Milano
Milano, Gabrielli si smarca: "Non voglio fare nè il candidato nè il sindaco"
L'ex capo della Polizia ed ex delegato del sindaco per la sicurezza: "Non ho lasciato per problemi con Sala. Io come Schettino? No, perchè..."
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Milano, Gabrielli si smarca: "Non voglio fare nè il candidato nè il sindaco"
"Non voglio fare né il candidato né il sindaco". Così l'ex capo della polizia Franco Gabrielli, che ha da poco lasciato il suo incarico come delegato del sindaco per la sicurezza. Così Gabrielli spegne i rumors: "Questo è uno dei motivi per cui ho detto basta, per cui ho convenuto con il sindaco che ci fosse un punto. Il punto c'è stato perché ritenevo che quello che potevo dare lo avevo dato, e continuare vivacchiando in questa sorta di tritacarne in attesa, non lo volevo fare". Anche perché "nel nostro paese non c'è cosa più insidiosa delle campagne elettorali - ha aggiunto - in cui si prendono i possibili candidati e li si tritura. Io non voglio fare né il candidato né il sindaco, non sono questi i miei orizzonti e sono anche ontologicamente convinto che una città debba esprimere il primo cittadino nell'ambito della sua comunità. I papi stranieri secondo me possono avere un appeal nella competizione, ma il governo di una città, peraltro così complessa e così densa come è Milano, ha bisogno di un sindaco che sia espressione della sua comunità, non del parvenu che è arrivato magari con qualche prospettiva di fornire illusorie soluzioni".
Gabrielli: "Non lascio per problemi con il sindaco. Io come Schettino? No, perchè..."
Quindi, Gabrielli ha proseguito: "La cosa che mi sento di smentire, perche' e' facilmente smentibile, e' che la decisione sia stata assunta per problemi con il sindaco, con il quale in questi 16 mesi c'e' stata la massima collaborazione, da parte sua la massima disponibilita' a stare a sentire le cose che io avevo esigenza di dire per l'incarico che mi aveva stato affidato, quindi queste ricostruzioni sono completamente destituite di fondamento".
"Era un incarico che per sua natura non era illimitato, aveva un orizzonte ben definito rispetto alle cose che io potevo dire e fare, ma piu' dire che fare, perche' questa e' una cosa che mi piacerebbe sottolineare e cioe' che la mia era un'attivita' consulenziale, io non avevo nessun tipo di possibilita' di incidere materialmente sui temi della sicurezza e quindi mi sono concentrato in questi mesi nel cercare di rendere piu' funzionali gli strumenti che il comune aveva sui temi della sicurezza - ha aggiunto -. Sono stato paragonato a Schettino e infatti ho intenzione, a chi lo ha detto, di mandargli il mio libro sulla Concordia per ricordargli che nella vicenda della Concordia credo di aver scritto pagine per riscattare l'onore di questo paese, non per fare affondare la nave, quindi anche li' a volte se la gente parlasse con maggiore condizione sarebbe un contributo per tutti".
"Milano insicura? Ci sono margini per migliorare"
A chi gli ha chiesto se quello che e' stato fatto puo' bastare per Milano, ha risposto: "No, assolutamente no, perche' io credo che poi Milano non e' una citta' che rappresenta quello stigma cosi' negativa di citta' insicura, ha problemi sul versante della sicurezza, e' innegabile, sarebbe anche disonesto non prenderne atto, ma ci sono tutte le condizioni per poter lavorare affinche' questa citta' sia sempre piu' sicura, pero' mi piacerebbe che ci si rendesse conto una volta per tutte che ci sono delle responsabilita' primarie, prioritarie che non sono nella disponibilita' dell'amministrazione. C'e' un articolo della nostra Carta costituzionale che finche' non lo cambieranno, il 117, ci dice che l'ordine della sicurezza pubblica e' una competenza statuale, il comune e il sindaco hanno un ruolo importante sul versante della fruibilita' dei luoghi, quindi il tema del decoro, del rendere i luoghi quanto piu' fruibili, ma non da un punto di vista della sicurezza che io continuo a sostenere di competenza primaria dello Stato".
Gabrielli: "Il tema non è avere più forze dell'ordine, ma il loro coordinamento"
Dal punto di vista dell'aumento di forze dell'ordine in citta', ha precisato poi, "io credo che il governo nei fatti abbia dimostrato un impegno perche' stanno arrivando risorse, ma io sostengo che c'e' un tema di coordinamento, nel nostro paese una delle questioni non e' tanto quello di mandare piu' gente, e' di renderle piu' coordinate nella loro attivita'". E infine un affondo: "Questa rappresentazione di questa citta' cosi' ormai in preda al crimine, se noi prendiamo i dati del 2010 sul numero dei delitti denunciati nel comune di Milano, nel 2010 che e' l'ultimo anno pieno delle amministrazioni di centrodestra sono 153 mila, quest'anno nel 2024 per i dati ancora non consolidati siamo scesi a 140 mila, allora forse c'e' qualcosa che non va nella rappresentazione".
Ma la sicurezza non si puo' ridurre a percezione perche' nella percezione "c'e' molta sostanza, perche' quando tu hai un numero significativo di borseggi, di rapine in strada, non e' percezione, e' realta' e queste hanno bisogno di risposte concrete che dal mio punto di vista si hanno con un controllo efficace del territorio. Peraltro le rapine in strada ancora nel '24 rappresentano un dato significativamente allarmante, mentre ad esempio i borseggi dal '23 al '24 sono anche questi calati", ha concluso.