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Milano, il cantiere delle Residenze Lac resta sotto sequestro: inammissibile il ricorso dei costruttori

Il complesso residenziale affacciato sul Parco delle Cave resterà bloccato fino al processo per abusi edilizi. Secondo stop della Suprema Corte

di redazione

Milano, il cantiere delle Residenze Lac resta sotto sequestro: inammissibile il ricorso dei costruttori

Il cantiere delle “Residenze Lac” in via Cancano, a Milano, resterà sotto sequestro almeno fino al processo per abusi edilizi. A deciderlo è stata la Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dai costruttori di Nexity Parco delle Cave srl contro il provvedimento disposto nel luglio 2024 dal gip di Milano Lidia Castellucci, nell’ambito di un’inchiesta condotta dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini, Mauro Clerici e dall’aggiunta Tiziana Siciliano, con il supporto della Guardia di Finanza.

Al centro dell’indagine, un progetto immobiliare da 77 appartamenti distribuiti su tre torri residenziali di 9, 10 e 13 piani (altezza tra 27 e 43 metri), realizzate a ridosso del laghetto dell’ex cava Cabassi, all’interno del Parco delle Cave. L’intervento era stato autorizzato come “ristrutturazione edilizia con ampliamento fuori sagoma” della ex fabbrica Pompe Peroni spa, ma secondo gli inquirenti si tratterebbe in realtà di una nuova edificazione, in contrasto con le norme urbanistiche.

Il secondo ricorso dichiarato inammissibile dalla Cassazione

Come riferisce LaPresse, è la seconda volta che la Cassazione respinge un ricorso legato alle oltre 20 inchieste in corso sull’urbanistica milanese. Già a dicembre, la Suprema Corte aveva dichiarato inammissibile il ricorso relativo al sequestro del cantiere di via Lepontina 7, nonostante i legali dell’impresa coinvolta avessero chiesto di attendere l’approvazione della cosiddetta “legge Salva Milano”.

Il presidente della terza sezione penale, Luca Ramacci, aveva rigettato la richiesta di rinvio sottolineando che il diritto va applicato sulla base delle norme vigenti e non su provvedimenti ipotetici. La “Salva Milano”, che avrebbe dovuto regolarizzare molte operazioni edilizie sotto inchiesta, è stata poi definitivamente affossata a marzo dopo che un’indagine per corruzione, falso e depistaggio ha portato all’arresto dell’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni. Proprio in quella vicenda è emerso che alcuni indagati e loro consulenti avevano preso parte alla stesura della norma.

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