Milano

Milano Fashion Week, Iceberg, Marras e Fendi al top. Oggi debutta Tom Ford

Krystel Lowell

Tra le passerelle più convincenti Iceberg, Antonio Marras e Fendi. Oggi è il battesimo milanese per Tom Ford. Tra gli altri

Milano Fashion Week, Iceberg, Marras e Fendi al top. Oggi debutta Tom Ford

Reinventarsi restando fedeli a sé stessi. E' questo lo spirito della collezione di Iceberg, che per la prossima primavera-estate sceglie la stampa di serpente come fil rouge della collezione, celebrando al tempo stesso l'heritage contemporaneo del brand. In vista del suo 50esimo anniversario, che si celebrerà l'anno prossimo, l'etichetta del gruppo Gilmar apre il calendario della settimana della moda milanese con uno show che gioca con volumi e contrasti, enfatizzando il concetto di rinnovamento.

James Long: "Questo è il vero spirito di Iceberg oggi: divertente, assoluto, sicuro di sé, forte"

"Questo è il vero spirito di Iceberg oggi: divertente, assoluto, sicuro di sé, forte - afferma il direttore creativo James Long -. La pelle di serpente è il simbolo di una vita in costante trasformazione. Una vita da vivere al massimo senza mai fermarsi, guardando sempre avanti. I capi sono pensati per essere indossati divertendosi e per ballare fino all'alba".

In pedana le silhouette si rimpiccioliscono, i costumi da bagno mostrano più pelle e i biker conferiscono un'attitudine ad alto numero di ottani

In pedana le silhouette si rimpiccioliscono, i costumi da bagno mostrano più pelle e i biker conferiscono un'attitudine ad alto numero di ottani. La jumpsuit si porta slacciata con bikini a vista, le pettorine per lui si indossano sulla camicia rigorosamente abbottonata. E ancora il pitone stampato è all over, zip e cerniere si arrampicano su pantaloni da smoking, gonne e camicie, la gonna è anche per l'uomo e il trench ha elementi biker. Non manca lo stile urban, declinato su gonne cargo a tre tasche kaki o in cotone bianco lunghe fino al pavimento, gilet funzionali monocromatici, giacche safari stile sahariana, camicie verdi a maniche corte trattenute da spalline e tute da lavoro con zip sulle spalle e sulle gambe, che sottolineano il fil rouge della rinascita. Ai piedi gli stivali in pelle effetto pitone hanno un tacco a forma di 'I' e cerniere. L'envelope bag è invece d'archivio ed è stata rivisitata con volumi più moderni.

Paolo Gerani: "James ha lavorato avendo come sempre un occhio di riguardo all’archivio"

"James ha lavorato avendo come sempre un occhio di riguardo all’archivio - dice a margine della sfilata Paolo Gerani, ad del gruppo Gilmar - e oggi ancora di più, perché siamo vicini al 50esimo anniversario del brand, nato nel 1974. Nella collezione c’è un mix tra ricerca d’archivio e una rielaborazione della storia con la contemporaneità di oggi". Iceberg è tornato a sfilare dalla scorsa stagione a La Pelota, storico spazio milanese a due passi da Corso Garibaldi, di proprietà del gruppo Gilmar e oggi è più forte che mai. “Durante il Covid abbiamo deciso di fare un passo indietro perché il momento era complesso - ammette Gerani - e poi abbiamo ripreso a sfilare perché è sempre il modo migliore per presentare il lavoro del designer: la sfilata è come il concerto per un artista musicale".

Antonio Marras

Per presentare le sue nuove creazioni per la primavera estate 2024, lo stilista sardo ha portato la passerella all'interno di un set cinematografico hollywoodiano, in cui sono state ricreate le stanze di una villa costruita a picco sul mare, sulla scogliera di Capo Caccia, in un angolo incontaminato della Sardegna, vicino alla sua Alghero. Il set riprodotto da Antonio Marras è quello del film “Boom!", in italiano "La scogliera dei desideri”, con protagonisti Elizabeth Taylor e Richard Burton e sceneggiato da Tennessee Williams, a cui è dedicato il docu-film di Sergio Naitza "L'estate di Joe, Liz e Richard", recentemente scoperto dallo stesso stilista.

