idee per la città batta un colpo. Il commento
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Milano ha bisogno di nuove letture per il suo futuro
Il dibattito sul futuro del centrosinistra milanese, con sguardo rivolto in particolare alle elezioni comunali 2027, è partito. Dopo aver ospitato il contributo di Pier Vito Antoniazzi, coordinatore di Demos Milano sui "Tre passi per costruire una 'cosa' nuova a sinistra", Affaritaliani.it Milano propone il contributo di Massimo Ferlini, già Presidente della Compagnia delle Opere di Milano e vice presidente nazionale ed oggi presidente dell’Associazione Remade in Italy e vicepresidente e socio fondatore della Fondazione Banco Farmaceutico Onlus. Le riflessioni di Ferlini muovono proprio a partire dagli spunti offerti da Antoniazzi.
Abbandonare il narcisismo, partire dal basso con una linea civica, solidale e riformista. Tre indicazioni che Piervito Antoniazzi ha voluto porre all’attenzione per aprire una discussione sul centrosinistra milanese.
Il tema centrale da raccogliere nella provocazione lanciata è la necessità per la politica democratica di avere un’anima. Non è una fuga nel misticismo ma la presa d’atto che la somma di interventi operati negli anni passati per “riformare” la politica hanno creato un deserto.
La giunta è un ufficio di collaboratori del sindaco, non hanno rapporto con il consiglio comunale visto che non dipendono dalla fiducia dell’assemblea e il consiglio comunale non discute più delle scelte strategiche della città con potere decisionale. Risultato è che il luogo del confronto e della mediazione fra visioni strategiche sul futuro della città non trova soluzione nelle sedi istituzionali.
I partiti hanno però il potere di decidere la rappresentanza controllando la formazione delle liste di candidati. Risultato del combinato disposto è che sono sempre più comitati elettorali dove l’elaborazione di proposte politiche strategiche è secondaria rispetto alle trattative di potere. L’effetto è di occupare una percentuale di posti con il minimo sforzo di partecipazione e quindi il dilagare dell’astensionismo diventa un prezzo accettabile.
Sindaci ed amministratori, una carriera bloccata da vincoli di mandati ed incompatibilità
La stessa “carriera” politica sia dei sindaci che degli esponenti degli enti locali è bloccata da vincoli di mandati, incompatibilità e potere decisionale sulle candidature delle segreterie nazionali dei partiti.
Così come in questi anni abbiamo visto prevalere teorie che hanno frazionato l’universalità dei diritti della persona in una somma di diritti parziali, rispondenti più ai desideri individuali che al dare risposte ai bisogni generali, lo stesso è avvenuto con le istituzioni democratiche. C’è bisogno di più velocità e democraticità nelle risposte alle sfide della realtà ma abbiamo reso più opachi e lenti i percorsi con cui costruire le risposte. Perdendo la capacità di dare risposte universali ai bisogni individuali si è persa la capacità di costruire sedi istituzionali dove portare al confronto tesi diverse per farle convergere a soluzioni per il bene comune.
Sul piano locale la società ha cercato risposte a questo vuoto. Nelle realtà dove la tradizione dei corpi intermedi ha radici storiche ha trovato in forme civiche il proporsi anche come risposta politica.
Milano, l'illuminismo lombardo e la cultura cattolica, laica e socialista
Milano ha una storia di corpi sociali ricchissima e soprattutto con una dote. Tutta la spinta dell’illuminismo lombardo non ha prodotto la ghigliottina ma ha invece innervato la cultura cattolica, laica e poi quella socialista producendo proposte di innovazione sociale in tutti i campi. Dalla assistenza alla finanza, dalle riforme federaliste alla nascita dei sindacati e delle cooperative. Questa società ha permanentemente capacità di proporre visioni strategiche sulla città e il suo futuro. È la ricerca di un centro non come luogo politico inesistente ma come “centro di gravità”, luogo dove vi è la condivisione dei fini e quindi luogo del compromesso fra posizioni culturali diverse ma arricchenti.
Oggi Milano ha bisogno di nuove letture per il futuro. C’è un crescente malessere per una città che sembra respingere chi la fa e la vive. Casa, sicurezza, lavoro, prezzi sono i temi o che quotidianamente ci interrogano e che aspettano risposte. Da anni le palestre politiche riducono a slogan le risposte e invece vi sono circoli, associazioni, aggregazioni del nuovo terzo settore che producono idee e animano nuove proposte.
Milano, un colpo di tamburo per dare centralità alle forze sociali
La cultura che anima queste realtà è già per tradizione una cultura civica. Non è autoreferenziale perchè nasce sempre da un rapporto con i bisogni reali. È riformista perché radicale nella elaborazione delle soluzioni è sempre aperta al confronto e alla ricerca della soluzione oggi possibile.
C’è uno spazio per fare fare già oggi i passi perché diventi una possibile risposta politica? Le liste civiche e riformiste alle ultime elezioni comunali hanno raccolto quasi il 15% dei voti. Vedono al loro interno forze politiche di centro e centro sinistra a soprattutto molti eletti che si sono candidati perchè legati a realtà sociali dei diversi quartieri.
Io credo che sarebbe utile se rappresentanti dei municipi, eletti e in liste civiche e con ancora la voglia di proporre idee per Milano a partire dai bisogni quotidiani, proponessero incontri per costruire una proposta politica per il futuro della città. Sarebbe un colpo di tamburo per dare centralità alle forze sociali per costruire un tessuto di iniziative generatrici di una politica di innovazione sociale per Milano.