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Milano-Cortina 2026, approvato il budget da 1,7 miliardi. Ma resta il nodo extracosti

Il sindaco di Milano lancia l’allarme sulle opere olimpiche. Intanto il Cda della Fondazione approva il budget da 1,7 miliardi. Malagò: “Recuperato il tempo perso, ma manca ancora molto”

di redazione

Milano-Cortina 2026, approvato il budget da 1,7 miliardi. Ma resta il nodo extracosti

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala non nasconde la preoccupazione per le criticità ancora irrisolte in vista delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. Ieri ha dichiarato che il consiglio di amministrazione della Fondazione, riunitosi giovedì 10 aprile, non è riuscito a trovare una soluzione definitiva sul fronte degli extracosti legati alla realizzazione delle opere. “Soprattutto mi preoccupano Santa Giulia e il Villaggio Italia”, ha sottolineato Sala, spiegando di non essere ancora riuscito a confrontarsi con il ministro Andrea Abodi, ma di volerlo fare al più presto. “Quel problema – ha ribadito – rimane purtroppo aperto”.

Approvato il budget: 1,7 miliardi per i Giochi 2026

Nonostante le incertezze sul fronte delle opere, la macchina organizzativa dei Giochi olimpici prosegue. Il consiglio di amministrazione della Fondazione Milano-Cortina ha dato il via libera al cosiddetto “budget lifetime”, che ammonta a 1,7 miliardi di euro. Una cifra inferiore rispetto ad altre edizioni dei Giochi, ma comunque considerata adeguata, anche grazie ai risultati incoraggianti di sponsorizzazioni e ticketing, che stanno registrando performance superiori alle aspettative.

Il via libera è arrivato al termine di un lungo iter: la riunione del Cda era iniziata il 27 marzo e si è conclusa solo ieri, dopo due settimane di verifiche da parte delle 60 direzioni operative della Fondazione, incaricate di valutare la sostenibilità e l’adeguatezza dei livelli di servizio che verranno garantiti durante i Giochi.

Malagò: “Abbiamo recuperato il tempo perso, ma manca ancora molto”

Soddisfatto ma cauto il presidente del Coni Giovanni Malagò, che ha ricordato le difficoltà affrontate negli anni: “Abbiamo recuperato moltissimo tempo perduto, siamo in linea con i cronoprogrammi e abbiamo ricevuto i complimenti dal Cio. Ma manca ancora molto da fare”.

Malagò ha parlato senza mezzi termini delle criticità che hanno rallentato la macchina olimpica: “L’Italia è un grande Paese, ma con il difetto di saper pianificare poco. Ci sono sempre mille alibi, spesso di natura politica. Abbiamo attraversato governi diversi – Conte 1, Conte 2, Draghi e ora Meloni – con interlocutori continuamente nuovi. Anche la governance della Fondazione è cambiata nel tempo”.

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