Il designer: "Quando, nel 1967, ad Alghero è sbarcata la troupe di Joseph Losey alla ricerca di un set ideale, io avevo sei anni ma mi ricordo, eccome se mi ricordo"

"Quando, nel 1967, ad Alghero è sbarcata la troupe di Joseph Losey alla ricerca di un set ideale, io avevo sei anni ma mi ricordo, eccome se mi ricordo - racconta il designer -. E con il tempo il film, le star, gli avvenimenti, le comparse del luogo, i pettegolezzi, i tentativi di rapimento, il mega yacht Kalizma della coppia stellare con cani, bambini, cuochi, capitani e marinai al seguito, i gioielli di Bulgari della Diva, gli abiti realizzati apposta dall’Atelier Tiziano da un giovane Karl Lagerfeld, i copricapi di Alexander da Parigi, il cibo fatto arrivare direttamente da Londra con l’aereo ogni giorno, il tanto alcool, le liti fra i due protagonisti, la falesia di 186 metri di Capo Caccia e la villa bianca stratosferica a picco sul mare che, agitato, continua a sbattere sugli scogli e il vento, hanno assunto un’aurea di mito. Io uso la moda per raccontare e l'ho imparato andando al cinema".  

Ecco allora alternarsi e recitare, sul set di sfilata, attori e attrici, costumisti e segretarie di produzione, assistenti personali e sarte, regista

Ecco allora alternarsi e recitare, sul set di sfilata, attori e attrici, costumisti e segretarie di produzione, assistenti personali e sarte, regista e produttore, fonici e lavoranti. Nel ruolo di star protagonista, una meravigliosa Marisa Schiaparelli Berenson. "Ho pensato che prima di tutto ci dovesse essere una Diva, una Diva vera, con la D maiuscola, che non si inventa né improvvisa - ha spiegato Marras -. Una Diva che potesse bene interpretare un mondo alla Hollywood Babilonia dove tutto è possibile, dove un desiderio è un ordine, dove l’inimmaginabile diventa quotidianità, basta pensarlo, scriverlo e girarlo". E poi il mare, proiettato su enormi maxi schermi, che ha continuato per tutto il tempo a sbattere agitato sugli scogli, con le onde sferzate dal vento. 

"Il cinema non è un mestiere per deboli di cuore", continua Antonio Marras. In passerella, per la prossima primavera estate, kaftani evanescenti e ondivaghi, abiti couture, vestaglie, tailleur sartoriali, look maschili over, spolverini, pencil skirt, tubini e abiti da grande soirée drammatici e divini. Pizzi chantilly, valenciennes, macramè, intarsi, ricami, perline, paillettes, ruches, pied de poule, pois e righe, gessati e damaschi. E cotoni. Rose, onde, stampe. I colori: tanto nero, sabbia, beige ma anche lilla, giallo, rosa e celeste. Tutto insieme, come in un movimento di telecamera.

Daniela Gregis

Non più all’oratorio della Passione di Sant’Ambrogio ma nel giardino dell’antica, Villa Mirabello, nel quartiere della Maggiolina di Milano, che farà da sede anche alla campagna vendita. La sfilata di Daniela Gregis cambia location per raccontare in maniera ancora più intima e gentile la collezione SS24. Questa volta lo stile silenzioso e mai sopra le righe, emblema del marchio, traspare da una serie di abiti dalle silhouette essenziali, realizzati con tessuti leggeri e croccanti al tempo stesso e privi, o quasi, di cuciture. La palette è fatta da toni delicati, ma vira verso colori più accesi, per animare fantasie floreali perfette per una gita o un pic nic all’aria aperta.

