Milano

Fiori pro Navalny a Milano, Piantedosi: "Intervento Digos non lede la libertà"

Redazione

Digos chiede i documenti a delle persone che hanno deposto fiori in ricordo di Navalny. Per il ministro Piantedosi l'atto non lede la libertà dei manifestanti

Milano, fiori in ricordo di Navalny: interviene la Digos

La Digos ha identificato nel pomeriggio di domenica 18 febbraio una dozzina di persone che a Milano hanno voluto onorare la memoria di Alexei Navalny deponendo alcuni fiori sotto la targa in ricordo di  Anna Politkovskaya in Corso Como. A intervenire è stata una pattuglia di passaggio destinata ad altro servizio. Ed esplode il caso politico.

Piantedosi: "Identificazioni non ledono la libertà dei manifestanti pro Navalny"

 

Sul tema dell’identificazione dei manifestanti pro Navalny a Milano dopo aver deposto i fiori in sua memoria è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a margine della sigla dell’accordo tra Regione Lombardia, ANBSC e ANCI. “A chiunque di noi è capitato, anche a me, nella vita di essere identificato: non credo che essere identificato sia un atto che comprime una libertà personale. Le identificazioni sono attività che talvolta vengono invocate per normali operazioni di controllo del territorio. Mi è stato riferito che il personale che operava in quella circostanza non avesse piena e immediato consapevolezza di quello che stava facendo".

Polizia: identificazione? "Eccesso di zelo" degli agenti sul posto

In una nota la Questura di Milano ha sottolineato che l'identificazione di tutti i presenti è stata una decisione presa dagli agenti per "eccesso di zelo", e "non aveva alcuna finalità di impedire l'esercizio delle libertà dei partecipanti all'iniziativa". La comunicazione della manifestazione sarebbe stata inoltrata via mail dal presunto organizzatore - un certo Boris Gonzhalenko, sconosciuto alla Questura - senza allegare i documenti, come da prassi, senza indicare un orario e annunciando la presenza di sole tre persone. 

Sensi (Pd): "In che Paese siamo?"

Così Piantedosi risponde ai cronisti presenti in Prefettura sulla vicenda che è subito divenuta politica. Già nella giornata di domenica 18 febbraio al ministro era stata proposta un’interrogazione parlamentare sull'argomento da parte del senatore Pd Filippo Sensi. "Chiederemo conto di che Paese siamo", ha scritto su X. Riflettori dunque puntati sul presidio che è stato promosso per le 19 di oggi in piazza Scala, indetta dall'associazione liberale Ponte Atlantico e dalla Comunità dei russi liberi di Milano. Hanno già aderito Azione, Italia Viva, +Europa e altre forze politiche.

L'associazione Annaviva: "Eravamo solo venuti a deporre dei fiori..."

Tra le persone identificate dalla Digos, alcuni esponenti dell'associazione Annaviva, che promuovere libertà di stampa e tutela dei diritti umani nell'est Europa. Ha raccontato a Repubblica Marina Davydova: "Dopo l’uccisione di Navalny ci siamo mobilitati e siamo andati a mettere dei fiori in corso Como, volevamo avere insomma un momento di raccoglimento, ma eravamo pochi, una dozzina al massimo. Ci siamo trovati sotto la targa per Anna Politkovskaja, grande giornalista russa assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006: il suo omicidio non è stato il primo e neanche l’ultimo della lunga lista di crimini commessi contro le decine e decine di giornalisti e oppositori del regime di Putin. Avevamo creato un evento Facebook e a differenza di altre iniziative che abbiamo promosso, in questo caso non abbiamo chiesto l’autorizzazione perché era solo una deposizione di fiori. Eravamo noi dell’associazione e sono venuti anche alcuni cittadini russi, ma appena arrivati sul posto si sono avvicinate tre persone che hanno cominciato a chiedere i documenti ai presenti".

 







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