Milano

Milano: Consiglio comunale contro 'Salva Roma', è discriminatorio

L'ordine del giorno è stato proposto dal capogruppo Pd, Filippo Barberis: 27 favorevoli, 2 esponenti M5s contrari, 2 consiglieri leghisti astenuti

Milano: Consiglio comunale contro 'Salva Roma', è discriminatorio

Il Consiglio comunale di Milano ha approvato un ordine del giorno presentato dal capogruppo Pd, Filippo Barberis, contro il cosiddetto 'Salva Roma'. Hanno votato a favore 27 consiglieri. Hanno votato contro Simone Sollazzo e Gianluca Corrado, del Movimento 5 Stelle.  Non hanno partecipato al voto, pur essendo presenti in Aula, i leghisti Gabriele Abbiati e Massimiliano Bastoni.

"Incurante della situazione finanziaria di pre-dissesto o di dissesto in cui giacciono oltre 1.000 Comuni italiani, il governo decide un intervento unilateralmente a favore della giunta Raggi, invece di proporre forme di intervento per la ristrutturazione del debito di tutti i Comuni", si legge nell'ordine del giorno, che ricorda come "la legge per Roma Capitale del 2008 aveva creato una situazione di vantaggio, addossando ai cittadini italiani i 3/5 degli oneri previsti fino al 2048 per il servizio del debito del Comune di Roma, trascurando nel contempo di intervenire per altri Comuni italiani, anche di grandi dimensioni". "L'intervento sul debito di Roma Capitale - prosegue il testo stilato da Barberis - avviene in una condizione di palese conflitto di interesse tra governo e Comune e con l'unico intento di 'salvare' una situazione ormai pregiudicata sotto il profilo etico e politico".

A preoccupare i consiglieri comunali milanesi, non e' solo il 'Salva Roma', ma anche il fatto che, al tempo stesso, "il Mef ribadisce posizioni intransigenti verso interventi sul debito per una ristrutturazione, anche laddove i Comuni coinvolti sono in grado di provvedere integralmente e in autonomia al servizio del proprio debito, richiedendosi esclusivamente un allungamento delle scadenze, per allentare le pressioni che una indiscriminata gestione del rapporto con gli enti comunali ha causato al loro equilibrio finanziario e alla capacita' di mantenere inalterata la propria offerta di servizi".

In conclusione, "il Consiglio comunale invita il governo a chiarire in base a quale criterio di finanza pubblica sia stata decisa la copertura per il solo Comune di Roma del debito residuo per il valore di 12 miliardi; a definire al piu' presto come, per evitare di tenere un comportamento palesemente discriminatorio, intende affrontare la sostenibilita' finanziaria del debito per gli oltre 1.000 Comuni in situazione di pre dissesto; a consentire un allungamento delle scadenze del debito per i Comuni in grado di provvedere integralmente e in autonomia al servizio del debito stesso, sulla scorta di quanto gia' fatto per le Regioni nel 2015 e a definire misure di responsabilizzazione collegate a interventi comportanti significativi oneri aggiuntivi per la collettivita', a partire dalla previsione di commissariamento per il periodo necessario per il ritorno in bonis del bilancio con le proprie risorse".








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