Una leggerezza e un desiderio di natura e pace che traspare anche dalle parole utilizzate dalla Gregis per descrivere gli abiti

Una leggerezza e un desiderio di natura e pace che traspare anche dalle parole utilizzate dalla Gregis per descrivere gli abiti che «hanno tasche dentro cui riporre le bacche e i tramonti e borse per trasportare i colori dei fiori e scarpe pronte a sollevare fieno che pavimenta l’estate».

Una collezione che è soprattutto un messaggio di maggiore umanità e circolarità che è destinato a conquistare ancora una volta i mercati interazionali, dagli Stati Uniti al Giappone (costante fonte di ispirazione), con tre monomarca a Bergamo (sede del brand) e uno storico a Parigi, oltre a una settantina di concept store come Dover Street Market, che vendono la collezione di Daniela Gregis e sono già pronti a fare i nuovi ordini a Villa Mirabello, dove per la stagione SS24 ci sono anche alcuni look maschili.

Fendi

Le attrici Demi Moore, Cara Delevigne, Gwendoline Christie, Christina Ricci, Naomi Watts, Suki Waterhouse e Gaia Girace.

E poi le top model Naomi Campbell, Linda Evangelista, Kate Moss e Amber Valletta. Tutte in prima fila oggi alla sfilata della collezione Fendi per la prossima estate, disegnata da Kim Jones, Direttore Artistico Couture e Prêt-à-porter Donna, e Silvia Venturini Fendi, Direttore Artistico Accessori e Uomo. Una passerella dedicata all'eleganza romana e alla sua nonchalance e alla storia e ai codici del marchio, tanto che le più celebri borse della maison, come la Baguette e la Peekaboo, sono state riprodotte in formato gigante come installazioni dove farsi foto ricordo dello show.

Kim Jones: "Quando sono a Roma, ogni giorno passeggio dal mio hotel al Colosseo con la musica nelle orecchie, ed è come sentire la colonna sonora di un immaginario film"

"Quando sono a Roma, ogni giorno passeggio dal mio hotel al Colosseo con la musica nelle orecchie, ed è come sentire la colonna sonora di un immaginario film in cui vedo scorrere personaggi Fendi davanti agli occhi" dice Kim Jones, che celebra l'eleganza romana con un occhio alle donne della maison, Silvia e sua figlia Delfina in primis. Non sono solo gli abiti a tubino in maglia e i capispalla dai disegni geometrici a celebrare la sofisticatezza della Capitale, ma anche i gesti, come l'allacciare un cardigan un po' di sbieco, a evocare la nonchalance dell'eleganza romana, quella, appunto di Silvia e Delfina, già assurte a icone in precedenti collezioni firmate dallo stilista per Fendi. "A Roma - racconta Kim Jones - l'eleganza è rilassata, come se non importasse niente di quello che gli altri pensano: questo è il vero lusso ed è quello che ho voluto trasportare nella collezione. E' una donna che si veste per se stessa e la sua vita, come vedo che fanno Silvia e Delfina. Non è qualcosa che si fa per essere viste ma è la realtà del vestirsi, la fiducia e la sofisticatezza che nascono da questo. Non è vestirsi per essere qualcosa, ma qualcuno". I n questa passeggiata romana, dove il presente è una sintesi di passato e futuro, il lusso parla di comfort e self confidence. E lo fa in quel codice binario di opposti che è una delle caratteristiche Fendi: così alla purezza delle linee degli abiti si abbina la morbidezza tattile della maglia, la seta degli abiti da sera veste il giorno, il logo è riletto in chiave astratta e giocosa, le camicie candide si aprono sulla schiena e sono abbinate ai bermuda di pelle, gli abiti sagomati sono portati con i cappotti di pelle. E poi i nuovi colori, che sono un'iniezione di energia, la stessa che il designer britannico - che oggi è uscito da solo in passerella, a differenza delle volte precedenti - trova passeggiando per la Capitale.








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