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Milano
Milano, centri sociali contro Salvini: ”Non ce la farà a sgomberarci tutti”

di Luca Losito

Milano ribolle per la stretta di Matteo Salvini sulle occupazioni. Il ministro dell’Interno ha annunciato di voler sgomberare in fretta tutti gli immobili occupati e ha esortato i prefetti al riguardo con una circolare. Tra i primi a essere colpiti dal provvedimento saranno i centri sociali. Il capoluogo lombardo ne ha tanti, sempre al centro delle polemiche. Ecco il viaggio di Affaritaliani.it Milano per raccogliere impressioni e opinioni nel mondo “alternativo” e anticonformista.

L’aria tra i centri sociali milanesi è tesa. C’è chi come il Casaloca di viale Sarca si dice semplicemente “non interessato a rispondere”. E chi invece come il cantiere di via Monte Rosa commenta con amarezza la notizia e il clima generale: “Tra i cittadini c'è parecchio menefreghismo o quasi felicità per gli sgomberi. Per noi invece è ovviamente un duro colpo. Noi occupiamo spazi sfitti per nostre iniziative culturali ed etniche. Abbiamo invitato professori a parlare dei benefici dell'euro, dell'immigrazione, dei nuovi giovani cantanti e generi musicali. Abbiamo organizzato manifestazioni e mangiate all'insegna del mondo aperto e laico. Argomenti ovviamente contrari all'idea del governo. In ogni modo la nostra battaglia contro sovranismi, fascismi, populismi e sessismi continua”.

Duro anche lo sfogo di Ri-Make, che a maggio aveva subito lo sgombero dall'Ex BNL di via Astesani e che ora occupa l'ex liceo Omero in Via del Volga: “Pensiamo che la nota minacciosa del ministero ribadisca che la proprietà, in particolare quella privata definita "sacra" dallo stesso Salvini, valga più delle persone e dei loro bisogni fondamentali, anche se questi "proprietari" spesso sono speculatori edilizi, responsabili di disastri ecologici e della presenza di migliaia di ecomostri vuoti e in preda al degrado in tutto il Paese. Per noi le persone, i loro bisogni e la solidarietà che si è costruita in questi anni in progetti come il nostro, verranno sempre prima degli interessi speculativi, dei profitti o della propaganda repressiva. Difenderemo questi spazi, come sempre, e ci opporremo insieme alle migliaia di cittadini che vivono questi spazi a questi nuovi attacchi alla solidarietà annunciati dal ministro Salvini”.

Massimo Pirotta, cofondatore del Bloom di Mezzago, un locale che negli anni ’90 ha ospitato Nirvana e Green Day ha scritto un libro, “Le radici di glicine”, che racconta la storia di un edificio occupato a Milano in via Correggio tra gli anni ’70 e ’80. “Salvini lancia il sasso e poi scarica su altri – dice ad Affaritaliani.it Milano Pirotta - In questo caso, su Regioni e Comuni. Tutto è abbozzato, poco chiaro, ma buono quanto basta da dare in pasto ai media. Vuol far credere che chi occupa non lo fa per necessità ma perché è furbo e per divertimento ama aggirare il pagamento di affitti o mutui. Non c'è da stupirsi se i conflitti sociali, aumenteranno. Nota è la sua avversità e il suo odio per i centri sociali. Per lui sono luoghi di perversione. Non vede l'ora. E allora cominci dai suoi "cuginetti" che risiedono nel quartier generale di Casa Pound: pagano o non pagano l'affitto? Fanno uso del voto di scambio oppure no? Sono legali o illegali?”.

Infine Andrea Casieri, membro del collettivo Pirata di Milano, con sede in via Cozzi. Lui conosce bene il tessuto sociale cittadino avendo vissuto varie occupazioni tra cui quelle alla Bottiglieria, alla Stamperia e al Tortuga: “Sicuramente per quel che mi riguarda, conosco la situazione milanese nel dettaglio e posso dire che in una città come Milano dove vi sono più di 10mila stabili – si badi bene: non appartamenti, ma stabili - tenuti vuoti o in stato di abbandono non credo abbiano i mezzi e gli uomini sufficienti per gestire una situazione del genere. Vogliono l'ordine? La disciplina? Che quei 10mila stabili più gli altri appartamenti vuoti vengano costretti sul mercato, abbattendo i prezzi e permettendo a tutti l'accesso alla casa. Questo sarebbe un vero governo di destra, come vorrebbero apparire il clown Salvini o il fantoccio Di Maio”.

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